Deathloop – Recensione

PC PS5

Deathloop è sostanzialmente uno stiloso mistery game in soggettiva dove tutto avviene in funzione del loop perfetto

In verità Julianna è un vero incubo perché, una volta a missione, può invadere la nostra partita e darci la caccia, una feature che mischia con notevole successo il single player della modalità “Spezza il Loop” al multiplayer opzionale (si può decidere di lasciare Julianna in mano all’IA, a un amico oppure a chiunque) della modalità “Proteggi il Loop”. Quando appare il messaggio “Julianna è a caccia” l’adrenalina sale vertiginosamente, le vie di fuga si chiudono e per riaprirle si deve intervenire su un’antenna specifica, il tutto mentre magari siamo a buon punto durante una missione complicata, l’area pullula di Eternalisti e siamo a un passo falso dal reset dacché abbiamo già perso una o due “vite”. La fuga è un’opzione, ma uccidere Julianna permette di recuperare parecchio Residuo e oggetti potenti, oltre che ripristinare le cariche di Ripresa, quindi vale la pena rispedirla da dove è spuntata.

Liberarsi di Julianna è una duplice soddisfazione, come si può notare dal loot che lascia.

Le invasioni sono la ciliegina sulla torta perché rendono ancora più elettrica un’esperienza già coinvolgente di suo, ma ci permettono anche di parlare di un problema: l’IA dei nemici. Un classico sistema di allerta audio/visiva e ronde li contraddistingue, ma non risaltano per arguzia e intraprendenza ed è un peccato perché spiccano negativamente se paragonati alla cura riposta nel resto.

PECCATO PER L’IA DEI NEMICI NON PARTICOLARMENTE BRILLANTE

Ho trovato anche gli scontri con i Visionari un po’ troppo canonici, in fondo non si discostano granché dagli Eternalisti meglio armati e credo si potesse rendere la loro mattanza ancora più interessante dato che sono dotati di poteri speciali, ma c’è da dire che in Deathloop lo scontro frontale è solo un’opzione, nulla di più. Spesso nemmeno la più comoda a dirla tutta, nonostante il gunplay sia di buona fattura e facile da domare. Ad ogni modo sta a noi decidere se agire sfruttando la violenza o la furtività, se optare per l’Hackamajig oppure distrarre un nemico lanciando una bottiglia, se entrare in un edificio da una finestra, da un passaggio secondario o dalla porta principale, e potrei continuare a lungo perché vanno aggiunte le numerose combinazioni fra le bocche da fuoco, le Piastrine delle armi e/o di Colt, le Tavolette e i numerosi potenziamenti delle stesse (ce n’è una che permette di curarsi colpendo i nemici affetti da Vincolo, ad esempio).

Deathloop Recensione

Durante il gioco ho cambiato approccio passando da Rambo a Lupin con agilità invidiabile. Non è codardia, ok?

Oltre alla personalizzazione, Arkane Lyon ha spinto forte anche su un altro suo cavallo di battaglia, quel design dei livelli che qui assurge a vette di maestria assolute. Ogni edificio o area non ha mai un solo punto d’accesso, volendo a ogni loop si può optare per un approccio differente e ciò riguarda anche la risoluzione di determinati enigmi/assassini, ma qui devo fermarmi altrimenti vi rovino le sorprese. Vi dico solo questo: ho completato il gioco al 55% e Julianna ha un sacco di sfide online da completare.

LA DURA VITA DELL’ARTISTA

Artisticamente Deathloop è delizioso, il colpo d’occhio di Blackreef è capace di conquistare non tanto per la qualità dei modelli o dell’effettistica, quanto per il conturbante intreccio tra i tanti minuziosi dettagli e una coerenza scenica che, sia negli esterni sia negli interni, in movimento rende persino di più. Prendendo a piene mani dallo stile retro-futurista anni ’60, Deathloop ci scaraventa tra i freddi vicoli di un’utopia volutamente ed esageratamente allucinante ma comunque convincente in cui ogni anfratto sembra dipinto a mano, quasi come se ogni elemento a schermo sia al suo posto perché qualcuno ce l’ha messo con meticolosa delicatezza. Che poi è proprio la stessa sensazione che ti attanaglia quando impugni il DualSense, quell’impressione di stringere tra le mani la concretizzazione di un’idea realizzata con indefesso amore per il proprio lavoro in qualche bottega artigianale. Come dimostra la dinamica soundtrack dalle sonorità sempre calzanti e all’occorrenza incalzanti, la produzione di Arkane Lyon è roba da artisti.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Un’audace, carismatica e geniale opera d’autore / Appassionante mix tra single e multiplayer / Mette in mostra valori produttivi elevati.

Contro

  • IA dei nemici migliorabile / Scontri con i Visionari meno scoppiettanti del previsto / È un ibrido particolare, nel bene e nel male.
9

Ottimo

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