mario + rabbids

Mario + Rabbids: Sparks of Hope

Switch

Mario + Rabbids: Sparks of Hope – Provato

Mario + Rabbids: Sparks of Hope sta arrivando e promette di essere l’esilarante consacrazione di una serie che ormai non è più un outsider.

Sviluppatore / Publisher: Ubisoft / Nintendo Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Testi e doppiaggio Multiplayer: Assente PEGI: 7+ Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 20 ottobre 2022

Tutti i videogiochi hanno una storia alle spalle. Storie belle e torbide, che a volte rimangono private, riecheggiando negli uffici e nell’intimità di chi ci lavora, e altre volte diventano volti, aneddoti, cover story, assottigliando quella distanza che c’è solitamente tra sviluppatore e giocatore, avvicinati solo dai titoli di coda e da un “grazie per aver giocato!”.

Mario + Rabbids: Kingdom Battle fa parte di questa seconda categoria. Ricorderete il leak clamoroso che ne svelò esistenza e meccaniche, la reazione scomposta della community che ci mise 5 secondi a bollarlo come una porcheria, la presentazione ufficiale all’E3 2017, le lacrime di Davide Soliani in mondovisione. E poi il lancio, esilarante e travolgente come il suo gameplay, il successo di critica e soprattutto pubblico, con la recente notizia delle oltre 10 milioni di copie vendute in questi 5 anni. Numeri enormi per un gioco così stravagante.

mario + rabbids sparks of hope

“Si è spento il sole chi l’ha spento è Cursa”, faceva più o meno così, fatto sta che questa meta turistica adesso è abbastanza lugubre, nonostante qualche Rabbid irriducibile sia comunque in spiaggia!

E non è solo una bella storia di sviluppo Made in Italy, è la storia di un team che ha avuto un’idea folle e l’ha portata fino alle sue estreme conseguenze, prima conquistando i vertici Nintendo e poi facendo divertire a crepapelle quei possessori di Switch che ci hanno creduto.

E poi il lancio, esilarante e travolgente come il suo gameplay, il successo di critica e soprattutto pubblico

Mario + Rabbids: Sparks of Hope è la prova di quel lieto fine, un seguito consapevole su cui Ubisoft e Nintendo puntano forte, come con qualsiasi IP di prima fascia, che non si accontenta di migliorare ma prova a evolvere, raffinare le sue meccaniche, ingrandire il mondo fino a toccare vette cosmiche di ispirazione “mariogalaxyana”, brillare come gli Sparks, matti incroci tra Sfavillotti e Rabbids, perfette mascotte di questo nuovo capitolo.

UNA GIORNATA COME TANTE

È una giornata come tante al Castello di Peach, i Rabbids e i Toad chiacchierano amabilmente, Rabbid Mario è nudo in un cespuglio perché ha perso la salopette, cose del genere, tutto regolare e illuminato dal tiepido sole pomeridiano che accarezza il cortile del palazzo. Questo fin quando una gigantesca manta spaziale agli ordini di Cursa, misteriosa e inquietante entità che vuole catturare gli Spark per sfruttare il loro potere e scatenare l’Oscutiferio (e che sembra uscita dalla mente di un Lovecraft del Regno dei Funghi), non decide di ingoiare Rabbid Peach nel ben mezzo di un selfie, così, in un sol boccone, costringendo Mario all’inseguimento, armi in pugno e garra di sempre. E bastano veramente una manciata di minuti per capire cosa intendo quando parlo di vera e propria evoluzione della formula. La forza di Kingdom Battle stava nella dinamicità con cui declinava la tattica a turni stile X-Com mescolandola con l’agilità di Super Mario, creando un mix esplosivo ed esilarante di sparatorie, coperture, salti, scivolate e un pizzico di platform.

mario + rabbids sparks of hope

Una piccola anteprima degli Sparks, da usare come fossero evocazioni da JRPG e potenziare fino a scatenare poteri devastanti. Essenziali!

Ecco, Sparks of Hope va oltre quel dinamismo fino a lambire i confini dell’action. Un action a turni, certo, ma con una libertà d’azione e una fantasia che lascia al palo pure l’eccellente prequel. Se nel capitolo precedente ogni personaggio poteva muoversi verso un determinato punto ed effettuare varie mosse in successione, scegliendo però prima il “percorso” da seguire, ora l’area di movimento dei singoli protagonisti diventa totalmente libera, esplorabile, fin quando non si decide di attaccare; vi faccio un esempio pratico.

È una giornata come tante al Castello di Peach fin quando una gigantesca manta spaziale decide di ingoiare Rabbid Peach nel ben mezzo di un selfie

Muovo Mario, lo faccio entrare in tackle a martello su una bob-omba che si attiva, la raccolgo e la lancio verso un gruppo di nemici: BOOM! Dopodiché torno indietro, mi metto in posizione e aiuto Rabbid Peach a saltare in alto con una bella spinta, per raggiungere un punto altrimenti inaccessibile oltre le linee nemiche. Poi, con la stramba parodia della principessa attivo il potere di uno Spark (mettiamo “attacco su del 30%”, per dirne uno, ma ci torneremo a breve), attacco con 3 missili teleguidati che superano le barricate: BAM, fuori un altro. Poi torno ancora a Mario, stavolta aiuto Luigi a salire in una posizione sopraelevata, perfetta per cecchinare gli avversari col suo nuovo arco, e corro verso Rabbid Peach, le salto in testa, in volo colpisco due nemici con la doppia pistola in dotazione, atterro sulla testa di un terzo sventurato e mi copro dietro un muretto, attivando il contrattacco e guai a chi si muove. Questo è solo un esempio di quello che può essere una battaglia in Spark of Hope, un esempio anche banale volendo.

mario + rabbids sparks of hoe

Le ambientazioni sono dettagliate e coloratissime, attingendo a certe architetture tipicamente mariesche ma spesso declinate in uno stile più occidentale. Uno strambo e riuscito mix, esattamente come quello tra Mario e i Rabbids.

