Stellar Blade e i design che contano – L’Opinione

Originariamente, avrei voluto parlare delle mie opinioni sul character design di Stellar Blade all’interno della recensione del porting PC, uscita su queste pagine giovedì scorso. Poi mi sono reso conto che fare un discorso come si deve avrebbe richiesto più spazio e più calma.

Stellar Blade design eve“Inutile nascondersi dietro un filo d’erba”, dicevo appunto nella mia recensione: per chi come noi segue più da vicino le discussioni che si formano intorno agli annunci e alle campagne promozionali dei videogiochi, Stellar Blade “ha fatto rumore principalmente per il design della protagonista”. E invito chiunque non abbia idea di cosa parlo a dare un’occhiata a qualche immagine del gioco per capire cosa intendo: il design di Eve è uno di quelli che lasciano veramente poco all’immaginazione, una scelta ovviamente non coincidentale e che non poteva fare a meno di essere presa come bandiera in periodi come questi in cui veramente qualunque cosa viene interpretata da certi attori poco interessati a una discussione produttiva sui videogiochi nell’ottica del “woke vs. non woke”. Scopriamo, per esempio, che Helldivers 2, un gioco che fa satira incessante sulla propaganda dei regimi autoritari, sarebbe “non woke”; mentre The Witcher 4, con la sua Ciri che ha l’aspetto di una dea nordica che farebbe cadere ai suoi piedi qualunque uomo vagamente interessato al sesso femminile, invece è “woke”; e, a quanto pare, nonostante sia un maschio bianco e donnaiolo, pure lo 007 di IO Interactive ricadrebbe sotto la categoria “woke”. “Il sotto è il sopra e il sopra è il sotto”, direbbero gli inglesi.

LA BELLEZZA È NELL’OCCHIO DI CHI GUARDA

Comunque, dicevamo, Stellar Blade. Mi rendo conto che per me, un maschio a metà fra i trenta e i quaranta, mettersi a parlare di design femminili è un bel campo minato. Già li sento, da un lato, a dirmi che dovrei lasciare spazio a voci femministe, non senza ragione ma, beh, che volete che vi dica, questo editoriale è venuto in mente di scriverlo a me e quindi ci scrivo quello che voglio io, se scriverete qualcosa voi sull’argomento lo leggerò volentieri; allo stesso tempo, dall’altra parte già mi pare di udire chi, credendo di avere l’asso pigliatutto in mano, mi chiede se non sono forse al corrente del fatto che la concept artist del gioco, Jiyun Chae, è anche la moglie del capo di SHIFT UP…  sto dunque azzardando una critica a un design creato da una donna? Ora, a parte che se davvero il design di Eve l’ha creato lei o, se non altro, ci ha contribuito in maniera significativa, allora sarei curioso di sapere perché il suo nome non appare nei crediti di Stellar Blade, è anche vero che, in realtà, il mio problema non è con il design di Eve.

Stellar Blade design

il problema non è l’aspetto dei personaggi, ma il fatto che serva coerenza e un senso di direzione

So di avventurarmi nel campo minato e voglio cercare di muovermi con molta cautela: penso che non ci sia nulla di sbagliato a prescindere nel decidere di avere personaggi affascinanti, suggestivi o anche sessualizzati in un videogioco. Quello che fa la differenza è quello che ci sta intorno: serve coerenza, un senso di direzione che non sembri erratico, specie quando il tuo gioco non è un Subverse – occhio a cercarlo sul lavoro – ma uno che, come posso leggere dalla pagina Steam di Stellar Blade, racconta “una toccante storia sul destino dell’umanità, con temi maturi, una narrazione che fa riflettere, e rivelazioni cariche di pathos dall’inizio alla fine”; e non è solo marketing, perché queste cose Stellar Blade cerca davvero di farle (riuscendoci non benissimo, secondo me, ma ci prova). Allora io non posso fare a meno di chiedermi: perché qualunque personaggio femminile del gioco è “waifuizzato” e spesso indossa vestiti in cui gli spacchi e le scollature si sprecano mentre, al contrario, tutti i personaggi maschili sembrano usciti dalle fila dei Maesltrom di Cyberpunk? Giusto per chiarire che non lo sto dicendo così per dire, nel gioco incontriamo alcuni esponenti della guardia del corpo di Orcal, il leader spirituale della città di Xion. Valutate voi la differenza in termini di design fra Mann, a sinistra, e le sue omologhe donne:

So che la risposta alla domanda “perché?” è “perché chi ha fatto il gioco voleva fare le donne belle e gli uomini no”; rimane il fatto, tuttavia, che in un gioco che mi vuole spingere a riflettere su cos’è davvero l’umanità questa cosa salta all’occhio e finisce per causare uno stacco tonale difficile da ignorare. Anche perché, secondo me, un quid di buon gusto in più avrebbe fatto parecchio senza, per questo, andare a inficiare l’appeal dei personaggi, laddove la maggior parte dei costumi di Eve si alternano fra bodysuit in latex letteralmente incollate alla pelle e abiti che fanno a gara nel rivelare tatticamente quanto più possibile del suo corpo.

IL RISULTATO È UNO STACCO TONALE DIFFICILE DA IGNORARE

E la cosa mi irrita doppiamente perché è evidente che dentro il team di Stellar Blade i designer competenti non mancano: il mondo di gioco è bello da esplorare, offre colpi d’occhio notevoli, e i boss in particolare sono davvero fighi sotto il profilo estetico. Il risultato finale, invece, è che al di sotto del trailer dedicato alle caratteristiche della versione PC del gioco, i commenti con più visibilità sono quelli che dicono “finalmente è arrivato il momento dei modder” (lascio a voi immaginare per cosa). Considerato che il gioco ha il suo valore anche per motivi diversi da quanto è bella Eve, lo trovo un po’ triste.

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