Donkey Kong Bananza

Donkey Kong Bananza

Donkey Kong Bananza - Anteprima Hands–On

Attenti al gorilla”, cantavano negli anni ’60 Nanni Svampa (in milanese) e Fabrizio De Andre (in italiano), nella traduzione di un grande classico di Georges Brassens. “Attenti al gorilla”, in un’assolata, afosa e caldissima mattinata milanese di fine giugno, potrei cantare (ma meglio di no, vista la mia intonazione alternativa) dopo aver trascorso qualche ora in compagnia del simpatico scimmione di casa Nintendo.

Sviluppatore / Publisher: Nintendo / Nintendo Prezzo: € 79,99 Localizzazione: Testi e parlato Multiplayer: PEGI: 7 Disponibile su: Nintendo Switch 2 Data di lancio: 17 luglio 2025 Genere: Platform game

Potrei, al limite, tentare un rap scalcagnato, con massicce dosi di autotune e un testo del tipo “c’è tanta sostanza, in Donkey Kong Bananza, con grande eleganza, mi gratto la panza”… o forse potrebbe essere meglio recuperare un briciolo di dignità, e passare direttamente alle cose importanti.

RALPH SPACCA TUTTO? ANCHE DONKEY NON SCHERZA…

“D” di Donkey Kong, “D” di distruzione. “D” di devastazione. “D” di caos. Oppps, mi sono lasciato prendere la mano. Ok, scordiamoci le ultime parole che ho scritto, e andiamo subito al succo della questione. Le circa tre ore trascorse in compagnia di Donkey Kong Bananza, mi hanno divertito. Divertito molto, per la precisione. E sono riuscite a ottenere questo risultato in un modo naturale, fluido, senza inghippi, mettendo subito in chiaro dalle primissime fasi di gioco come il nostro caro primate sia tornato in azione dopo una lunga pausa con un obiettivo ben preciso in mente, ovvero aprirsi la strada (sotterranea) che porta al suo traguardo finale in un viaggio che, livello dopo livello, è guidato dalla forza dei suoi pugni.

Un risultato ottenuto in un modo naturale, fluido, senza inghippi, mettendo subito in chiaro come il nostro caro primate sia tornato in azione


Agile nei movimenti e abbastanza scattante, il Donkey Kong che ho avuto sotto controllo si è trovato ad attraversare livelli colorati, con layout che si sviluppano su più piani in cui non mancano nemici, sequenze dall’animo marcatamente “saltereccio” e un’infinità di segreti da scoprire, in quello che a uno sguardo rapido potrebbe sembrare l’esemplificazione del concetto di platform game, ma che in realtà alla prova dei fatti mette in campo un elemento in grado di sparigliare le carte in tavola e di dare nuova verve e slancio all’azione.

Donkey Kong Bananza

Cosa si ottiene unendo un gorilla e uno struzzo? Un goruzzo? Uno struzzilla? O forse un nuovo personaggio dei videogiochi?

L’elemento in questione è, riprendendo due delle “d” citate a inizio paragrafo, legato alla distruzione e alla devastazione. Donkey, grazie alla sua smisurata forza, può infatti aprirsi varchi nel terreno, sfondare letteralmente il “pavimento”, cancellare in pochi attimi pareti rocciose, creare nuovi percorsi, plasmando la forma del livello che sta affrontando a proprio gusto, sia per il puro piacere che si prova nel vedere sparire nel nulla grosse fette di terreno che per un’effettiva utilità in termini di gioco. Nascosti nel sottosuolo sono infatti presenti portali che consentono l’accesso a livelli bonus con mini bossfight, pepite d’oro, fossili e, soprattutto, anche qualche gemma di Banandium, elemento cardine che permette a Donkey di ottenere nuove abilità indispensabili per riuscire ad avanzare in una discesa che vede crescere livello dopo livello rischi e pericoli.

C’è una continuità storica che farà sicuramente piacere a tutti gli appassionati della saga

Presa la mano con il sistema di controllo, peraltro abbastanza semplice da gestire, e con un’inquadratura che, proprio in considerazione della smisurata libertà di movimento, in qualche situazione rischia di incastrarsi sottoterra e di costringere a qualche evoluzione di troppo, l’azione scorre con una fluidità impeccabile, con tutta una serie di trovate che guardano contemporaneamente al passato e al futuro. Dai barili esplosivi ai carrelli delle miniere, c’è una continuità storica che farà sicuramente piacere a tutti gli appassionati della saga, che si fonde con tante novità cha aggiungono non poco pepe. E a proposito di incrocio tra tradizione e innovazione, entrano in scena Pauline e la Bananza…

DONKEY KONG BANANZA: UN GORILLA CON UNA MARCIA IN PIÙ

Liberata, non credo di fare alcun tipo di spoiler scrivendolo, al termine di una sezione di gioco che funge da introduzione sia narrativa che alle dinamiche base, Pauline accompagnerà Donkey nell’intero corso della sua avventura, mettendo a servizio del giocatore le sue doti canore per fornire un supporto che si rivelerà a dir poco fondamentale. Sarà infatti lei, tramite la sua voce, a convogliare in Kong i poteri della Bananza, antico rituale che consente di trasformarsi per un breve periodo di tempo (gestito mediante una classicissima barra energetica) in animali fisicamente “pompati” e con una marcia in più in quanto ad abilità.

Donkey Kong Bananza

Accompagnato da Pauline, Donkey Kong è pronto ad avventurarsi nelle profondità terrestri e a mettere in azione tutta la sua forza scavatrice.

Nel corso della mia prova ho toccato con mano un paio di forme differenti, che hanno effettivamente messo in mostra alcune caratteristiche di sicuro interesse. Il Bananza Kong, una sorta di Donkey Kong sotto steroidi, propone una strapotenza fisica ancora più accentuata, che lo porta ad aumentare considerevolmente la sua capacità distruttiva e ad incrementare il suo raggio d’azione, mentre il Bananza Struzzo apre la strada a percorsi alternativi, con la possibilità di svolazzare per brevi tratti e, sfruttando i miglioramenti disponibili nello skill tree, anche di fluttuare per tratti prolungati in modo da planare dolcemente oltre gli ostacoli per raggiungere comodamente il proprio obiettivo, o di sganciare ordigni esplosivi per colpire i nemici sottostanti.

Colori vivaci, design curatissimo, ambientazioni fantasiose, nemici che, dal più piccolo al più mastodontico, dimostrano una spiccata personalità

Non credo di sorprendere quasi nessuno nello scrivere che la varietà sembra quindi essere una delle colonne portanti di Donkey Kong Bonanza, per un’avventura che, a quanto ho avuto modo di vedere, si fa avvolgere e coccolare da un comparto tecnico che trasuda stile da ogni singolo pixel. Colori vivaci, design curatissimo, ambientazioni fantasiose, nemici che, dal più piccolo al più mastodontico, dimostrano una spiccata personalità… non sembra mancare davvero nulla per un’esperienza visiva che potrebbe avere tutte le carte in regola per conquistare gli appassionati del genere (e non solo), che dal 17 luglio potranno trascorrere un’estate scavando, mangiando banane e cantando. Cosa? Ma ovviamente, come ho già scritto, “attenti al gorilla”.

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