A Platinum Games il gameplay che ha creato per NieR: Automata dev’essere piaciuto proprio tanto, visto che ha deciso di riprenderlo e di crearci un gioco attorno: stiamo parlando di Babylon’s Fall, del quale negli ultimi giorni abbiamo potuto provare la versione beta.
Sviluppatore / Publisher: Platinum Games / Square Enix Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5 Data di Lancio: 2022?
Nessuno può dire che Platinum Games sia uno studio a cui non piace sperimentare. Nel corso della sua pluriennale carriera, e pur restando all’interno dei giochi action, la realtà giapponese si è sempre distinta sia per la qualità che per la particolarità – spesso sconfinante nell’assurdo in senso buono, vedi Bayonetta e le sue pistole nei tacchi delle scarpe – dei combat system che ha creato.
https://youtu.be/tRX3EqCyB1c
Con Babylon’s Fall l’esperimento è duplice: prendere ed espandere qualcosa che abbiamo già visto in NieR: Automata, cioè le armi fluttuanti a cui possiamo ricorrere a piacimento nel bel mezzo delle combo, e inserirlo in uno schema da “looter slasher” un po’ tipo Godfall. O Destiny, che forse è meglio conosciuto.
BABYLON’S FALL, THE SENTINELS’ RISE
La storia del gioco per ora è ancora ammantata d’ombra, ma i suoi antefatti si possono riassumere così: un bel giorno, il potente impero babilonese è caduto. Ciò che è rimasto della sua antica gloria è un’imponente torre nota come la Ziggurat, dove sono racchiusi tesori inimmaginabili che fanno tanta, tanta gola all’Impero Domitiniano. Dentro la torre però ci sono anche un sacco di cose pericolose, e qua entriamo in gioco noi: soldati sopravvissuti a un rituale che li rende superumani, noti come Sentinelle e pronti a prendere parte a spedizioni che li porteranno nelle viscere della torre.

Il buon Pygmalion ci venderà anche armi adatte al nostro livello, ma se volete la roba seria dovrete sudarvela.
Basta, per ora tutto qui. La closed beta che abbiamo provato nel corso di questi tre giorni non conteneva nessun accenno di trama, ma l’introduzione ci serve anche per presentare com’è strutturato il gameplay: al lancio del gioco ci troveremo in un hub con altri giocatori, un mercante, altri NPC vari e una bacheca che ci permette di partire per delle spedizioni all’interno della fortezza. Se avete mai giocato a Vindictus, avete già presente come funziona il tutto, meno la parte sui componenti da grindare all’infinito: ogni livello ci ricompensa direttamente con una sana dose di equipaggiamento, anche nel caso in cui non dovessimo riuscire ad arrivare fino alla sua fine. Di queste missioni ne abbiamo potute provare tre, poi riproposte a difficoltà più alta; ciascuna di essere ha anche un “power level” consigliato, cioè il valore che deve avere il livello medio del nostro equipaggiamento. Addentrarsi in un missione di livello considerevolmente più alto del vostro (o finirci dentro a causa del matchmaking…) non è consigliato, dato che oltre a prendere schiaffoni finirete per infliggere 1 danno ai nemici. Che di base hanno tranquillamente più di un migliaio di punti vita.
Per quanto riguarda nello specifico il sistema di combattimento, funziona così: abbiamo quattro tasti d’attacco a disposizione (leggero, pesante e due “spiritici”) e a ciascuno di essi va assegnata un’arma; non possiamo assegnare la stessa a più di uno slot. Ovviamente, ciascuna arma ha un suo moveset: il martello è lento ma potente, la spada agile e veloce, le staffe attaccano a distanza eccetera. Nel complesso, il risultato è un sistema interessante e che incentiva la sperimentazione per trovare una combinazione che si adatti al nostro stile di gioco, tanto che più che ciascuna arma, oltre alle sue statistiche, è dotata di proprietà speciali che ne possono modificare i punti di forza.
I NEMICI HANNO LA TENDENZA AD ESSERE FIN TROPPO CORIACEI
MAGIA ARCANA DA UN’ALTRA EPOCA
Un altro problema di Babylon’s Fall riguarda la chiarezza degli incantesimi associati a ciascun pezzo di equipaggiamento. A ciascuno di loro è assegnato infatti un nome che suona come “First Aspect of Protection: Indomitable Spirit” o “Second Aspect of Hate: Warrior’s Clarity” che, se da un lato è innegabilmente un modo molto figo ed evocativo di dare i nomi alle cose, dall’altro non aiuta a capire immediatamente cosa fa ciascuno di essi. Esiste chiaramente un menu a parte dove possiamo vedere nel dettagli tutti gli effetti associati al nostro personaggio, ma forse sarebbe stata una scelta molto migliore inserirli nella scheda dell’oggetto, così da evitare la necessità di dover ricorrere a finestre aggiuntive per capire se l’arma che stiamo per equipaggiare funziona bene con la nostra build o meno.

Le cattedrali gotiche in rovina si confermano al primo posto come capacità di evocare senso di meraviglia per glorie passate.
SE C’È QUALCHE SPIGOLOSITÀ QUI E LÌ, MOLTO BEN RIUSCITO È INVECE L’ASPETTO ESTETICO DEL GIOCO