Davvero pensavate che vi avremmo mandato in vacanza senza un nuovo appuntamento con l’Antica Libreria di TGM? Che vi avremmo abbandonato alla noia di ombrellone e lettino senza null’altro da leggere oltre all’ultimo bellissimo, spumeggiante, clamoroso numero della vostra rivista preferita? Ovviamente no, anche perché lo sappiamo benissimo che avete già divorato TGM #383 e la vostra sola alternativa all’aquagym con l’animatore è infilare in valigia qualche vecchio numero di The Games Machine e partire in vacanza col Pastore. Ecco dunque che la rubrica letteraria più aperiodica del web videoludico arriva prontamente in vostro soccorso.
File 007.1 – Il gene del talento e i miei adorabili meme, di Hideo Kojima
Dove trovarlo: 451 Libri
451 Libri è apparsa nel panorama editoriale italiano come un fulmine a ciel sereno. Senza nessun preavviso, a maggio di quest’anno un account Instagram ne ha preannunciato l’arrivo con una line up iniziale di tutto rispetto composta niente meno che da Sheila Williams, Al Ewing (apprezzato autore Marvel)[Uno dei migliori al momento, andatevi a leggere il suo L’Immortale Hulk! NdMarco] e sua maestà Alan Moore (sì, QUEL Alan Moore). Elaborata la sorpresa, sono arrivate le spiegazioni: 451 Libri è una nuova etichetta editoriale di Edizioni BD votata alla fantascienza. Dopo la prima infornata di titoli, attraverso cui abbiamo avuto modo di apprezzare anche le forti scelte di design che caratterizzano le pubblicazioni di 451 e che coinvolgono persino le sensazioni tattili attraverso la scelta di una carta un po’ ruvida, che rende subito riconoscibili al tatto le loro pubblicazioni, la giovane casa editrice ha continuato a sorprendere con l’annuncio della pubblicazione de Il gene del talento e i miei adorabili meme di Hideo Kojima, scelta decisamente non banale.

La copertina del volume è realizzata dall’artista giapponese Yuko Shimizu, ma non è stata molto apprezzata da Kojima su Twitter.
Primo libro non fiction di 451, Il gene del talento e i miei adorabili meme è una raccolta di saggi scritti in prima persona dall’autore giapponese che ci catapultano all’interno del suo mondo di riferimenti pop attraverso il concetto di meme, inteso come situazione buffa, ma anche come elemento di condivisione che accomuna immediatamente le persone che hanno avuto la medesima esperienza. Come quasi tutte le opere di Kojima, anche per questo suo libro è difficile ricorrere ad etichette o inquadrarlo all’interno di categorie prestabilite. A tratti un diario, a tratti un libero flusso di pensieri su un immaginario di cultura pop che è suo, ma anche condiviso con buona parte dell’umanità, all’interno del volume si alternano senza divisioni o barriere stralci di conversazione, riflessioni, recensioni di libri o film, prima di un’inattesa digressione sulla lavorazione di Death Stranding e la sua connessione con i meme.
DIFFICILE CATEGORIZZARE QUESTA RACCOLTA DI SAGGI: A TRATTI È UN DIARIO, ALTRE VOLTE CI TROVIAMO DI FRONTE CONVERSAZIONI, RECENSIONI, E ANCHE UNA DIGRESSIONE SU DEATH STRANDING

Il concetto di meme è presente da tempo nelle opere di Kojima, al punto da essere contenuto in uno dei possibili acronimi di MGS per sua stessa ammissione.
Se siete disposti a tollerare la narrazione di Kojima sulla fondazione del suo studio indipendente, per me abbastanza insopportabile visto che vuole lasciare intendere di essere ripartito da solo e da zero omettendo il fiume di finanziatori pronti a sostenerlo, Il gene del talento e i miei adorabili meme è una lettura interessantissima e fuori dai canoni letterari, che svela dettagli per nulla banali delle opere di Kojima e ne amplifica la portata attraverso la rete di collegamenti culturali che si viene a creare con naturalezza e per accumulo. A tratti, Kojima apre persino spiragli su angoli piuttosto privati di sé, come il trauma per la prematura perdita del padre, affrontando esplicitamente tematiche e situazioni che erano già filtrate simbolicamente attraverso le sue opere. Ammetto di avere un rapporto altalenante con Kojima e i suoi giochi, lontano dalla venerazione di alcuni, ma in fondo il mio scetticismo non fa che confermare la bontà de Il gene del talento e i miei adorabili meme come raccolta di saggi, forse non tutti sullo stesso livello, ma attraverso i quali emerge la figura di autore che di sicuro ha qualcosa da dire e che, questo gli va senza dubbio riconosciuto, sceglie sempre il modo meno scontato per farlo.
Continua nella prossima pagina…
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