Si vede subito quanto gli sviluppatori abbiano lavorato di cesello per bilanciare il tutto da un lato (perché il giocatore ha molte più possibilità, ma i nemici pure) e esaltare esponenzialmente il divertimento e il gusto dei “piani ben riusciti” dall’altro, con un equilibrio tra effetto “WOW” e sfida che promette un piacere di gioco non comune (esaltato da animazioni gommosissime), anche grazie agli stessi Spark, da accompagnare ai personaggi e rimpinzare di Astroschegge per farli salire di livello. Queste adorabili stelline aggiungono un ulteriore strato tattico agli scontri, dove ogni tipologia di avversario ha punti deboli (e di forza) da colpire con i loro attacchi elementali, da combinare a loro volta con le varie abilità dei personaggi.

Una matrioska tutta da sperimentare, sorprendente, con un un level design che impreziosisce il tutto con coperture distruttibili, pulsanti da attivare e una variegata fauna nemica

Una matrioska di soluzioni tutta da sperimentare, assolutamente sorprendente, abbracciata da un level design che impreziosisce il tutto con coperture distruttibili, pulsanti da attivare e una fauna nemica che pare già abbastanza variegata. Vien da sé che non si vorrebbe mai smettere di giocare, pasticciare e ridere come dei pirla. Il lavoro di perfezionamento ha poi coinvolto il roster tout court, che rimane esattamente lo stesso del precedente gioco (con due eccezioni…) ma rimaneggiato in fatto di ruoli (ancora più caratteristici), abilità e armi, tutte nuove. Le eccezioni sono Edge, una Rabbid spietata e dal carattere effettivamente molto edgy, da eroina tormentata, che combatte con una spada alla Cloud Strife, presentata ai giocatori quando le battaglie passeranno da 2 a 3 elementi in campo, che diventeranno poi 4 quando faremo la conoscenza di Rabbid Rosalinda (ovviamente!), versione annoiatissima e indolente, da “lunedì mattina” dell’eterea principessa di Galaxy, introdotte rispettivamente in due belle boss fight che ho potuto provare.

Vien da sé che non si vorrebbe mai smettere di giocare, pasticciare e ridere

E come ci si arriva a quegli imponenti scontri è un altro elemento distintivo dell’evoluzione della serie. Per quanto piacevoli intermezzi, in Kingdom Battle erano dei semplici corridoi a collegare una battaglia e l’altra, con occasionali (e talvolta interessanti) puzzle e qualche zona nascosta che proteggeva i collezionabili: funzionale ma fin troppo essenziale. Mario + Rabbids: Sparks of Hope, invece, propone una soluzione molto più adventure, un’esplorazione più completa, organica e strutturata dei vari pianeti, con enigmi ambientali, missioni secondarie, segreti e personaggi da incontrare in ambientazioni ricche e ariose, nonché graficamente e artisticamente pregevoli e variopinte (anche qui il salto è evidente). Da isolette non più tanto soleggiate dominate da villaggi stile Mykonos e lande innevate che circondano eleganti palazzi glaciali, adornati di marmi e arricchiti da giardini labirintici (sede di una battaglia tiratissima con Midnite, algida rabbid a caccia di Spark, che si svolge in ben tre fasi di difficoltà crescente, che volendo può essere alzata o abbassata a piacere prima degli scontri).

mario + rabbids sparks of hope

Un frame della boss fight contro Midnite, dove Rabbid Rosalinda prende di mira un povero maialino equipaggiato con un Twomp portatile, pronta a scatenare la potenza della sua UZI-giocattolo. Da notare anche il level design e l’ampiezza dell’arena.

Momenti di relativo relax in cui passeggiare, godersi il sarcasmo di Beep-O, il robottino-roomba che accompagna ancora i nostri eroi, ma soprattutto coccolare le orecchie con le sonorità di una colonna sonora d’eccezione, composta da un trio di fenomeni: Grant Kirkhope, già compositore in Kingdom Battle nonché storico collaboratore di Rare, Gareth Coker, famoso per Ori and the Blind Forest, Will of the Wisps e Halo Infinite e Yoko Shimomura, leggenda del settore in attività da più di 30 anni, autrice di soundtrack storiche che vanno dai grandi Beat ‘em up Capcom ai JRPG Square, Da Mario & Luigi a Kingdom Hearts.

Personalità che tradiscono valori produttivi ben diversi rispetto a 5 anni fa, percepibili al tatto e in ogni angolo dell’estesa prova che ho potuto fare, per una serie che ho l’impressione possa ereditare definitivamente quello che fu il posto di Mario & Luigi dei compianti AlphaDream, testimoniando nello stesso momento quanto importante sia per Nintendo collaborare con partner esterni per rinnovare l’immagine e il gameplay delle sue mascotte più amate. Non resta che vedere se queste mie impressioni, estremamente positive, saranno confermate in sede di recensione. La partenza per questa nuova e galattica avventura è fissata per il prossimo 20 ottobre in esclusiva su Nintendo Switch.

Articolo precedente
Modern Warfare II Beta

Call of Duty: Modern Warfare II – Analisi Open Beta PS5

Articolo successivo

Sapphire Radeon RX 6650 XT Nitro+ Recensione

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata