La storia di Barbara Lezzi, la parlamentare che ha cercato di spiegare che la crescita del PIL italiano nel 2017 è dovuta all'eventualità che a giugno ha fatto un po' più caldo della media, non è stata - complici le vacanze - troppo approfondita.
Ma è molto utile per capire il tipo umano di personaggi che oggi si limitano a inquinare e domani potrebbero monopolizzare la scena pubblica del paese impattando direttamente (come purtroppo già accade a Roma) sulla quotidianità, sulle opportunità e sul futuro dei cittadini.
La storia, dicevo. Barbara Lezzi è nata nel '72. A livello di studi sappiamo che si è diplomata nel 1991. L'importante però è la scuola: nei paesi occidentali ed evoluti - salvo eccezioni sempre gradite - la classe dirigente di primo livello si forma nei grandi licei pubblici o privati. La nostra si diploma invece in un Istituto Tecnico per periti aziendali. Ma, puntando in alto, Barbara Lezzi sarà senz'altro, subito dopo il diploma, partita per l'estero a specializzarsi, si sarà iscritta in qualche ottima università, avrà fatto sacrifici e si sarà messa a studiare finalmente sul serio. Niente di tutto questo: nel 1992 viene assunta da una ditta come impiegata di III livello.
La carriera professionale lì si ferma tanto che la dichiarazione con i redditi del 2012 resa nel 2013 al Senato all'atto della nomina come senatrice parla chiaro: a 41 anni, dopo 20 anni di lavoro, la nostra guadagna 20mila euro l'anno. La sua evoluzione professionale non ha fatto un passo e al massimo la Lezzi ha comperato due vetture, senza neppure riuscire a scriverne correttamente il nome nella documentazione depositata.
Però poi parte la carriera politica: elezioni amministrative a Lecce nel 2012, ben 33 preferenze! Wow. Meglio riprovare a questo punto, dopo aver mostrato così tanto feeling con l'elettorato, con la politica nazionale. Appena nominata al Senato nel 2013 la Lezzi, così grondante spirito civile e honestà pentastellata, decide come prima mossa di assumere nel suo staff la figlia del suo fidanzato. Succede un pandemonio (si trova tutto su Google) ed è costretta a tornare sui suoi passi.
Ma queste sono quisquilie rispetto allo scenario reddituale. Nel primo anno interamente coperto dalla vigente legislatura (ovvero il 2014) il reddito della Lezzi, una normalissima impiegata salentina diplomata all'istituto tecnico, passa in maniera indolore da 20 a 100 mila euro. Mentre il paese boccheggia (non per il caldo, come direbbe lei, ma per una crisi economica micidiale), mentre le persone di vero talento sono costrette a scappare via, lei quintuplica il suo stipendio - al netto dei rimborsi per telefoni, vitto, alloggio e collaboratori per un totale francamente allucinante di circa aggiuntivi 9mila euro/mese - senza fare nulla di nulla. Ma proprio senza fare nulla per davvero nel senso che l'attività parlamentare in TUTTA questa legislatura (che è finita) si limita a due DDL presentati. L'unico momento in cui s'era sentito parlare di lei era quando annunciò - a ottobre 2016 - che un eventuale governo a 5 Stelle avrebbe modificato la Costituzione per decreto. Ci sono i video, cercateli. Loro difensori strenui della costituzione la vogliono cambiare con la decretazione d'urgenza, manco Benito Mussolini arrivava a questa sfrontatezza contro le istituzioni democratiche.
Alla fine della legislatura i cittadini le avranno versato mezzo milione di euro solo di stipendio, più altrettanto in rimborsi (perché la signora spende anche 4mila euro al mese per vivere a Roma, siamo curiosi di sapere in che principesco appartamento) per un totale di almeno un milione di euro. Senza ottenere nulla in cambio, anzi ottenendo dichiarazioni caricaturali come quelle sul PIL e il caldo o quelle sul decreto-modifica-Costituzione, utili solo a gettare discredito sulla politica e sul paese. Anche per quanto riguarda l'attività parlamentare, come per i redditi, è tutto pubblicato sul sito del Senato. Riguardo ai rimborsi, invece, le somme monstre richieste da Lezzi sono pubblicate mese per mese proprio sul sito di Grillo...
Ora il problema non è che ci sia gente convinta che il PIL aumenta grazie al caldo estivo, il problema è che questi individui (di cui il nostro paese è pienissimo in misura purtroppo superiore rispetto ad altre nazioni occidentali), autentici miracolati dell'ultim'ora, abbiano oggi la possibilità, in cambio di nulla, di ambire alle cariche di più elevata responsabilità del vivere civile. Cariche che dovrebbero essere appannaggio di chi ha studiato decenni, di chi si è preparato, di chi ha fatto esperienze di alto livello, di chi è addestrato a governare la complessità, non di chi da vent'anni fa l'impiegatuccio a Lecce. Ma è stato pieno di senatori di uno squallore perfino più profondo dello squallore della Lezzi, dirà qualche grillino. Verissimo: ma questo conferma e non attenua il ragionamento.
Si tratta di una dimostrazione lampante per cui, salvo eccezioni che restano tali, dare ruoli di responsabilità civica a persone 'normali' è una sciocchezza: è populismo della peggior risma e non è democrazia. Se il livello della classe dirigente era scarsino, occorreva impegnarsi per alzarlo il più possibile, non per livellarlo verso il basso inserendo nella macchina dello stato persone senza arte ne parte, ripetenti, falliti o nella migliore delle ipotesi cittadini qualunque come sta facendo il movimento neo fascista inventato da Gianroberto Casaleggio.
Purtroppo le reazioni alle sciocchezze della Lezzi sono state anche loro caricaturali. Oltre a contestualizzare il personaggio, sarebbe ad esempio stato molto utile prendere spunto per sottolineare l'unica cosa rispetto alla quale Lezzi ha ragione, ovvero che c'è poco da entusiasmarsi. Il dato sul prodotto lordo italiano può salire dell'1, dell'1 e cinque o anche del due per cento, ma il nostro resta sempre un paese che non funziona, che fa fuggire i capitali e i talenti. E non per un problema di caldo a giugno, ma per un problema di cattivo funzionamento della burocrazia e di cattivo funzionamento della giustizia. Due temi che questa legislatura ha solo finto di affrontare e che la prossima legislatura neppure potrà avvicinare, imbottita come sarà di folkloristici personaggi alla Lezzi o magari con una Lezzi stessa ministra di qualcosa. Chissà forse ministra dell'industria al posto di Carlo Calenda, così da potersi occupare più da vicino di energia e far impennare il Pil ad ogni ondata di calore. Per il momento l'unica cosa che Lezzi è riuscita a far impennare è il suo tenore di vita e il suo conto in banca...
Sono molto pessimista.