Ah ok, no perché fino a settimana scorsa entravo tranquillamente con la carta oro avvocati e misurazione della temperatura, beh meglio così. Solo dubito dell'utilità visto che poi nelle direttissime l'avvocato sta chiuso per mezz'ora col detenuto, e considerato il profilo medio dei detenuti da direttissima...dubito abbiano il green pass
Ultima modifica di Biocane; 12-01-22 alle 22:06
Nel frattempo bocciato un emendamento che voleva permettere alle parafarmacie di fare i tamponi. Contrari il centrodestra e Italia Viva.
I farmacisti cagano il cazzo che fare i tamponi è un problema e che sostanzialmente lo fanno rimettendoci giusto per dare un servizio alla comunità, ma poi si va a lobbyzzare per mantenere questo privilegio. Ok.
SCUOLA: UNA LOSE-LOSE SITUATION
Oggi ho risposto alle domande di Sara Strippoli su la Repubblica Torino a proposito di apertura delle scuole, impatto dirompente della variante omicron, gestione regionale della pandemia e meravigliosa vista che si gode dalla terrazza del Titanic.
Buona lettura
La riapertura della scuola è un test per epidemiologi e per il mondo della scuola torinese che si è divisa tra favorevoli e contrari. Ne abbiamo parlato con Diego Pavesio, nel suo doppio ruolo di medico di famiglia a Moncalieri e presidente del Consiglio d'Istituto dell'Istituto Comprensivo "Niccolò Tommaseo" Torino.
Dottor Pavesio, la scuola ha riaperto in barba alle opinioni dei medici, timori dei presidi, sindacati. Possiamo prevedere cosa succederà?
«Noi non abbiamo un libro di epidemiologia o di virologia con il capitolo “Covid-19”, abbiamo un capitolo bianco che stiamo scrivendo man mano che i dati arrivano. E dobbiamo essere in grado di adattarci molto rapidamente perché le regole le detta il virus. L'apertura della scuola è una “ lose-lose situation”, una situazione che da qualunque parte la si guardi è perdente, una tempesta perfetta arrivata a cavallo delle festività».
Ci sono proposte da rivolgere alla Regione per tutelare al meglio studenti e insegnanti in questa fase?
«Gli insegnanti sono stati la prima categoria a essere vaccinata dopo i sanitari. La scienza ci dice chiaramente che due dosi non sono sufficienti per omicron, specie se sono passati più di 5 mesi dalla seconda, quindi la priorità per i docenti è la terza dose. Molti, pur avendo possibilità di accesso diretto senza prenotazione, non l'hanno ancora fatto. Questo li espone al rischio di positivizzarsi e ha come conseguenza la chiusura di molte classi».
C’è meno preoccupazione per gli studenti?
«Per loro, con un sistema di tamponamento ormai spremuto al massimo, dobbiamo insistere soprattutto sull’aumento delle percentuali vaccinali. Questo impiegherà però settimane. È fondamentale distinguere i vari cicli scolastici perché la politica parla in generale di “scuola” ma non è possibile uniformare situazioni troppo differenti per età, attività, disponibilità di vaccini, coperture».
Il suggerimento è dunque una distinzione fra i diversi ordini scolastici?
«Certo, la distinzione è fondamentale: per le superiori e gli ultimi due anni delle medie, che godono di ampie coperture vaccinali è corretto aprire. Le elementari sono il tasto dolente a causa della scarsa copertura vaccinale dei bambini, Con i dati che ci dicono che oggi un italiano su 25 è positivo e due studenti positivi sono sufficienti per mandare la classe in Dad, le prospettive sono pessime. Non aprire creando un danno ai bambini o tenere aperto consci del fatto che nell'arco di qualche giorno avremo tantissime classi in Dad? La situazione è perdente da qualunque parte la si guardi. E le ragioni di una situazione così negativa vanno anche ricercate in quello che non si è fatto nelle poche settimane precedenti».
Nulla da tentare?
«L’unico aspetto sul quale si potrebbe agire è quello della mensa. Con una variante con una contagiosità mostruosa, seconda soltanto a quella del morbillo, il pasto diventa una condizione di contagio quasi inevitabile. Le scuole elementari dovrebbero chiudere alle 14 senza la mensa. Questo si potrebbe fare subito, creerebbe disagi alle famiglie ma eviterebbe i presupposti per un contagio diffuso. Sulle materne c'è poco da dire: non le avrei aperte. I bambini di quella fascia di età non si possono isolare nè vaccinare, si infettano facilmente e, dato mio, un bambino piccolo positivo a casa contagia quasi sicuramente il genitori, anche se vaccinati».
Quali sono a suo avviso i punti deboli del sistema piemontese?
«Indubbiamente le percentuali di vaccinazione della fascia 5-11. Basta prendere i numeri di regioni paragonabili alla nostra come Veneto, Toscana ed Emilia che viaggiano ad una velocità tripla».
Ritiene ci siano stati ritardi in Piemonte?
«Piuttosto a livello governativo centrale. Si è preferito salvaguardare le festività sorseggiando un Martini sulla terrazza del Titanic. Ora l'iceberg è troppo vicino e ce ne accorgeremo il 24 gennaio quando verosimilmente andremo in zona rossa».
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ah ecco dove sono finiti i chip delle schede video![]()
ah be', se vogliono metterli in reparto coi negativi ottima scelta![]()
No, vogliono tagliare "i numeri" delle statistiche.
Ieri c'è stato un plot twist bestiale, a SkyPD24 sembravano drogati per come hanno invertito il mood classico degli ultimi 2 anni.
Il senso di fondo era che è tutto sbagliato, c'è il problema che dare i dati sui contagi OGNI GIORNO non va bene, bisogna passare a bollettini settimanali...
2 anni che sembra di essere sotto i bombardamenti e adesso tutti fuori.
Ah, stesso ragionamento al TG5