Tutta colpa di Mario che non ha spiegato il vero motivo per cui siamo tornati alle graffette: perché con la brossura le pagine non erano mai totalmente aperte, e le foto che si estendevano dalla pagina sinistra a quella destra, poi non collimavano mai. Così il problema è stato brillantemente risolto.

Scherzi a parte, le graffette hanno un aspetto decisamente 'cheap', ma ci permettono di risparmiare qualche soldo sui costi di stampa e, di questi tempi, ogni taglio alla voce "spese" contribuisce a mantenere in salute una tipologia di prodotto che di certo non va più via liscia come vent'anni fa. Io sono sinceramente dispiaciuto per chi non potrà più impilare il magazine assieme ai numeri precedenti e vedere subito di che mese è, ma ritengo piuttosto mortificante leggere commenti tipo "io pago 5,90 euro come l'anno scorso e non ho più le pagine rilegate allo stesso modo", forse perché io di quelle pagine contribuisco a creare i contenuti che, a mio personalissimo avviso, costituiscono la quasi esclusività dell'offerta. Chi paga 5,90 euro dovrebbe farlo per le recensioni di TGM, per i suoi dossier, per le sue rubriche, per il suo capitale umano e per avere tutto ciò comodamente stampato su carta... Graffetta o brossura che sia, le pagine di TGM sono sempre le stesse, la passione e la professionalità che ci mettiamo, anche. Insomma, ciò che ci tiene insieme non è certo un po' di colla a caldo spalmato lungo un lato dei fogli.