QuoteAbbiamo visitato Bucha, documentato dozzine di uccisioni di civili, intervistato decine di testimoni e seguito gli investigatori locali per scoprire la portata delle atrocità russe.
BUCHA, UCRAINA — Una madre uccisa da un cecchino mentre camminava con la sua famiglia per andare a prendere un thermos di tè. Una donna tenuta come schiava sessuale, nuda tranne che per una pelliccia e rinchiusa in una cantina di patate prima di essere giustiziata. Due sorelle morte nella loro casa, i loro corpi lasciati accasciati sul pavimento per settimane.
Bucha è un paesaggio di orrori.
Dal primo giorno di guerra, il 24 febbraio, i civili hanno subito il peso maggiore dell'assalto russo a Bucha, a poche miglia a ovest di Kiev, la capitale dell'Ucraina. Le forze speciali russe che si stavano avvicinando a piedi attraverso i boschi hanno sparato alle auto sulla strada e una colonna di veicoli blindati ha sparato e ucciso una donna nel suo giardino mentre guidavano verso il sobborgo.
Ma quelle prime crudeltà impallidirono in confronto a quelle che vennero dopo.
Mentre l'avanzata russa su Kiev si bloccava di fronte alla feroce resistenza, hanno detto i civili, l'occupazione nemica di Bucha è scivolata in una campagna di terrore e vendetta. Quando un esercito russo sconfitto e demoralizzato alla fine si ritirò, lasciò dietro di sé un cupo quadro: corpi di civili morti sparsi per le strade, negli scantinati o nei cortili, molti con ferite da arma da fuoco alla testa, alcuni con le mani legate dietro la schiena.
Reporter e fotografi del New York Times hanno trascorso più di una settimana con funzionari della città, coroner e decine di testimoni a Bucha, scoprendo nuovi dettagli di atrocità in stile esecuzione contro i civili. Il Times ha documentato i corpi di quasi tre dozzine di persone in cui sono state uccise - nelle loro case, nei boschi, date alle fiamme in un parcheggio vuoto - e ha appreso la storia dietro molte delle loro morti. Il Times ha anche assistito a più di 100 sacchi per cadaveri in una tomba comune e nel cimitero della città.
Le prove suggeriscono che i russi abbiano ucciso incautamente e talvolta sadicamente, in parte per vendetta.
Ignari civili furono uccisi mentre svolgevano la più semplice delle attività quotidiane. Un'insegnante in pensione nota come zia Lyuda, abbreviazione di Lyudmyla, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco a metà mattina il 5 marzo mentre apriva la porta di casa in una piccola strada laterale. Il suo corpo giaceva contorto, per metà dentro la porta, più di un mese dopo.
Sua sorella minore Nina, che era disabile mentale e viveva con lei, era morta sul pavimento della cucina. Non era chiaro come fosse morta.
"Hanno preso il territorio e stavano sparando in modo che nessuno si avvicinasse", ha detto un vicino, Serhiy. "Perché dovresti uccidere una nonna?"
Roman Havryliuk, 43 anni, un saldatore, e suo fratello Serhiy Dukhli, 46 anni, hanno mandato il resto della loro famiglia fuori da Bucha mentre la violenza si intensificava, ma entrambi hanno insistito per rimanere indietro. Sono stati trovati morti nel loro cortile. "Mio zio è rimasto per il cane, e mio padre è rimasto per la casa", ha detto il figlio del signor Havryliuk, Nazar. Anche un uomo sconosciuto giaceva morto nelle vicinanze e i due cani della famiglia erano crivellati di proiettili.
"Non sono stati in grado di sconfiggere il nostro esercito, quindi hanno ucciso la gente comune", ha detto Nazar, 17 anni.
Costante minaccia da cecchini
Bucha era stato uno dei sobborghi pendolari più desiderabili di Kiev. Immerso tra foreste di abeti e un fiume, aveva moderni centri commerciali e nuovi complessi residenziali, nonché capanne estive vecchio stile incastonate tra giardini e alberi. L'autore russo Mikhail Bulgakov aveva una casa estiva lì.
Alcuni giorni dopo che le truppe russe erano entrate in città, l'esercito ucraino contrattaccò, incendiando carri armati e veicoli corazzati in un attacco contro una colonna russa. Ben 20 veicoli sono bruciati in un'enorme palla di fuoco che ha incendiato le case lungo un lato della strada. Alcuni soldati russi sono fuggiti, portando i loro feriti attraverso i boschi.
