Il primo punto appare legato alla presente fase della guerra in Ucraina: “lLaggressione alla Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare” sarebbe considerato come un “attacco congiunto” alla Russia. Putin mira così a coinvolgere direttamente i tre stati della NATO con di armi nucleari nelle operazioni convenzionali dell'Ucraina, con il probabile obiettivo di dividere gli alleati europei.
In secondo luogo, la Russia prenderebbe in considerazione l'uso di armi nucleari in caso di “ricezione di informazioni affidabili su un lancio massiccio di armi di attacco aereo e spaziale e sul loro attraversamento del nostro confine di stato”, per includere un attacco da parte di “aerei strategici e tattici, missili da crociera, droni, aerei ipersonici e di altro tipo”.
Viene così enormemente ampliata la strategia LOW per includere l'attacco massiccio di qualsiasi velivolo armato. Agli osservatori occidentali sembra difficile che anche un tale attacco convenzionale possa innescare l'impiego di armi nucleari da parte della Russia.
Infine la Russia si riserva “il diritto di usare le armi nucleari in caso di aggressione contro la Russia e la Bielorussia in quanto membro dello Stato dell'Unione [Russia-Bielorussia]”, compreso un attacco in cui l'avversario “usando armi convenzionali, crea una minaccia critica alla nostra sovranità”.
Il linguaggio copre esplicitamente la Bielorussia (già inclusa fra gli alleati dell'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva CSTO), segnale emblematico di una relazione strategica sempre più stretta tra Mosca e Minsk, già espressa dall'installazione di armi nucleari russe in Bielorussia.
Soprattutto, cambia il criterio per stabilire quando la Russia potrebbe usare le armi nucleari: da un attacco convenzionale che mette “in pericolo l'esistenza della Russia” si passa a uno che “pone una minaccia critica alla sovranità russa” (o bielorussa). Questa formulazione è volutamente ambigua (cosa costituirebbe una minaccia critica alla “sovranità” russa?) e suggerisce un abbassamento della soglia nucleare della Russia, lasciando ampia libertà di manovra al Presidente della Federazione Russa, unico a svolgere “la guida generale della politica statale nell'area della deterrenza nucleare, a seconda dei fattori esterni e interni che influenzano l'attuazione della difesa”.