Quello che si chiude oggi è un cerchio che si è aperto esattamente due anni fa, a Los Angeles, in una casa troppo piccola per contenere il nostro entusiasmo. Eravamo in quattro, seduti attorno a un tavolo, tra una Red Bull e un barile di patatine tonde al formaggio: io, Ivan Conte, Mario Baccigalupi e Davide Mancini, in pieno delirio da E3, tra video che sparivano misteriosamente dalla rete e un’agenda di appuntamenti da spararsi in faccia. Nonostante questo, ma forse proprio per questo, abbiamo cominciato – in maniera più o meno scherzosa – a ragionare se e come cambiare volto alla rivista di videogiochi più longeva d’Italia (e, con l’unica eccezione di Famitsu, del mondo intero). Da quelle lunghe notti californiane sono passati ormai due anni, e con loro accese discussioni e lunghissime chat redazionali a orari improbabili, bozzetti, idee e proposte di ogni genere, che lentamente hanno cominciato a prendere corpo e che si concretizzano, finalmente, nel nuovo numero di The Games Machine che trovate in edicola a partire da questo fine settimana.
Una rivista ripensata da cima a fondo con un unico, difficile ma entusiasmante obiettivo: dar vita a un prodotto che celebri la bellezza dei videogiochi in ogni sua pagina, che possa essere volano di cultura e scoperta della nostra passione.
Per compiere questo salto abbiamo dovuto tagliare il cordone ombelicale con la nostra stessa storia
Quella che vi troverete tra le mani appena usciti dalla vostra edicola di fiducia sarà una TGM profondamente diversa da quella che siete abituati a conoscere, con molto più spazio all’approfondimento e all’analisi dei videogiochi, di quello che di bello hanno da raccontare e da trasmettere, che si tratti di tripla AAA da centinaia di milioni di dollari o di piccole produzioni indipendenti fatte da tre disperati in uno scantinato, perché ogni videogame ha la medesima dignità e può portarsi dentro, nei suoi frammenti di codice, una storia che val la pena raccontare.
La copertina sarà dedicata al titolo protagonista della Cover Story, e di quello cercheremo di parlare a trecentosessanta gradi, in modo più ampio e ricco possibile. Questo mese tocca a Destiny 2, seguito di uno dei protagonisti della scena videoludica degli ultimi anni, che si prepara finalmente a sbarcare su PC. Non ci saranno più le recensioni in senso tradizionale, sostituite da articoli che fanno parte di una Playlist che, lungo gran parte della rivista, racconteranno i giochi che ci hanno colpito di più, per un motivo o per l’altro, a prescindere dal loro intrinseco valore ludico. Non sarà più solo il voto, insomma, la discriminante che fa entrare un gioco in Playlist.
Nel 2017 l’informazione – anche quella videoludica – passa prima di tutto dalla rete, a cui siamo connessi 24/7
Ci sono poi un po’ di altre novità, come l’introduzione di una rubrica dedicata agli esport, dove – anche qui – non ci limiteremo a riportare risultati e classifiche (per quello c’è esports.thegamesmachine.it), ma proveremo a farvi scoprire un mondo in rapida evoluzione come quello del gaming competitivo, e le mille sfaccettature che si porta appresso. Daremo molto più spazio a voci diverse dalle nostre, sempre nella logica di dar vita a una narrazione a tutto tondo: quella di un mondo nuovo che avanza, rappresentato da una figura importante come Sabaku no Maiku, da questo mese affiancato da Midna e Raiden di PlayerInside, e quella di chi ai videogiochi lavora concretamente, da un esponente di spicco della scena videoludica italiana, in una rubrica che vedrà ogni mese un ospite diverso.
E mi fermo qui, per due motivi: il primo è che voglio lasciarvi il piacere di scoprire, nei prossimi giorni, quello che nasconde la nuova TGM, e mi piacerebbe che ci diceste quel che ne pensate, cosa vi piace e cosa possiamo migliorare per renderla ancor più bella. Tanto, sapete perfettamente come contattare me, o qualunque altro della redazione. E poi perché Los Angeles ci aspetta ancora, pronta ad accogliere le nostre brutte facce (e le nostre belle idee).