Dopo la prima conferenza di questo E3 2016, quella di Electronic Arts, che non rientra tra le dieci migliori di sempre (ma per saperne di più leggetevi il nostro prossimo resoconto, e riguardatevi il nostro commento a caldo che abbiamo trasmesso su Facebook subito dopo), durante la notte è stato il turno di Bethesda, che aspettavamo al varco dopo i fuochi d’artificio dello scorso anno. Va subito detto che la casa americana ha sicuramente bisogno di calibrare meglio il tiro sull’organizzazione vera e propria dell’evento: abbandonato il Kodak Theatre della notte degli Oscar, è stata scelta una location molto meno glamour, in una zona piuttosto malfamata di Los Angeles (roba che al termine dell’evento, i poliziotti stessi ci hanno consigliato di non allontanarci a piedi dal luogo, ma di aspettare un eventuale taxi o il passaggio di un collega). Al di là di questo, il vero problema è stato aver accreditato un numero di giornalisti di gran lunga superiore alla capienza del luogo, al punto che noi, come molti altri colleghi (italiani, ma non solo), dopo quasi un’ora e mezza di coda in mezzo alla strada, abbiamo poi assistito alla conferenza nel retro del posto, davanti a un maxischermo parzialmente coperto dai raggi del sole che tramontava. Non un granché, francamente.
UN INIZIO UN PO’ MEH…
La conferenza è iniziata con l’annuncio che in molti si aspettavano, quello di Quake Champions, che segna il ritorno della storica serie di id Software in un titolo che dovrebbe uscire già entro la fine dell’estate, e che verrà presentato in maniera più approfondita durante la prossima QuakeCon. Da quel che abbiamo visto nel trailer in CGI mostrato a Los Angeles, più che di un reboot del celeberrimo e mai abbastanza elogiato sparatutto in prima persona del 1996, si tratta di una sorta di ripensamento in chiave moderna di Quake III Arena, uscito tre anni più tardi, e che ha di fatto definito il multiplayer competitivo per parecchio tempo. Nel trailer si vedono diversi personaggi (corrispondenti a diverse classi, immaginiamo) che se le danno di santa ragione in arene particolarmente cupe, riprendendo in chiave più “dark” il concept degli Hero Shooter che va tanto per la maggiore di questi tempi, a cominciare da Overwatch di Blizzard. Dovremo aspettare QuakeCon per saperne di più, dicevamo, e per farci un’idea un po’ più approfondita del gioco, ma chi di noi si aspettava un reboot in grande stile del primissimo Quake, che era un titolo valido soprattutto in single player, è rimasto alquanto deluso. Resta anche la perplessità su quanto l’uscita di un titolo come Quake Champions possa andare a disturbare il comparto multiplayer di DOOM, indubbiamente diverso sotto molti punti di vista, ma che se la gioca comunque su un terreno per larga parte comune.
Bethesda ha sicuramente bisogno di calibrare meglio il tiro sull’organizzazione
… E IL RITMO SI IMPENNA!
La software house francese di Lione, autrice di quel capolavoro che va sotto il nome di Dishonored, rimane una delle più promettenti dell’industry, e Bethesda fa bene a tenersela stretta. Il direttore creativo del primo gioco di Corvo Attano ha finalmente presentato il progetto a cui sta lavorando da diverso tempo, intitolato Prey: non un sequel del gioco del 2006 di Human Head Studios, ma un vero e proprio reboot della serie, annunciato da un trailer in CGI davvero affascinante e coinvolgente, per quanto poco esplicativo di quel che sarà davvero il gioco. Anche qui, prima di poterne sapere di più toccherà attendere la prossima QuakeCon, ma per il momento non possiamo che plaudire al coraggio di Arkane (e Bethesda) nel prendere in mano una delle IP più “sfortunate” della storia, su cui si sono cimentati in molti, dal 1995 a oggi, finendo in molti casi per esserne travolti.
Abbiamo finalmente potuto ammirare l’ottimo lavoro svolto da Arkane nella realizzazione di Karnaca, la città in cui è ambientato Dishonored 2
INFERNI VIRTUALI
Non poteva ovviamente mancare un po’ di spazio anche per la realtà virtuale: Bethesda ci si tuffa annunciando Fallout 4 con pieno supporto per HTC Vive, che arriverà nel 2017 insieme a DOOM, anche se di quest’ultimo non è ancora chiaro se si tratterà di un porting 1:1 del gioco originale, o se di un’esperienza opportunamente rivista e corretta per adattarsi alla realtà virtuale (più probabile, secondo noi, vista la particolare frenesia dei combattimenti, che si porterebbe appresso non pochi problemi di motion sickness per i giocatori).
CHI C’ERA, CHI NON C’ERA
Non pervenuti The Evil Within 2, di cui potremmo sentir parlare probabilmente il prossimo anno, insieme a Wolfenstein 2, e sparito del tutto da ogni radar lo shooter multiplayer in prima persona Battle Cry, annunciato in pompa magna all’E3 di un paio di anni fa, e che possiamo ormai dare per defunto. Nel complesso, però, al netto dei problemi logistici, la conferenza di Bethesda è stata tutto sommato positiva, da 7 secco: non è stato lo sfoggio di potenza e di soldi dello scorso anno, è vero, ma a Los Angeles ha approfittato del palco mondiale per ribadire il supporto ai suoi titoli usciti più di recente (DOOM e Fallout 4 su tutti), ha presentato una line-up di tutto rispetto, molte cose in arrivo nei prossimi mesi e almeno un paio di progetti interessanti per il prossimo anno, permettendole di giocare sullo stesso piano di publisher come Electronic Arts e Ubisoft. Finalmente.