
Originariamente Scritto da
balmung
Continui a girarci intorno, ma ancora non è dato sapere in cosa determinate comunità siano discriminate dall'ordinamento.
Partiamo dall'inizio, visto che nel post di lux si criticava un certo modo di fare politica.
Cosa fa un politico? Si candida ad una carica amministrativa e legislativa. A seconda, poi, della della forma di governo, il potere legislativo ed esecutivo potranno essere concentrati o meno nella stessa carica.
Cosa può fare un politico che vince le elezioni e che diviene membro di un governo o di un organo legislativo?
Esaminare dei problemi ed adottare soluzioni legislative o amministrative per gli stessi.
Cosa può, quindi, rimproverarsi ad un governo ? Non avere adottato soluzioni legislative o avere ingigantito problemi preesistenti
Non puoi attribuire all'ordinamento la responsabilità delle condotte e dei pensieri dei singoli ( Ad essere onesti si potrebbe invocare il concetto di funzione general preventiva della sanzione penale, ma andremmo fuori tema e di molto).
Senza scomodare gli anni 80, esistono degli individui che anche oggi ritengono che la mafia non sia un problema. Cionondimeno, al legislatore del passato ed a quello odierno non si può ascrivere responsabilità alcuna se taluni individui guardano con favore a dei fenomeni criminali.
Se a Messina negli anni '80 ritenevano che la mafia non esistesse, converrai che sia profondamente ingiusto sostenere che il parlamento italiano dell'epoca, nonché le istituzioni dello Stato, fossero filo-mafiose. Specie considerato che nel 1982 è stata approvata la legge Rognoni-Latorre.
E torniamo all'inizio
A livello Istituzionale esiste un problema razziale? L'ordinamento Statunitense, discrimina i propri cittadini in ragione della loro religione, etnia o genere di appartenenza?
No.
Benché sia indubbio che il far sentire la propria voce sia importante, è profondamente ingiusto subordinare il riconoscimento dei diritti alla capacità di scatenare delle proteste. Il diritto va' riconosciuto ad ogni uomo in quanto tale
E chiudo con una riflessione tutta mia.
Nei tuoi post, ma anche su molti articoli dei media mainstream, quando si affronta il tema delle problematiche razziali o di genere, si portano come esempi le attuali condizioni di talune comunità.
Si sostiene cioè che gli Afroamericani siano discriminati in quanto poveri. Si rileva che la donna è discriminata nel mondo del lavoro poiché le retribuzioni sono spesso inferiori a quelle degli uomini.
Io credo che si tratti solo di un inganno. Il problema di quegli afroamericani non è la pigmentazione della loro pelle, ma la povertà. Il supporto, l'aiuto lo stimolo non va' riconosciuto loro in quanto neri, ma in quanto poveri. Lo stesso dicasi per le donne che hanno difficoltà a trovare un lavoro. L'amministrazione pubblica non deve tutelare certe categorie in ragione della presenza o meno del pene, ma deve adottare delle politiche che consentano un incremento dell'occupazione.
Quando le aziende chiudono perchè delocalizzare in Cina è molto più conveniente, è da criminali dire a chi cade in miseria che ad impoverirli sono le leggi razziste o misogine.
Se oggi in Italia una donna trova solo lavori sottopagati, siamo sicuri che la colpa sia della società maschilista?
Ricondurre al razzismo problemi che gli sono estranei, non consentirà di risolvere nulla.