È vero in generale, ma un po' meno nel caso della flotta, secondo me.
La flotta è partita per Gaza, stop.
Non mi pare si parli di altro e senza questa notizia "di colore" manco avremmo saputo che c'erano rappresentanti LGBT a bordo.
Non è che sono partiti per Gaza e per i Gay e per il Clima e per i diritti dei lavoratori e...
Sono partiti per Gaza.
Poi è normale che associazioni di persone che già di loro si aggregano per questa o quella causa riescano ad organizzarsi più facilmente di altri per partecipare a questo tipo di cose.
Perché sono già un gruppo, sono un gruppo "attivo", sono un gruppo con delle risorse.
Un Bobo a caso magari non avrebbe saputo neanche a chi rivolgersi per salire sulla flotta, un'associazione abbastanza grossa magari è riuscita ad armare una barca propria.
Forse che lo scopo de 'sto pack di bagnarole era quello di grattare soldi per farsi un tour del mediterraneo a gratis cavalcando l'onda mediatica del genocidio di Gaza?
Parti da Ibiza, vai a Tunisi, poi Siracusa, guasto tecnico e ci si rifugia a Mykonos (perchè Creta era troppo comoda)... Prossima tappa qualche località fashion in Turchia?
Nel frattempo l'altro genio di Tommasi annuncia la raccolta fondi per aprire un ristorante![]()
Il bello è che poi questa stessa gente riesce a far cacciare gli ebrei dai cortei del gay pride.
La morte culturale dei polli per KFC mette solo grandissima tristezza.
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Movement #Orcs love too
- in una società in cui ogni più piccolo diritto è perseguito, nessuno ha più diritti - Kungfucio
- sempre sano e ricco, mai povero e malato - kungfucio Vol.2
- meglio un osso oggi che due domani - Alì Baubau e i quaranta cagnoni
A questo punto chiediamo l'Art.5 della NATO contro IsraeleFlotilla, Delia: attacco all'Italia, il governo intervenga
"Sono state colpite le imbarcazioni di Italia, Inghilterra e Polonia. È stato come un attacco ai tre Paesi. È un episodio molto grave, che crea un precedente. Ci auguriamo che la politica intervenga". A dirlo Maria Elena Delia, portavoce per l'Italia della Global Sumud Flotilla, in merito all'attacco della scorsa notte con i droni.
Non so lì dipende da come si è svolta la cosa, se ci sono semplicemente dei gay che si fanno i cazzi loro e il capitano tunisino ha ascoltato le loro conversazioni, oppure se sono attivisti che portano avanti la loro causa anche in quell'ambito.
In generale trovo fuori luogo questo continuo sottolineare il proprio orientamento sessuale come se fosse una cosa che definisce la tua identità. Cioè, "mi piace il cazzo" non può essere un riassunto di quello che sei come persona, quindi perché dare sempre tutto questo risalto? Se vado in missione su una nave non vado come "attivista milanista" o "attivista amante degli strategici", perché sono cose irrilevanti. Quindi boh, se vogliamo - giustamente - far passare il messaggio per cui avere ognuno il proprio orientamento sessuale sia una cosa normale, facciamola diventare una cosa normale.
Poi ci sono i momenti in cui parlarne è assolutamente rilevante, ma non possono essere tutti i momenti. Gli "attivisti queer" sono un po' come i vegani o i crossfitter, non c'è un momento in cui non te lo fanno presente![]()
be', tecnicamente se una di quelle colpite batte bandiera italiana è come se israele avesse attaccato il suolo italico- certo, bisogna provare che è stata israele![]()
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Se fossero tutti su una stessa barca e armati, a Gaza ci arriverebbe una nave piena di cadaveri
Sono sicuro che si ammazzerebbero tra di loro, è nella natura umana![]()
Conosci qualcuno che legge Libero?
Se poi credi che questi vadano veramente a Gaza a portare aiuti alla popolazione buon per te, agli unicorni rosa che cagano arcobaleni non ho mai creduto.
Io mi auguro li facciano sbarcare a Gaza, poi vediamo cosa fanno. Perchè questi non riescono a fare più di 3 giorni in mare, figuriamoci in un territorio bombardato, per poi fare cosa? 4 selfie con geolocalizzazione attiva?![]()
Riporto da La Repubblica, che mi pare scriva due dettagli in più rispetto ai vari nicola porro, libero e La Verità di turno
Insomma, non pare esserci una barca con bandiere arcobaleno e cazzi di gomma attaccati all'albero maestro... semplicemente un estremista religioso non voleva stare nella stessa flotta (perchè dubito fosse la stessa barca) in cui c'era anche un famoso (da loro) attivista Lgbtq
L’ex primo ministro libico Omar el Hassi, pronto ad aggregarsi alla Flotilla con la sua Omar al Mukhtar, tenuto lontano con un pubblico “no grazie”, non è stato l’unico lasciato a terra dalla missione marittima umanitaria in viaggio verso Gaza. Negli stessi giorni, al porto tunisino di Biserte è rimasto Khaled Boujemaa, fra i coordinatori del settore nordafricano della flotta, vicino a un partito di ispirazione religiosa.
“Gli organizzatori ci hanno mentito, ci hanno nascosto l’identità di alcuni degli esponenti di prima linea della Flotilla”, ha detto in un video postato sui social e ripreso il 16 settembre dal Courier de l’Atlas e ieri improvvisamente diventato virale. Oggetto del contendere, la presenza a bordo di Saif Ayadi, attivista queer e figura di riferimento per la sinistra radicale tunisina, da tempo in rotta con il presidente Kais Sayed.
