L’E3 2017 si è concluso da un po’, ormai. I nostri ragazzi sono tornati sani e salvi, ma non abbiamo ancora avuto modo di analizzare, in mezzo all’oceano di presentazioni per il gaming “tradizionale”, ciò che di buono (o di meno buono) si è visto in materia di produzioni VR. Ovviamente il discorso si potrebbe allargare a tutti i titoli di buone speranze incontrati in spazi e spazietti del Los Angeles Convention Center, e magari qualcuno di loro si rivelerà pure un capolavoro, ma questo lo scopriremo di volta in volta, nel corso di rubriche e mini-recensioni dei prossimi mesi.
Stavolta lo spazio è tutto dedicato alle anticipazioni: in taluni casi abbiamo provato il gioco, in altri l’abbiamo visto in azione con dovizia di particolari, ma per tutti abbiamo eliminato il fattore “confort” nella descrizione didascalica, semplicemente perché le presentazioni non sono mai andate oltre una certa durata, comunque insufficiente per farsi un’idea su eventuali problemi di motion sickness. La sequenza dei titoli non è casuale, ed è anzi strettamente legata alle nostre attuali preferenze. Buona lettura.
Doom VFR
Piattaforme: HTC Vive, PlayStation VR
Controlli: Vive Controller, PS Move, DualShock 4
Uscita: fine 2017
La dimensione del gioco non è ancora chiarissima, ma il fatto che si tratti di una libera rilettura – e non di un rifacimento completo, come per Fallout 4 VR – fa indubbiamente temere una longevità minore. Ciò detto, l’appeal è determinato anche da fattori tecnici: almeno su PC, la buona leggerezza dell’originale sembra sia stata sfruttata per ottenere un frame rate perfetto e pochissimi compromessi su texture, effetti e palliativi importanti in VR, come l’upscaling della risoluzione o un potente antialising. Va da sé che la fluidità di base tornerà comoda anche per la versione PlayStation VR, sulla quale, tuttavia, è ancora impossibile sbilanciarsi.
Transference
Piattaforme: HTC Vive, PlayStation VR, Oculus Rift
Controlli: Vive Controller, PS Move, Oculus Touch
Uscita: primavera 2018
Non dovete immaginare qualcosa di troppo lento o potenzialmente noioso, ma anzi a un’esplorazione ben ritmata e piena di fascino anche sotto il profilo grafico, con tante interazioni, diramazioni non lineari dei dialoghi e un intrigante colpo d’occhio retro, volutamente da video d’inizio millennio (la trama, dai risvolti ucronici, ha inizio in questa timeline). In un contesto come quello dell’E3 è contata molto anche la presentazione, orchestrata come fossimo davvero i tester di un portentoso dispositivo, ospiti di una company con scopi sostanzialmente misteriosi.
Fallout 4 VR
Piattaforma: HTC Vive
Controlli: Vive Controller
Uscita: fine 2017
D’altra parte, l’interazione con lo scenario è stata riprodotta in ogni particolare, e non mi è sembrata troppo cervellotica per chi è già avvezzo all’uso di Vive: sistema SPAV e uso del Bip Boy o dell’Armatura Atomica saltano agli occhi per questioni di affetto e puro spettacolo, con la “naturale” rotazione del polso che ci porta all’interno dei vari menu. Ad alcune cose occorre meglio abituarsi – per via del trackpad e soprattutto dei terribili tasti laterali, inadatti a troppi giochi – ma di base è possibile vivere Fallout 4 in modo molto simile, compreso il completo utilizzo “gestuale” del crafting. I sistemi di movimento selezionabili erano due, libero con il trackpad oppure con il solito teletrasporto; la difficoltà impostata era evidentemente bassa, e anche gli effetti di un gameplay più impegnativo andranno valutati su una distanza maggiore.
Echo Arena
Piattaforma: Oculus Rift
Controlli: Oculus Touch
Uscita: 20 luglio 2017
Echo Arena, al contrario, si è presentato in una forma giocabile più che convincente. Si tratta a tutti gli effetti di un esport in realtà virtuale, evidentemente ispirato al training a gravità zero di Ender’s Game (pistolette energetiche a parte, qui assenti), in cui abbiamo il “semplice” compito di far entrare nella porta avversaria un disco stile Tron, sfruttando ripari e superfici per farlo rimbalzare. Davvero eccezionale il sistema di movimento, realistico e aperto a diverse strategie: di base non c’è alcuna propulsione, ed è invece necessario spingersi con gli Oculus Touch per prendere velocità, afferrando “fisicamente” gli appigli o addirittura i compagni. Immagino già formazioni con gruppi di tre, due a proteggere il portatore e fornirgli la spinta per il rush finale, oppure i “runner” (si fa per dire, eh) che sfruttano le varie barriere o il bordo, per schizzare da un punto all’alto alla massima velocità. Echo Arena sarò gratuito al lancio della controparte in singolo, per un periodo di tempo non ancora specificato.
Skyrim VR
Piattaforma: PlayStation VR (HTC Vive 2018)
Controlli: PS Move, DualShock 4 (Controller Vive)
Uscita: fine 2017
Allo stesso tempo, ed ecco il mugugno, per le probabilissime migliorie grafiche per PC toccherà aspettare fino al 2018 (almeno, da quel che risulta qui), complice un’esclusiva temporale sulla piattaforma VR che, obiettivamente e senza scandalo, sta facendo meglio sul piano commerciale. Le opzioni di controllo saranno le stesse di Fallout 4 VR, così come la perfetta aderenza ai contenuti originali che, però, in questo caso comprenderanno tutti quelli aggiuntivi pubblicati dopo l’uscita. Va da sé, infine, che il fatto di brandire direttamente armi e scudi renderà l’azione molto più fisica e brutale, ovviando in modo naturale alla rigidità delle animazioni in prima persona nell’originale (per le altre non si può fare nulla, nemmeno stavolta). Immagino già le sudate, con la mia compagnia che entrerà nel soggiorno e mi troverà seminudo e urlante.
The Inpatient
Piattaforma: PlayStation VR
Controlli: PS Move, DualShock 4
Uscita: fine 2017
Ricordo che Supermassive Games ha già rimaneggiato il materiale del suo gioco più famoso con Rush of Blood, dove tutto veniva ricondotto a un semplice rail-shooter d’orrore. Inpatient, dal canto suo, grazie alla ridotta dimensione degli scenari risulta già notevolissimo anche come spettacolo grafico, con modelli caratterizzati da notevoli dettagli e animazioni che non intaccano la fluidità e, anzi, sembrano migliori di quelle di Resident Evil VR, al netto di ambientazioni dalla qualità paragonabile.