I rinforzi russi arrivarono diversi giorni dopo in uno stato d'animo aggressivo. Hanno stabilito una base in un complesso di appartamenti dietro la scuola n. 3, la principale scuola superiore di Vokzalna, o Station Street, e hanno piazzato un cecchino in un grattacielo ancora in costruzione. Stabilirono il loro quartier generale più a sud in una fabbrica di vetro sul fiume Bucha.
Fino ad allora, i residenti di Bucha si erano riparati dagli attacchi di missili e artiglieria russi, molti dei quali dormivano in scantinati e cantine, ma alcuni si erano avventurati fuori di tanto in tanto per prendere dell'acqua o dare un'occhiata ai danni. I bombardamenti erano stati sporadici e gran parte del fuoco dell'artiglieria russa era puntato sopra le loro teste su Irpin, la città più vicina.
Dopo l'assalto alla colonna, l'atmosfera si è indurita. Il 4 marzo, Volodymyr Feoktistov, 50 anni, è partito a piedi intorno alle 17:00 per ritirare una pagnotta dai vicini che stavano cuocendo a casa. Sua madre e suo fratello gli avevano detto di non uscire, ma lui ha insistito, ha ricordato sua madre in seguito.
I veicoli russi stavano guidando lungo una strada in fondo alla loro strada e i vicini hanno sentito due spari. Lo trovarono il giorno dopo, morto per strada. Passarono i giorni prima che potessero caricarlo su una carriola e spingerlo all'obitorio dell'ospedale prima di correre a casa.
Il 5 marzo, un cecchino russo ha iniziato a sparare su qualsiasi cosa si muovesse a sud del liceo.
La zia Lyuda è stata uccisa stamattina. Quel pomeriggio, un padre e suo figlio uscirono dal cancello per fare una passeggiata lungo la loro strada, Yablunska, o Apple Tree Street. "Hanno sparato a mio figlio", ha detto suo padre, Ivan. “Gli ero accanto. Sarebbe stato meglio se fossi stato io".
Ha chiesto che fosse pubblicato solo il suo nome. Molti residenti a Bucha si sono spaventati dopo settimane sotto l'occupazione russa e hanno chiesto che i loro cognomi non fossero pubblicati per paura di ritorsioni in una fase successiva.
"Ha sofferto tutta la notte ed è morto alle 8:20", ha detto Ivan di suo figlio. La famiglia lo seppellì nel giardino antistante sotto un enorme cumulo di terra. "È molto difficile seppellire tuo figlio", ha detto Ivan. "Non lo augurerei al mio peggior nemico."
Suo figlio ha lasciato un figlio di 8 anni e una figlia di 1 anno. "Non riesco a guardare mio nipote negli occhi", ha detto Ivan.
Yablunska Street, dove vivevano, divenne presto il tratto di strada più mortale per i civili di passaggio. Un uomo sulla sua bicicletta è stato colpito dal fuoco di un veicolo blindato all'inizio di marzo, come mostra il video registrato dall'esercito ucraino. Entro l'11 marzo c'erano almeno 11 cadaveri sdraiati sulla strada e sui marciapiedi, secondo le riprese satellitari .
Una casa saccheggiata, un cadavere in cantina
Ben presto divenne chiaro il motivo per cui i corpi erano rimasti al loro posto così a lungo.
Le truppe hanno iniziato a perquisire le case e hanno ordinato ai residenti di non uscire. "Stavano andando cantiere per cantiere", ha detto Valerii Yurchenko, 42 anni, un meccanico che vive vicino al fiume. Un comandante russo lo avvertì di non uscire per strada. "Abbiamo l'ordine di sparare", disse il comandante.
I soldati hanno sequestrato cellulari e computer. Alcuni sono stati educati, ma hanno comunque ordinato alle famiglie di lasciare le loro case vicino alle basi e di andare in un vicino asilo nido.
"Mi hanno consegnato il mio bastone da passeggio", ha detto Tetiana Masanovets, 65 anni, che è stata tra quelle a cui è stato detto di andarsene. I soldati hanno trasformato la sua casa in una fossa, usando una stanza come toilette. "Hanno rubato tutto", ha aggiunto.
Con l'arrivo di altre truppe, hanno guidato i loro veicoli blindati direttamente nei giardini delle persone, schiacciando cancelli e recinzioni di metallo e parcheggiando con le pistole puntate sulla strada.
Volodymyr Shepitko, 66 anni, è fuggito con la moglie quando un veicolo blindato russo è sfondato attraverso la recinzione posteriore. Si rifugiarono in un seminterrato della scuola n. 3. Anche i soldati russi stavano usando la scuola e il complesso residenziale dietro di essa come postazioni di mortaio.
