Una visita improvvisa scatena una fuga tra ombre e segreti. Eriksholm: The Stolen Dream ci porta in una città nordica sull’orlo del caos, nella quale ingegno e silenzio sono le uniche armi per uscirne vivi.
Sviluppatore / Publisher: River End Games / Nordcurrent Labs Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store), Xbox Series X|S, PlayStation 5 Data d’uscita: 15 luglio 2025
Quando vivi sotto un regime totalitario e senti bussare alla porta, sai già che non sarà il vicino con una crostata. Se poi circola anche un virus misterioso che sta falcidiando mezzo Paese, la situazione prende subito una piega da romanzo distopico con finale scontato. Nel momento in cui apri e ti trovi davanti agenti di polizia che, nonostante stiano cercando tuo fratello, ti invitano a seguirli in caserma per “accertamenti”, è chiaro che nelle prossime ore ti aspettano domande alle quali non sai rispondere, cadute accidentali dalla finestra e, per finire, un bel bagno fuori stagione con dei braccioli di cemento.
Hanna sa bene a cosa andrebbe incontro, così con la scusa di un bisognino di emergenza fa perdere le proprie tracce e si mette alla ricerca del fratello scomparso, diventando in men che non si dica il nemico pubblico numero uno. Perché tanto accanimento? Lo scoprirete giocando a Eriksholm: The Stolen Dream, Stealth action adventure con la S maiuscolissima sviluppato dallo studio svedese River End Games, che ha ambientato il gioco proprio nelle sue terre, in epoca proto industriale tardo vittoriana con venature steampunk: primi del ‘900 alternativi insomma, detto in maniera più forbita.
ERIKSHOLM: THE STOLEN DREAM, LO STEALTH DAVVERO STEALTHOSO
Ciò che colpisce immediatamente in Eriksholm: The Stolen Dream è la credibilità di personaggi e ambientazioni: nelle cutscene, Hanna è incredibilmente espressiva e la sua recitazione non ha nulla da invidiare a Ellie o Max Caulfield, mentre i quartieri dell’eponima cittadina Eriksholm, assieme a miniere abbandonate e isole misteriose, sono realizzati con una cura maniacale, ricchi ovviamente di vicoli e passaggi angusti disposti su più piani, per obbligarci a ruotare costantemente la telecamera e assicurarci di non trascurare nemmeno un angolino.
Nonostante sia prerogativa dei giochi 3D, un photo mode avrebbe potuto regalare molte soddisfazioni. Come in A Quiet Place, è importante muoversi nel più assoluto silenzio per non attirare l’attenzione di guardie e gentaglia poco raccomandabile.
Il level design premia pianificazione e osservazione più che libertà d’azione

Stiamo per venir scoperti. Questo è l’unico frangente nel quale appare un timido indicatore di visione dei nemici.
E se gestire solo Hanna può sembrar facile ai veterani degli stealth game, la situazione cambia quando entrerà in gioco anche l’amica/rivale Alva, con la quale cooperare per eludere guardie e risolvere enigmi ambientali. Come da tradizione, ciascuno dei tre personaggi è dotato di abilità esclusive: c’è chi spara dardi soporiferi, chi scaglia pietre per distrarre guardie o distruggere lampioni, chi sa arrampicarsi sulle grondaie e chi è più incline alle maniere forti.
SCELTE CORAGGIOSE, NON SEMPRE CONDIVISIBILI
Quando si parla di stealth game con visuale isometrica, il pensiero vola subito a Commandos: Behind Enemy Lines, per poi percorrere il viale alberato dei ricordi fino alle meraviglie di Mimimi Games, mentre una lacrimuccia di nostalgia ci solca le gote. Eriksholm: The Stolen Dream eredita molto dalle opere passate, ma tenta di innovare il gameplay con alcune varianti interessanti che potrebbero far scuola.
A un primo, superficiale, sguardo, potremmo definirlo un mix tra A Plague Tale e Dishonored giocato come Commandos, ma River End Games vuole servirci una pietanza ben più ambiziosa, anche se qualche nuovo ingrediente potrebbe far storcere il naso ai palati più conservatori.
Assenza di coni di visione e instadeath verranno amati o odiati, senza mezze misure
Lascia invece un po’ di amaro in bocca l’instadeath. Anzi l’instaboh, dato che non si capisce bene cosa accada ai personaggi una volta scoperti. Hanna e soci vengono catturati? Deportati? Giustiziati sul posto? Costretti a girare il remake de La Corazzata Potëmkin? Non si sa. È certo solo che basta che un nemico ci localizzi per venir rispediti al checkpoint senza possibilità di reazione. Non ci saranno fughe rocambolesche, lotte disperate o tentativi di salvataggio in extremis. Beccati? Fine. Sipario. Restart. Ma la vera beffa è il game over in seguito al ritrovamento di una guardia a terra.
Mi è capitato più volte che un soldato, con un piede nel mondo dei sogni grazie a un dardo soporifero, riuscisse comunque a mandare all’aria i miei piani solo perché, un attimo prima di collassare, aveva intravisto un suo compare già a braccetto con Morfeo. La professionalità di queste guardie nel finire KO trascinandoci comunque con loro è, se non altro, degna di ammirazione. Non della mia, però.
LEVEL DESIGN ECCELLENTE MA LINEARE
Rispetto ai suoi colleghi, Eriksholm: The Stolen Dream concede meno libertà nella progressione, e spesso c’è un solo modo per aver ragione dei nemici, ma il labirintico level design, ricco di zone segrete tempestate di appunti da leggere per approfondire la storia, metterà a dura prova le meningi. Oltre a una trama quasi Hollywoodiana e un’impeccabile direzione artistica – menzione d’onore per il crescendo sonoro nelle situazioni di pericolo – siamo di fronte finalmente a un primo passo, dopo anni, verso una nuova concezione di stealth game, e ciò non può che entusiasmare. C’è qualche svista di game design, più qualche puzzle troppo banale tipo “decidi se andare a sinistra o a destra”, ma rimane un’esperienza da provare.
In Breve: Eriksholm: The Stolen Dream è uno stealth isometrico narrativo ambientato in un Paese nordico dei primi del ’900, che si distingue sul piano artistico per l’ottima recitazione dei personaggi e una grandiosa rappresentazione degli ambienti. Il gameplay ruota attorno a infiltrazione, gestione del rumore ambientale e cooperazione tra tre personaggi con abilità uniche. L’assenza dei classici coni di visione rende l’approccio più realistico, ma l’instadeath penalizza l’improvvisazione. Il level design è verticale e labirintico, con percorsi spesso lineari ma ricchi di segreti e micro enigmi ambientali.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Mi ha proposto tutte le impostazioni grafiche al massimo, e non ha mai avuto incertezze. La complessità dei livelli obbliga a frequenti movimenti di camera per tenere sempre in vista i personaggi, dato che eventuali strutture frapposte tra noi e loro non diventano semitrasparenti come in giochi simili, bloccando completamente la visuale.