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Major Sludgebucket (ABS)
Alessandro Francesco Giudice
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Tra le conseguenze inevitabili del coronavirus ve ne sarà certamente una, che riguarda la percezione del rischio finanziario. Se state già passando oltre, credendo che ciò non vi riguardi o che sia cosa già in nuce troppo astrusa, vi sbagliate.
In finanza esiste un parametro importantissimo: il tasso di sconto (o di attualizzazione) da usare per valutare i progetti di investimento o le aziende. Nel caso di un progetto è il costo opportunità (cioè il rendimento medio di progetti alternativi con analogo grado di rischio); nel caso di un'azienda (o di un business) è il costo medio del capitale o WACC di quell'azienda.
Questo semplice parametro (è un tasso) deve misurare il costo opportunità finanziario, funzione a sua volta del costo del denaro (tasso d'interesse) e dell'incertezza (rischio). Intuitivamente è chiaro a tutti che un euro oggi vale più di un euro tra qualche anno (perché tenere il denaro lontano dal proprio possesso ha un costo ed espone a diverse incertezze) e il tasso di attualizzazione assegna una misura quantitativa a questo rischio. Investire denaro in un progetto o in un business richiede sempre di immobilizzare denaro in cambio della promessa di riceverne tanto di più in futuro come frutto dell'investimento. Quindi, più alto è il tasso di attualizzazione, minore sarà il valore attuale dell'investimento o dell'azienda, perché abbatteremo in misura maggiore il valore attuale dei flussi finanziari futuri che il progetto d'investimento promette di realizzare. Se il tasso è più basso, il valore attuale dell'investimento sarà viceversa maggiore.
La relativa soggettività di questo parametro viene spesso additata (a torto) a tallone d'Achille di ogni valutazione aziendale. Chi guarda la finanza dall'esterno pretende che essa sia deterministica, che stabilisca valori e risultati con estrema certezza. Tante volte abbiamo sentito o pronunciato la frase "Vabbè allora così ognuno può fare come gli pare". Il problema è che la percezione dell'incertezza, l'appetito per il rischio (che in mercati efficienti è sempre proporzionale al rendimento atteso), la paura e l'avidità, sono sensazioni umane, che non si può e non si deve lasciare fuori da un procedimento pur sempre umano e soggettivo, quale deve essere un processo di valutazione. Se non ci fosse questa componente umana e soggettiva, ad esempio, che incorpora ovviamente una possibilità di errore, le borse non salirebbero e scenderebbero su base giornaliera, o sul filo dei secondi.
Questa catastrofe, a cui nessuno di noi era preparato e di cui nessuno poteva immaginare le conseguenze soltanto un mese fa, costringe a modificare la percezione di tutti i fattori di incertezza che il tasso di attualizzazione dovrà incorporare quando valuteremo qualsiasi investimento. Se prima ci limitavamo a considerare tra i rischi il ponderabile, domani dovremo pesare l'imponderabile. Anche quando tutto ciò sarà finito, dovremo considerare tra i rischi l'eventualità che il covid ritorni o che ritorni mutato, o che arrivi un altro virus più devastante e sconosciuto. Oppure che l'economia possa fermarsi per un fattore esterno che non riusciamo a prevedere. Il vulnus di avere per la prima volta innaturalmente bloccato il corso naturale delle cose, eventi che ritenevamo superiori a qualsiasi fatto di cronaca o di storia (il campionato di calcio, Wimbledon, il salone del mobile, la formula uno, le Olimpiadi), di aver chiuso intere economie e di avere pressoché appiedato gli aerei su scala mondiale, rimarrà indelebile.
Questo avrà la naturale conseguenza di ridurre per moltissimi anni il valore di investimenti, asset, aziende. Non parlo solo di attività finanziarie, ma reali come ad esempio gli immobili. Ciò avrà un impatto inevitabile sulle decisioni di investimento perché il tasso di attualizzazione è il tasso-soglia da usare nella scelta se fare o non fare un investimento. Alzare questo tasso soglia è come alzare l'asticella a un saltatore. Quelli più bravi ce la faranno lo stesso, ma tanti alti, pur bravi, dovranno arrendersi e abbandonare la gara.
Tanti investimenti, ieri possibili, cadranno sotto la soglia di fattibilità e già solo per questo, saremo tutti più poveri e avremo meno opportunità che in passato.