Scrollarsi di dosso i preconcetti non è un affare facile nemmeno per noi che facciamo un lavoro di critica e dovremmo essere vaccinati contro certe pratiche. Il mondo dei videogiochi è pieno di prodotti che faticano a emergere, nonostante la qualità intrinseca degli stessi, perché un’idea radicata nella testa della gente si attacca al cervello più della cozza allo scoglio, e staccarla può richiedere parecchio tempo, a volte troppo perché chi sviluppa possa raccogliere i meritati frutti del suo lavoro prima dello smantellamento del team. Pensate, ad esempio, quante edizioni di FIFA gestite da David Rutter sono servite perché gli fosse riconosciuto il giusto in fatto di vendite, nonostante PES abbia inanellato inciampi su inciampi nella scorsa generazione; al contrario, PES è da un paio di anni un prodotto validissimo, eppure ormai nella testa di molti è rimasta quella sensazione di sconfitta perenne di Konami, a causa della quale non ci si prende nemmeno la briga di provare a vedere se qualcosa è cambiato.
L’apertura mentale è difficile, perché quando ci si fissa con un’idea è poi dura cancellare il passato e valutare solo il presente. Prendiamo ad esempio Titanfall 2, un videogioco splendido e ben al di sopra di quanto ha fatto il primo capitolo della serie; eppure, in queste settimane non si parla d’altro che di Battlefield e Call of Duty quando si discute di sparatutto, come se il gioiellino di Respawn Entertainment pagasse ancora oggi gli errori del passato e fosse inserito mentalmente nella scatoletta dei prodotti di Serie B. Di sicuro alla causa di Titanfall 2 non giova essere uscito così a ridosso di due pezzi da novanta che da soli si spartiscono buona parte del mercato (EA, da questo punto di vista, avrebbe potuto ragionare in maniera più acuta, a mio modo di vedere), ma è inevitabile come, almeno in parte, pesi anche il fatto che il primo capitolo sia stato accolto da una certa parte di pubblico come un buon titolo, ma non quel capolavoro che il tam tam martellante di hype aveva lasciato presagire prima che giungesse a scaffale. Io mi auguro che, alla fine della fiera, Titanfall 2 venda quanto merita, ma il fatto che se ne parli poco (se non pochissimo) getta più di qualche ombra sulla riuscita commerciale dell’operazione orchestrata da Electronic Arts. Se fossi costretto a puntare qualche euro sull’immediato futuro, scommetterei che il prossimo candidato a fare la stessa fine sia Watch Dogs 2, che – stando a quanto mi racconta il buon Mancini – sarà con buona probabilità un videogioco migliore del primo, ma che rischia di pagare salato gli errori commessi a suo tempo.
Il mondo dei videogiochi è pieno di prodotti che faticano a emergere, nonostante la qualità intrinseca degli stessi