Originariamente Scritto da
golem101
Ciao, praticamente le trasferte lunghe da 4-8 settimane (estero e no, comunque migliaia di km di distanza) sono state la mia vita fino a un paio di anni fa.
Il rapporto precedente era fallito per altri motivi, ma io avevo la paranoia che le mie frequenti, lunghe assenze e distanze avessero avuto il loro peso (invece no, anzi), e a dirla tutta, la paranoia subconscia era rimasta, aveva germogliato, messo radici, fatto un albero robusto e fronzuto.
Ogni passo lavorativo è stato discusso e concordato. Le trasferte quando eravamo in Italia, il trasbordo oltreoceano (una ENORMITÀ, soprattutto per lei), i mesi estivi in cui ero a casa tre settimane a dir molto per più di un decennio, i viaggi in giro per il mondo. Tutto.
Ho avuto la buona sorte di aver a fianco una persona comprensiva e disponibile, ma che ho trattato come il riferimento di quello che facevo, non come una "parte esterna" a mie decisioni: sapevo che un altro lavoro lo trovavo, un'altra come lei, facevo più fatica. Avevo insomma, messo in chiaro le priorità, le mie, le sue, le nostre.
Non ho la pretesa di dire che la tua situazione sia la medesima, ma ci sono similitudini e punti di contatto.
Ha reagito male lei? È probabile.
Hai agito male tu, a non consultarti con lei prima di dare disponibilità sapendo (sapendo??) cosa comportava? Quasi di sicuro.
È il momento di fare un passo deciso verso la direzione che reputi prioritaria. E per quanto sia sgradedvole sentirselo dire, il passo deciso - a cui si spera lei faccia seguito in modo positivo - è una tua resposnabilità, anche a costo di rinunce professionali importanti.
Sempre che le priorità non siano altre.
In bocca al lupo.