Il 9 marzo, il signor Shepitko, un ingegnere idrico in pensione, è tornato indietro per andare a prendere del cibo dalla casa e ha trovato soldati russi che vivevano lì. Li ha descritti come "kontraktniki" - soldati a contratto, uomini che sono spesso combattenti esperti ma noti per gli abusi e che agiscono nell'impunità. Avevano parcheggiato i loro veicoli blindati dall'altra parte della strada e dormivano e scaldavano l'acqua in casa, ha detto il signor Shepitko.
I soldati hanno fatto un commento sarcastico sui fascisti ucraini, mettendo alla prova la sua lealtà. "Pensavo che mi avrebbero sparato", ha detto, "e sono rimasto in silenzio". Hanno chiesto il suo cellulare ma il suo cane ha abbaiato così furiosamente contro di loro che hanno indietreggiato e lo hanno lasciato andare.
Fu solo quando tornò dopo che i russi si erano ritirati da Kiev che il signor Shepitko scoprì fino a che punto erano arrivati i soldati russi. La sua casa era stata saccheggiata, piena di spazzatura e bottiglie di birra. Poi, in una cantina sotto la tettoia del giardino, suo nipote ha scoperto il corpo di una donna. Seduta accasciata, gambe nude sui fianchi, indossava una pelliccia e nient'altro.
Era stata colpita alla testa e lui ha trovato due bossoli per terra. Quando la polizia l'ha tirata fuori e ha condotto una perquisizione, hanno trovato involucri di preservativi strappati e uno usato al piano di sopra della casa.
L'abuso della donna è stato uno dei tanti casi, ha affermato Lyudmyla Denisova, difensore civico ufficiale dell'Ucraina per i diritti umani. Ha detto di aver registrato terribili casi di violenza sessuale da parte delle truppe russe a Bucha e in altri luoghi, incluso uno in cui un gruppo di donne e ragazze è stato tenuto nel seminterrato di una casa per 25 giorni. Nove di loro sono ora incinte, ha detto.
Ha ipotizzato che la violenza sia nata per vendetta per la resistenza ucraina, ma anche che i soldati russi abbiano usato la violenza sessuale come arma di guerra contro le donne ucraine.
Una passeggiata per andare a prendere l'acqua diventa mortale
La città era senza elettricità, acqua corrente, gas o internet dall'inizio di marzo e migliaia di residenti, ancora nelle loro case, vivevano a temperature gelide, dormendo vestiti, sotto strati di coperte.
Sei persone in una casa per anziani sono morte di fame, hanno detto i lavoratori del cimitero che hanno raccolto i corpi all'inizio di aprile. L'atrio era gelido e quattro dei morti si erano radunati in una veranda dall'altra parte del giardino. Nella casa accanto, gli stessi operai avevano abbattuto una donna che si era impiccata a un ramo.
Per 10 giorni a metà marzo, Tetiana Sichkar, 20 anni, ha passeggiato con i suoi genitori per vedere sua nonna, la cui casa aveva un fuoco a legna e una stufa all'aperto dove potevano scaldare l'acqua e cucinare. Ogni giorno facevano lo stesso percorso, attraverso i boschi e sui binari.
Il 24 marzo era sembrato di nuovo tranquillo, finché non è risuonato uno sparo sulla strada di casa.
"Era così forte che non riuscivo a sentire nulla", ha detto la signora Sichkar. Sono caduti tutti a terra nello stesso momento. Sua madre rimase in silenzio. "L'ho chiamata ma non si è mossa", ha detto. Alzò la testa e vide il sangue sul viso di sua madre, i suoi capelli e la pozza sulla strada.
Sua madre, che si chiama anche Tetiana, una casalinga, 46 anni, è morta dove è caduta. I soldati russi in seguito hanno arrestato suo marito, ammanettandolo e mettendogli una borsa in testa quando ha chiesto di recuperare il corpo della moglie. Lo lasciarono andare più tardi quella notte, scaricandolo ancora ammanettato e bendato in un'altra parte della città.
In un bizzarro episodio, hanno permesso al suo patrigno di recuperare il corpo della signora Sichkar e gli hanno dato un'auto rossa nuova di zecca - che si è rivelata essere stata rubata - per portarla via. La mattina dopo la famiglia l'ha seppellita in giardino e parcheggiato il macchina all'interno del cancello.
