
Originariamente Scritto da
Milton
Capisco il senso delle tue osservazioni, ma a mio parere occorre ribaltare completamente il modo di ragionare sulla grammatica.
Il problema dell’analisi logica tradizionale è che confonde piano formale e piano del significato, creando un sacco di confusione inutile nella testa degli studenti.
Mi spiego meglio. Da un punto di vista formale, non c’è differenza alcuna tra “la cittÃ* di Roma”, “lÂ’anello di ferro” e “il libro di Gianni”. La relazione strutturale soggiacente (rappresentabile in vari modi, p.es. tramite albero sintattico) è infatti quella tra un nome e il suo complemento. Punto.
La preposizione “di” ha un ruolo puramente formale in italiano: indica soltanto un tipo di dipendenza strutturale (cioè che ci troviamo di fronte a una relazione gerarchica tra nome e complemento), ma è “povera” dal punto di vista del significato. In altre parole, il tipo di relazione concettuale tra nome e complemento non è specificato dalla grammatica, ma deve essere inferito sulla base del contesto. Se dico, che so, "la ragazza delle galline" è impossibile stabilire il tipo di relazione tra “ragazza” e “galline” se non sappiamo di quale contesto stiamo parlando (potrebbe essere la ragazza che possiede le galline, ma anche la ragazza che ha mangiato le galline, o ancora che ha dato da mangiare alle galline, etc. etc.).
Ora, una domanda pedagogica (che mi faccio pur non essendo un pedagogo, ma scrivendo in un topic in cui si parla di scuola) potrebbe essere: è sensato che i ragazzi imparino a fare questo genere di distinzioni di carattere, diciamo, concettuale previste dall’analisi logica tradizionale?
Una risposta pragmatica potrebbe essere: dipende.
Intanto, a mio parere sarebbe più utile che i ragazzi imparassero a fare ragionamenti di tipo strutturale (a un diverso livello di complessitÃ*, sia chiaro, a seconda di etÃ* e livello di studi) e sapessero distinguere, per dire, i complementi del nome da quelli del verbo, i complementi obbligatori da quelli non obbligatori, etc.
Poi, alcune delle differenziazioni proposte dallÂ’analisi logica potrebbero essere utili a seconda del livello di studi e di che cosa si studia.
Per esempio, anche se la distinzione (formale) tra le relazioni (concettuali) di specificazione e materia non c'è in italiano (ma nemmeno in inglese o in tedesco, per dire, dove questo tipo di relazione è realizzata in modo attributivo: iron mine e iron bar), in latino è espressa dalla grammatica in modo diverso (genitivo vs. e, ex + ablativo), quindi per chi studia il latino varrebbe la pena fare questa distinzione, aprendo la didattica, nel migliore dei casi, a riflessioni di tipo comparativo (sulla lingua madre e sulle lingue straniere moderne studiate a scuola).
Mi fermo qui (scusarte il wot). Per chi è interessato a queste cose, posso dare anche riferimenti bibliografici per approfondire.