FENOMENO “ADE”, I VACCINI E LA FEBBRE DENGUE. Parte prima.
CERCHIAMO DI CAPIRE.
WARNING: post lungo ed, a tratti, complicato. E’ diviso in due parti, anche per motivi di impaginazione. Leggete entrambi i post solo se siete comodi, avete tempo e potete fare tutto con calma.
Se siete dei “buontemponi” e dei “bischeri” evitate di leggerlo così non perdete tempo, tanto non capireste comunque.
Ogni tanto compare qualche “buontempone” che sventola l’acronimo “ADE”.
L’acronimo inglese “ADE” (“Antibody-Dependent-Enhancement) in sintesi significa “l’aumento della gravità di una infezione causato dagli anticorpi”.
In parole povere, gli anticorpi specifici che si sono formati verso un determinato agente infettivo (per pregressa infezione o per vaccinazione), invece di essere utili a limitare la diffusione del virus e far guarire (o comunque limitare la gravità della malattia) diventano “alleati” del virus , aumentandone la virulenza.
Secondo questi “buontemponi” ci sarebbe il rischio di “ADE” legato alle reinfezioni in corso di COVID e, soprattutto, con le vaccinazioni, se ripetute.
Un punto su cui tutti questi “buontemponi” insistono è il concetto che avere livelli “alti” di anticorpi (che siano da vaccini o da pregressa infezione), è pericoloso perché possono innescare l’”ADE”.
Anche recentemente ne ha parlato un certo Dr.Broccolo (
https://twitter.com/diMartedi/status...83669188325379...), di per sé nulla di male che qualcuno non sappia di immunologia e di malattie infettive e parli lo stesso, il problema è che questo Broccolo è stato invitato a parlare in TV in una trasmissione molto seguita.
Mi dispiace essere così “duro”, ma inizio ad avere le scatole piene di questi colleghi che parlano e non hanno cognizione di causa.
Cerchiamo di spiegare che quanto detto dal Dr.Broccolo NON ha alcuna base logica e scientifica.
Subito chiariamo che nel mondo sono state somministrate oltre 10 miliardi di dosi di vaccino antiCOVID, suddivisi in almeno una ventina di vaccini diversi fatti con almeno 5 tecnologie diverse.
Ad oggi non sono stati segnalati casi di “ADE” da nessuna nazione, nemmeno in nazioni in cui le rivaccinazioni (seconda o terza dose ed anche quarta) sono state fatte in modo esteso ed intensivo (vedi Cuba, Israele, Cile, EAU ed anche alcune nazioni europee) così come non viene segnalata alcun fenomeno “ADE” nei soggetti reinfettati dal virus SARSCoV2 con le varie varianti o da SARSCoV2 in soggetti già infettati (e quindi in possesso di anticorpi) da altri Coronavirus NON SARS.
Quella delle reinfezioni è una delle basi del fenomeno “ADE” e, per spiegare questo, andiamo a parlare della febbre DENGUE.
COS’ E’ LA DENGUE?
DENGUE è una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, causata da un virus (DENV), con quattro sierotipi (DENV da 1 a 4), è diffusa ed endemica nelle regioni tropicali e subtropicali e colpisce ogni anno circa 50 milioni di persone su una platea di popolazione di circa 2,5 miliardi di soggetti.
Il virus della Dengue è un virus a RNA, a filamento singolo di circa 11 kb che codifica per una proteina del capside (C), una proteina premembrana (prM) e una glicoproteina dell'involucro (E), oltre a sette proteine non strutturali: NS1, NS2A, NS2B, NS3, NS4A, NS4B e NS5.
L'infezione primaria, con qualsiasi sierotipo di DENV, fornisce immunità e protezione contro l'infezione con lo stesso sierotipo praticamente per sempre.
Tuttavia, le risposte immunitarie indotte da un determinato sierotipo non proteggono contro l'infezione da altri sierotipi, consentendo, quindi, una reinfezione secondaria con DENV diverso.
Studi epidemiologici indicano che i casi acuti e più gravi di DENGUE (come la febbre emorragica dengue -DHF e la dengue con sindrome da shock -DSS), si verificano quasi esclusivamente nel corso di reinfezioni (n.d.r. questa è una grande differenza tra COVID e DENGUE).
Per anni si è cercato di capire del perchè di questa situazione ed il meccanismo su cui ci si sono incentrate le ricerche, fino a determinare una ipotesi, poi confermata negli anni, sono state volte a svelare il meccanismo chiamato “potenziamento anticorpo-dipendente (ADE)”.
Nella DENGUE un determinato sierotipo può utilizzare anticorpi antiDENV non neutralizzanti già presenti indotti da una precedente infezione con un sierotipo diverso per riuscire ad infettare alcune cellule come i macrofagi.
Studi epidemiologici mostrano che la maggior parte delle infezioni da DENV sono asintomatiche o lievi anche tra i pazienti con infezione secondaria con un diverso sierotipo DENV e lo sviluppo di malattia grave è solo del 5% circa delle reinfezioni.
In questo 5% si sviluppa il fenomeno “ADE”.
Questo fenomeno è stato “scoperto” a cavallo tra gli anni 1977 e 1981, ad opera di ricercatori cubani.
Una epidemia di DENV2 del 1981 venne preceduta da una lieve epidemia di DENV1 nel 1977 a Cuba.
Nell’ epidemia dell’81 ci furono oltre 300000 casi, ci furono 10000 casi gravi e molto gravi e 158 decessi (di cui 101 bambini).
I ricercatori cubani dimostrarono che l'infezione secondaria da DENV2 era presente in soggetti con pregressa infezione da DENV1 nel 98% dei casi di DHF/DSS; inoltre, nessun caso di DHF/DSS si verificò nei bambini più piccoli, sotto i 3 anni (quindi non presenti al momento della epidemia del 1977).
Un dato che venne chiaro fu che non esisteva alcuna correlazione tra la QUANTITA’ di anticorpi totali e il fenomeno “ADE”, ma che il tutto era correlato all’equilibrio tra anticorpi NEUTRALIZZANTI e NON neutralizzanti.
Nella parte seconda parleremo più specificatamente del fenomeno “ADE”