Non so voi ma io perdo sempre tantissimo tempo nelle schermate di creazione del personaggio. Ritengo che dare vita a un avatar partendo letteralmente da zero sia una delle parti più affascinanti di un videogioco con una componente RPG, a prescindere da quanto questa sia marcata. È successo anche nel caso di The Division 2, grazie al cui editor ho dato vita alla protagonista della mia avventura tra le strade devastate di Washington D.C., la capitale statunitense teatro delle vicende dell’ultimo looter shoter targato Ubisoft e Massive Entertainment.
È proprio dando vita al mio personalissimo personaggio che qualche giorno fa è cominciato il mio viaggio verso la recensione. Un inizio di cammino che abbiamo deciso di condividere con voi in attesa di dare forma a un parere quanto più completo possibile, un’opinione definitiva che potrete leggere su queste pagine virtuali nei prossimi giorni.
ATTACCO AL POTERE
Il primo impatto con The Division 2 è stato spiazzante, dal momento che, preso com’ero da altre prove e incombenze per TGM, non ho potuto partecipare alle varie sessioni di prova che si sono avvicendate nelle scorse settimane. All’avvio del gioco, quindi, ero completamente a digiuno di informazioni, sebbene avendo giocato al precedente capitolo sapessi già in linea di massima a cosa sarei andato incontro. Eppure l’assalto alla Casa Bianca che dà il via alle danze mi ha comunque sorpreso, questo perché sono riuscito a respirare quell’atmosfera di impellenza che solo una situazione disperata può trasmettere.
È proprio in quel di D.C. che la Divisione sta provando a rimettere in piedi la civiltà americana
SPARATORIE TUTTIFRUTTI
Sebbene al momento sia ancora impegnato a portare avanti le missioni della corposa storia principale, posso senz’altro esprimere un primo parere sul feeling delle armi e sul gameplay. Rispetto a quanto visto nel primo The Division, si ha l’impressione che le sparatorie abbiano guadagnato una profondità tattica maggiore, e ciò è dovuto principalmente al semi abbandono dei classici nemici spugna. A patto di essere sempre ben equipaggiati con oggetti del livello adatto, bastano davvero pochi colpi ben piazzati per eliminare gli avversari, persino quelli corazzati. Il rovescio della medaglia, tuttavia, è che anche ai nostri nemici non servono che poche pallottole per metterci al tappeto. Sfruttare le coperture e le rinnovate abilità speciali degli agenti diventa quindi essenziale se si vuole sopravvivere agli scontri, tentando di coordinarsi quanto più efficacemente possibile con i propri compagni in caso si faccia parte di un team.
non vedo l’ora di completare le missioni principali e scoprire cosa abbia da offrire il gioco in termini di attività endgame