Lyudmyla, la madre della donna morta, ha fatto eco a ciò che molti civili di Bucha hanno notato: con il progredire della guerra, l'umore e il comportamento delle truppe russe sono diventati più brutti. "Il primo lotto era pacifico", ha detto dei soldati russi, chiedendo che il suo cognome non fosse pubblicato. "Il secondo lotto era peggio."
Parte della violenza sembrava cinica, progettata per terrorizzare, ma le truppe russe erano particolarmente sospettose nei confronti degli uomini in età da combattimento, spesso accusandoli di essere membri delle forze di difesa ucraine prima di portarli via per essere interrogati.
Natalya Oleksandrova, un'ottica in pensione, ha detto che i soldati hanno arrestato suo nipote, dicendo che lo avrebbero portato per due giorni di interrogatorio. Lo tennero per tre settimane. Dopo che le truppe russe se ne sono andate, i vicini lo hanno trovato morto in uno scantinato. "Gli hanno sparato all'orecchio", ha detto.
Gli omicidi per vendetta aggiungono un'altra minaccia
Nell'ultima settimana di marzo, le forze ucraine hanno organizzato un contrattacco per riprendere la periferia nord-occidentale di Kiev. I combattimenti si intensificarono bruscamente a Bucha e le unità russe iniziarono a prepararsi a ritirarsi.
Uno dei loro ultimi atti è stato sparare ai loro detenuti oa chiunque altro si fosse messo in mezzo. In una radura in una strada, la polizia ha poi trovato cinque membri di una famiglia, tra cui due donne e un bambino, i cui corpi sono stati scaricati e bruciati.
Almeno 15 persone sono state trovate morte con le mani legate, in vari luoghi della città, indicando che più di un'unità russa ha arrestato e giustiziato persone. Cinque corpi sono stati trovati in una cantina in un campo estivo per bambini, che le unità russe avevano usato come base. Altri sono stati trovati in Yablunska Street e altri nella fabbrica di vetro.
Nel vicino villaggio di Motyzhyn, la vendetta ha avuto un ruolo importante nella morte del sindaco, suo marito e suo figlio, che sono stati trovati sepolti ai margini del villaggio. C'erano segni di tortura: dita rotte sul figlio e contusioni sul viso del sindaco, inflitte prima che venissero fucilati dalle forze russe arrabbiate perché gli ucraini avevano distrutto un camion e un veicolo blindato.
"Era una vendetta", ha detto Anatoly Rodchenko, un insegnante di fisica in pensione il cui figlio è sposato con la figlia del sindaco ucciso, Olha Sukhenko. Il signor Rodchenko aveva assistito allo scavo della tomba, che conteneva anche altri tre corpi.
In resoconti corroborati da un comandante militare locale, i residenti hanno descritto come un'imboscata ucraina che ha fatto esplodere il veicolo blindato e il camion dei rifornimenti abbia portato a una raffica di violenza russa contro i civili.
Il giorno seguente, un veicolo corazzato russo percorse una strada, sparando a caso contro le case con una mitragliatrice pesante, ha detto Serhiy Petrovsky, il capo di un'unità locale di soldati volontari civili. Non sa quante persone siano state ferite o uccise, ma ha detto che dopo la partenza dei russi, ha raccolto 20 corpi dentro e intorno al villaggio, da questo episodio e altri.
"Hanno sparato a tutto", ha detto il signor Rodchenko. “Hanno sparato alle case. Hanno sparato a una donna per strada. Hanno sparato ai cani".
Lo stesso giorno, i soldati russi hanno arrestato la signora Sukhenko, 50 anni, suo marito, Ihor Sukhenko, 57, e il loro figlio, Oleksandr, 25, ha detto il signor Rodchenko. I corpi di tutti e tre sono stati trovati nella tomba.
"Semplicemente non capisco", ha detto il signor Rodchenko. “Ok, il sindaco ha aiutato gli ucraini. Ma perché Oleksandr? Cosa ha fatto?"
Della presenza dell'esercito russo nel villaggio, ha detto, "è stato come un incubo".
Una telefonata gioiosa, poi silenzio
Nei giorni dopo che le truppe ucraine avevano ripreso il controllo di Bucha, la polizia e gli operatori del cimitero hanno iniziato a raccogliere i cadaveri sparsi ovunque, caricando sacchi per cadaveri neri in un furgone bianco. Nel fango delle porte sul retro, i lavoratori avevano scritto "200", la parola nel gergo militare sovietico per i caduti in guerra.
