È indubbio che nell’ultimo periodo i videogiochi di stampo sandbox stiano vivendo una seconda giovinezza, soprattutto quelli nati dopo il grande successo di Stardew Valley. My Time at Portia si inserisce proprio in questo particolare filone che strizza l’occhio ad Harvest Moon, offrendo ai giocatori l’opportunità di immergersi in un’ambientazione tanto colorata quanto spensierata.
AI CONFINI DELLA CIVILTÀ
L’opera in lavorazione presso Pathea Games ed edita da Team17 ci mette nei panni di un giovane che riceve in eredità una bottega nella remota cittadina di Portia, in un mondo post-apocalittico che ha visto l’umanità sull’orlo della distruzione a causa dell’utilizzo di tecnologie sempre più devastanti. Al contrario di quanto si possa pensare dopo questo breve preambolo, My Time at Portia non è ambientato in una terra devastata, bensì in una landa rigogliosa e popolata da individui sempre cordiali: ci troviamo nel bel mezzo di un’utopia in cui l’uomo ha deciso di tornare a uno stile di vita semplice, impiegando solamente tecniche e tecnologie ecosostenibili.
My Time at Portia si inserisce proprio in quel particolare filone che strizza l’occhio ad Harvest Moon
Le potenzialità di un impianto ludico del genere sono teoricamente infinite, dal momento che è stato implementato anche un semplice sistema che tiene traccia delle relazioni tra il protagonista e i diversi cittadini, un po’ come avviene in una qualsiasi incarnazione della saga di Animal Crossing. Ed è proprio dal franchise di Nintendo che Panthea Games ha preso ispirazione per la creazione di questa ragnatela di rapporti; un struttura che, nonostante sia ancora in uno stadio poco più che embrionale, contribuisce a definire quella medesima atmosfera di cooperazione spensierata tra i vari personaggi.
CREAZIONE DA COMBATTIMENTO
Di cose da fare in questa prima versione in divenire di My Time at Portia non ce ne sono ancora molte, ma sono sufficienti per capire la direzione che il team di sviluppo ha intrapreso nel delineare un videogioco che porta in dote anche una componente action RPG relativamente marcata. Effettuando qualsiasi azione, dalla raccolta della legna alla semina di piante, passando per la creazione di oggetti e l’estrazione di minerali, si accumulano punti esperienza da spendere in un albero delle abilità, diviso in tre rami ben distinti: uno dedicato all’aspetto sociale, un altro relativo alle attività della bottega, e un terzo che racchiude le capacità da impiegare negli scontri con i nemici.
My Time at Portia sembra promettere davvero bene
Insomma, al momento la carne al fuoco di sicuro c’è, anche se poco o nulla è stato approfondito a dovere. Ciononostante, My Time at Portia sembra promettere davvero bene, ed è per questo che lo terrò d’occhio con molto piacere. Bisognerà capire come si evolveranno tutti questi elementi, più quelli già promessi dagli sviluppatori e che verranno aggiunti nel corso del tempo, come i mini-giochi, quest elaborate e un intrigante sistema di allevamento degli animali, che poi potranno essere cavalcati e quindi utilizzati per esplorare la regione che circonda la cittadina di Portia. Per ora, bene così.