A detta di Boujemaa, la lotta per Gaza non dovrebbe essere “sporcata” da altre istanze, per questo avrebbe deciso di prendere le distanze dalla Flotilla. In realtà, fanno filtrare gli attivisti, non sarebbe stato lui a dimettersi, ma il comitato organizzatore a non cedere al ricatto e a indicargli la porta quando ha messo tutti di fronte all’aut aut: “O io, o lui”.
Due versioni totalmente opposte. Sulle barche che adesso si dirigono verso Gaza è rimasto Saif Ayad, mentre in Tunisia, dove l’omosessualità è punita con il carcere fino a tre anni e si registrano sempre più arresti e aggressioni nella comunità Lgbtq, si è infiammato il dibattito.
Con Boujemaa si sono schierati alcuni personaggi pubblici, anche considerati ‘progressisti’, come Mariem Meftah, e volti noti della tv come il presentatore tunisino Samir Elwafi. “La Palestina è prima di tutto la causa dei musulmani e non può essere separata dalla sua dimensione spirituale e religiosa”, ha detto.
In realtà, spiegano alcuni esponenti dell’opposizione tunisina che chiedono l’anonimato per timore di possibili ritorsioni, la questione è più profonda, spinosa e ha a che fare anche con il curioso e contraddittorio atteggiamento della Tunisia di Kais Saied nei confronti della Flotilla. Formalmente, la Tunisia di Saied, economicamente in ginocchio e sempre più vicina a una svolta autoritaria, è impegnata per la causa palestinese, ha sottoscritto iniziative legali contro il massacro israeliano e si dice pronta a supportare gli attivisti. Tuttavia, i due attacchi con granate incendiarie subite dalla Alma e dalla Family derubricati a “incidente dovuto a un mozzicone acceso” e le lungaggini burocratiche che hanno tenuto inchiodate per settimane le barche tra Sisi Abou Said e Biserte hanno fatto dubitare i più del reale sostegno.
“Pur non essendo a conoscenza direttamente di questa situazione, confermo che abbiamo una politica antidiscriminatoria molto chiara e concordata fin dall'inizio. Nessuna discriminazione di razza, sesso, religione, orientamento sessuale, età, capacità fisica o altro è accettata”, spiega la portavoce italiana Maria Elena Delia.
Ruggini e polemiche che, nei giorni di sosta obbligata in Tunisia, dalla Flotilla si è tentato di tenere fuori dal dibattito perché “la priorità è Gaza”, ma hanno finito per tracimare sui media mentre il viaggio delle 43 barche prosegue, nonostante le minacce di Israele. “Questa flottiglia, organizzata da Hamas, è destinata a servire Hamas. Israele non permetterà alle imbarcazioni di entrare in una zona di combattimento attiva”, ha fatto sapere ieri con una nota il ministero degli Esteri israeliano, rivendicando la legittimità del blocco navale. “Se il reale intento dei partecipanti alla flottiglia è quello di fornire aiuti umanitari e non servire Hamas, Israele invita le imbarcazioni a attraccare al Marina di Ashkelon e a scaricare lì gli aiuti”.
Parole che per la Flotilla si inseriscono “in un modello di lunga data: la deliberata ostruzione da parte di Israele degli aiuti destinati a Gaza e i suoi tentativi di delegittimare chi contesta il suo blocco illegale”. Da maggio 2025, dopo la revoca del “blocco totale”, ricordano, Israele ha consentito l’ingresso a Gaza di una media di 70 camion al giorno, sebbene l’Onu abbia stimato che siano necessari quasi dieci volte tanto e solo per soddisfare i bisogni di base. “La retorica di Israele contro la Global Sumud Flotilla prepara il terreno a ulteriori escalation. Dipingere una missione umanitaria pacifica come una «violazione della legge» è un pretesto per la violenza contro civili che agiscono legittimamente per consegnare aiuti”.
Ho chiesto a ChatGPT di disegnare una vignetta che facesse ridere LordOrion, ha funzionato?
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Tu, considerato che scrivi esattamente quello che scrivono loro
Non ci arriveranno mai a Gaza, ma la missione (realistica) della flotta non è sbarcare davvero quella roba a Gaza... che, per inciso, basterebbe si e no per un paio di settimane e non farebbe alcuna differenza: c'è ben altro già pronto e bloccato al confine dagli Israeliani.Se poi credi che questi vadano veramente a Gaza a portare aiuti alla popolazione buon per te, agli unicorni rosa che cagano arcobaleni non ho mai creduto.
Io mi auguro li facciano sbarcare a Gaza, poi vediamo cosa fanno. Perchè questi non riescono a fare più di 3 giorni in mare, figuriamoci in un territorio bombardato, per poi fare cosa? 4 selfie con geolocalizzazione attiva?![]()
La missione è politica, simbolica, anche mediatica.
E pensare che qualcuno si imbarchi su quella flotta, rischiando ad andar bene di prendersi qualche pedata sui reni prima di essere rispedito a casa, per "farsi una vacanza gratis" è di una stupidità onestamente imbarazzante.
ma é confermato che sono stati colpiti da droni (israeliani?) o ancora una volta hanno sbagliato a sparare i razzi di segnalazione?![]()