Entro il 2 aprile avevano raccolto più di 100 corpi e domenica il numero era salito a oltre 360 per il distretto di Bucha. Dieci dei morti erano bambini, hanno detto i funzionari.
Il 3 aprile, Marta Kirmichi stava cercando freneticamente su Internet notizie da Bucha. Originaria della Moldova, aveva vissuto in Ucraina, vicino alla città di Chernihiv, con il marito e il figlio per 10 anni.
Aveva parlato l'ultima volta con suo marito, Dmitrii Shkirenkov, 38 anni, a metà marzo. Operaio edile, aveva lasciato la casa un mese prima per tornare al suo lavoro in uno dei nuovi complessi immobiliari di Bucha.
La copertura del cellulare era irregolare, ma era riuscito a chiamare sua moglie all'inizio del 9 marzo. "Ha detto: 'La gente viene uccisa qui, ma io sono viva'", ha detto. La seconda volta che ha chiamato, erano circa le 5:30 e lui l'ha svegliata. “Ha detto con tale voce, 'Tesoro, sono vivo.' Sembrava davvero felice". La chiamata, durata appena 30 secondi, ha reso felice anche lei, ma non ha più avuto sue notizie.
Poi si è imbattuto nelle prime orribili fotografie di uomini sdraiati con le mani legate in Yablunska Street, accanto a pallet e materiali da costruzione. Riconobbe subito suo marito. Era sdraiato a faccia in giù, le mani nascoste sotto di lui.
Più tardi, ha trovato un'altra fotografia: era stato rimosso, ma i due corpi nelle vicinanze giacevano ancora lì. Spera che, solo forse, sia stato ferito e portato in ospedale.
Dei 360 corpi trovati durante questo fine settimana a Bucha e nelle sue immediate vicinanze, più di 250 sono stati uccisi da proiettili o schegge e sono stati inclusi in un'indagine sui crimini di guerra, ha detto in un'intervista Ruslan Kravchenko, procuratore regionale capo a Bucha. Molti altri morirono di fame, freddo e mancanza di medicine e medici, tra le altre ragioni.
Seduto nella sua macchina, il signor Kravchenko ha sfogliato file e foto di cadaveri sul suo cellulare. Ha detto che si aspettava più casi poiché la polizia continuava a trovare corpi e informazioni continuavano a riversarsi. Nel complesso, nella più ampia regione di Bucha, ci sono stati almeno 1.000 morti in guerra, ha detto.
I morti sono in maggioranza civili. Solo due membri dell'esercito ucraino sono stati tra quelli uccisi nella città di Bucha, secondo Serhiy Kaplychny, un funzionario del cimitero cittadino.
La brutalità russa ha indignato la maggior parte del mondo e ha irrigidito la determinazione dell'Occidente a opporsi alla sanguinosa invasione del presidente Vladimir V. Putin.
"Il livello di brutalità dell'esercito di terroristi e carnefici della Federazione Russa non conosce limiti", ha scritto il difensore civico, la signora Denisova. Ha fatto appello alla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite affinché "prenda in considerazione questi fatti dei crimini di guerra russi in Ucraina".
Alcuni dei peggiori crimini, tra cui tortura, stupro ed esecuzioni di detenuti, sono stati commessi dalle truppe di stanza nella fabbrica di vetro di Bucha, hanno affermato i residenti e gli investigatori locali. Il procuratore regionale, Kravchenko, ha affermato che gli investigatori hanno trovato un server informatico lasciato dai russi che potrebbe aiutarli a identificare gli uomini dietro le violenze.
"Abbiamo già stabilito elenchi e dati dei militari", ha affermato Kravchenko. "Questi dati arrivano a più di cento pagine."
Gli investigatori ucraini hanno anche un'immensa risorsa da organizzazioni, cittadini e giornalisti che hanno pubblicato più di 7.000 video e foto su un hub Internet del governo, warcrimes.gov.ua, ha affermato il procuratore di stato, Iryna Venediktova.
"Quello che è molto importante qui è che sono realizzati in modo tale da essere prove ammissibili in tribunale", ha detto. "Sono settemila con prove video, con prove fotografiche." Eppure ci attende un lungo e laborioso processo di identificazione.
La signora Kirmichi non ha ancora informazioni su suo marito, l'operaio edile, e quando ha chiamato un ufficio governativo le è stato detto di aspettare un mese per avere notizie.
Al telefono sembrava triste e in lacrime. "Siamo solo in due, mio figlio e io, e non stiamo perdendo la speranza", ha detto.
Originariamente Scritto da Manu
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