
Originariamente Scritto da
zinho
Persona 3 Reload
Quanto valgono i tuoi ricordi?
E' più vivo un robot che può provare sentimenti o un uomo che non ne può provare più?
Quale è il senso della vita?
A queste e ad altre "semplici" e "banali" domande prova a dare risposta Persona 3.
O meglio, prova a tirarti fuori le risposte sfidandoti a uscire ben fuori dalla tua comfort zone.
Scorrono i titoli di coda di Persona 3 sul mio televisore, Yumi Kawamura canta "..se ti perdessi, ti riprenderei ed è per questo che non ti lascerò mai..", e io sono seduto sul divano distrutto come se mi avesse colpito un diretto in pieno stomaco.
E meno male che non c'è nessuno intorno perchè ho anche gli occhi lucidi.
Persona 3 è la solita esperienza totalizzante in stile Atlus. 100 ore di videogioco non sono uno scherzo e onestamente restano fuori parametro per chiunque abbia anche una vita. E questo mi consente di valutare proprio uno dei (pochi) aspetti negativi che ho riscontrato. La fase dedicata al grinding è esagerata anche per un JRPG e porta via una percentuale di tempo enorme, annacquando il gioco che, non richiede ritmi serrati (e ci mancherebbe altro), ma una certa applicazione si.
Quindi, o ti armi di determinazione nipponica per portarlo in fondo, o sei spacciato. A questo proposito, diciamocela tutta, Persona 3 non fa nulla per accattivarsi le simpatie degli occidentali. Tutto è intriso di Giappone, con la sua cultura e anche con le sue ingenuità. Se il pacchetto ti piace bene, altrimenti ci sono tanti altri giochi.
Come se questo non bastasse, il gioco tocca dei temi difficili come suicidio, bullismo e abbandono.
E lo fa nemmeno con troppa delicatezza.
Anzi, a volte mi sono chiesto se gli sviluppatori si fossero bene resi conto di quello che stavano facendo vedere a schermo. Tanto per far capire la situazione, per evocare i Persona (entità metafisiche che combattono con i protagonisti e per i protagonisti) i personaggi si sparano un colpo di pistola in testa. Non scherzo. E questo per migliaia di volte dalla prima all'ultima ora di gioco.
Ovviamente quel gesto ha un forte significato simbolico, ma per mettere insieme tutto devono passare ore e all'inizio è solo una scena terribilmente violenta. E ve lo dice uno che è cresciuto facendo merenda mentre guardava con soddisfazione l'Uomo Tigre e Ken il Guerriero, quindi tendenzialmente non sono molto sensibile.
Comunque, se avrete la voglia e la pazienza di affrontare Persona 3, come succede per un grande libro o un grande film, arrivati alla fine non vedrete le cose come prima.
Trama e personaggi sono stereotipati quanto basta, ma mai come in questo caso è importante non l'arrivo ma il viaggio. Atlus poi è maestra nel declinare le varie personalità dei protagonisti. Cioè. Certe cose finiscono per sorprenderti anche se te le aspetti.
Tecnicamente non ci sono problemi (ma sarebbe strano il contrario) e va fatta la solita menzione d'onore per l'ost.
Non di qualità costantemente altissima come quella di Persona 5, ma con delle vette incredibili.
Memories of you per me è probabilmente la migliore canzone di amore mai scritta per un videogioco (se volete giocare Persona 3 però non andate a vedervi la traduzione perchè è la canzone di chiusura e vi spoilera pesantemente il gioco).
Comunque, dopo essermi giocato in successione Clair Obscure e Persona 3, ora vado dritto su Farming Simulator. O Grezzo 2.