Citazione Originariamente Scritto da ryohazuki84 Visualizza Messaggio
yakuza 3: che dire, la serie yakuza oramai sta diventando una delle mie preferite e questo terzo capitolo complessivamente è all'altezza della qualità media generale MA ha un difetto per me abbastanza grave: la rottura immensa di coglioni nella parte iniziale del gioco dove praticamente ti occupi solo dell'orfanotrofio e passi interminabili ore a fare da babysitter agli orfani piagnucoloni. e che palle!!! poi il gioco finalmente ingrana e tira fuori i muscoli facendoti entrare nel vero mondo di yakuza, però dopo aver perso i 4 capitoli iniziali a non fare un cazzo...+ il decimo dove si torna all'orfanotrofio, e consideriamo anche il quinto che dura uno sputo dato che praticamente ci sono giusto due combattimenti e il resto sono tutti filmati, sono in tutto 6 capitoli su 12 totali dove quasi non si gioca, praticamente metà gioco: decisamente troppo direi
Non citi il difetto maggiore del 3, cioè i nemici che parano costantemente? Anche a normale alcuni scontri sono parecchio frustranti, infatti in giro si trovano un sacco di guide su come arginare il problema.
Riguardo la tua osservazione sull'orfanotrofio troppo preponderante, mi trovi in parte d'accordo perché rende il ritmo molto discontinuo, ma d'altro canto ho apprezzato il taglio più slice of life, e la mappa di Okinawa è molto affascinante e diversissima da Kamurocho.

Citazione Originariamente Scritto da Milton Visualizza Messaggio
Finito (in poco meno di 6 ore)! Confermo il giudizio entusiastico della partenza La storia si sviluppa nell'inconscio (?) e nei ricordi della protagonista, dove tutto ha un forte valore simbolico. La vicenda, un po' come nei Souls, si ricostruisce in modo non lineare e a posteriori sulla base di dettagli, indizi e appunti disseminati qua e là. Il gameplay è quello di un'avventura punta e clicca, non è (quasi) mai realmente sfidante, ma gli enigmi sono variegati e ben costruiti (insomma, in Detention "si gioca", non si fa soltanto procedere la narrazione pigiando un bottone).
La parte più interessante è imho l'interpretazione dell'opera, dare forma coerente ai dettagli ricavati dall'esperienza soggettiva della protagonista: avrei bisogno di un'altra run per mettere a fuoco parecchie cose, perché, anche se mi l'intreccio principale mi è chiaro, ci sono decine di riferimenti folkloristici e religiosi (buddismo) per me (per noi) opachi, ma che hanno sicuramente un ruolo importante.

In due parole: Detention è da provare assolutamente, imho. È un'opera densa, curatissima ed è uno di quei pochi (ahimè) esempi di come si può raccontare qualcosa di significativo tramite il medium VG, in modo tra l'altro assolutamente non pretenzioso.

Alberà: tu che dubitavi dei VG, facci un giro
Grazie per il post, mi hai incuriosito un sacco, e confermato che feci la scelta giusta a comprarlo in sconto illo tempore.