Che possa trattarsi di un futuro distopico, o di un multiverso parallelo simile al Pianeta delle Scimmie, ammetto che vedere delle capre combattere in un’arena armate fino ai denti con fucili che farebbero impallidire persino Xan mi ha veramente sorpreso. Che poi, a pensarci bene, le armi sembrano proprio un residuato bellico dell’indimenticabile Unreal Tournament. Come avrete comunque dedotto da questo incipit piuttosto diretto, il titolo da noi provato in anteprima, Goat of Duty, è esattamente uno sparatutto in prima persona, sviluppato dalla cricca italiana 34BigThings (gli stessi ragazzi di Redout) con l’intenzione di trasportarci in una serie di arene dove, per sopravvivere, saremo costretti a uccidere capre impersonando… una capra!
OLD SCHOOL FINO AL MIDOLLO
Dal primo momento in cui si mettono le mani su Goat of Duty, la sensazione di calcare il palcoscenico di qualsivoglia sparatutto vecchia scuola è piuttosto palpabile. Non parliamo certo di grafica, che in qualche modo cerca di stare al passo con i tempi senza doversi necessariamente affidare alla “filigrana” del periodo di riferimento, quanto più di meccaniche legate al gameplay, dove è necessario fare appello a una buona dose di riflessi per sopravvivere a esplosioni verdi e capre che entrano ed escono dalle finestre belando. Non serve seguire alcun tipo di trama per partecipare allo scontro, dato che non esiste una modalità campagna da completare, basta soltanto possedere le giuste doti per partecipare a degli scontri competitivi online suddivisi per tipologia e arena dove disputarli. Sotto questo punto di vista ci troviamo di fronte a un’offerta discreta, che cerca di alternare gli ormai reiterati deathmatch totali e a squadre con altre modalità più particolari, come il Gun Deathmatch o la Fus Ro Arena.
Azione adrenalinica, armi old school e belati alla riscossa. Cosa si può chiedere di più?
IL GIUSTO PREZZO
Mettendo un momento da parte i tecnicismi legati al genere e al gameplay, risulta doveroso sottolineare che Goat of Duty è al momento un titolo in Early Access, quindi ancora in una fase post-embrionale dove gli sviluppatori devono mordere la cinghia affinché il titolo possa avere più o meno successo nei prossimi mesi. Il discorso è essenzialmente lo stesso in tutti i campi: sinceramente al prezzo di 6.99€ il gioco può attirare la clientela di riferimento proponendosi come un piccolo investimento per nulla esoso, che gioca un po’ con sé stesso senza prendersi sul serio, rilanciando anche diverse citazioni divertenti grazie ai costumi sbloccabili automaticamente dopo ogni level up.
La poca varietà si rivela essere un discreto tallone d’Achille per la produzione