Caro Hades II, stavolta non ci sono cascato – L'Opinione

Esattamente come il suo predecessore cinque anni fa, anche Hades II promette di essere un roguelike di ottima fattura. O almeno così mi dicono. Io non lo avvierò fino al 25 settembre.Hades Accesso AnticipatoHades, il primo, è un gioco che mi è piaciuto tantissimo. Con i roguelike avevo già una buona dose di esperienza, con i giochi di Supergiant pure – quanto mi erano piaciuti Bastion e Transistor – e la curiosità di vedere cos’avesse combinato il piccolo studio canadese una volta scelto di cimentarsi in un genere in cui un gameplay vario e ben pensato gioca un ruolo fondamentale, era di sicuro molto forte anche se unita a una certa apprensione; dopotutto, per quanto fosse funzionale, non era certo il combattimento la parte più strabiliante degli altri loro titoli. Per fortuna, non ci volle tanto perché Hades scardinasse i miei dubbi.

LASCIATE OGNI SPERANZA?

Se Supergiant aveva fatto un ottimo lavoro con il gameplay, non aveva certo dimenticato di prestare attenzione alle altre caratteristiche che avevano reso famosi i suoi titoli. Ciò che distingueva Hades da tutti gli altri roguelite era la cura riposta nell’ambientazione e nell’aspetto narrativo, che andava a inserirsi bene all’interno delle meccaniche: la morte e il ritorno di Zagreus non sono solo un incidente dovuto alla scarsa abilità del giocatore o alla progressione ancora agli inizi, ma qualcosa di previsto e anzi indispensabile in termini di progressione narrativa. Ad ogni nostro ritorno alla sala del dispotico Ade troveremo infatti nuovi dialoghi ad attenderci, primo fra tutti quello di Hypnos, pronto a deriderci in maniera diversa in base alla causa della nostra sconfitta. Oggi questa struttura tende ad affermarsi con più facilità fra chi ha il budget per sostenerla – lo fa, per esempio, Returnal, così come il recente Lost in Random: The Eternal Die – ma nel 2020 non era per niente scontata, e la scelta di Supergiant Games pagò senza il minimo dubbio.Dunque: Hades mi è piaciuto, e non poco. Però, anche se Hades II è nella libreria Steam già da qualche mese, non ho la minima intenzione di toccarlo ancora per qualche giorno. Perché questo? Presto detto: durante l’Accesso Anticipato del primo capitolo, ci spesi volentieri una sessantina di ore, facendo run su run, provando le armi, sbloccando livelli di difficoltà più alti, tornando regolarmente a vedere quali novità mi aspettavano dopo un aggiornamento… e per quando il gioco uscì ne avevo avuto abbastanza.

È normale: nessun gioco dura all’infinito

Non che avessi cambiato idea a proposito della sua qualità, eh: ma è normale, nessun gioco ti dura all’infinito. Certo, ovviamente ci misi mano anche dopo il lancio della 1.0 – anche perché altrimenti sarebbe stato un po’ difficile recensirlo – ma non con la stessa verve di prima. Andai a incontrare Persefone, ma non abbastanza volte da sbloccare il finale vero (quando si accumulano, i malus delle difficoltà più alte iniziano a diventare pesantini. Metterne di meno e giocare a difficoltà più bassa? Giammai).

PROVA DI TEMPRA

Con Hades II, quindi, ho deciso di adottare una strategia diversa. Ci giocherò quando il gioco sarà completo e me lo godrò tutto, magari stavolta arrivando anche a vedere in prima persona la vera conclusione della trama, senza provarlo a spizzichi e bocconi, tornando ogni tanto a vedere quale pezzo di storia o quale divinità dell’Olimpo sono stati aggiunti stavolta; certo, magari mi perderò qualche battuta dell’Accesso Anticipato, come quando a fine run Zagreus moriva stirato da un carro di passaggio, ma penso che nel complesso ne varrà la pena. È uno dei problemi dell’Accesso Anticipato, dopotutto: Hades non è stata certo la prima volta che ho dedicato un buon numero di ore a un gioco ancora incompleto per poi guardarlo con molto meno interesse una volta che i dev l’hanno considerato effettivamente finito. Non ho mai giocato Griftlands dopo il periodo in Accesso Anticipato. A Gunfire Reborn ho giocato molto di più prima della 1.0 che non dopo. Deep Rock Galactic: Survivor è bellissimo, ma a riprenderlo in mano ora che è uscito riesco a percepire come l’entusiasmo non sia più lo stesso di centoventi ore prima (comprensibilmente; non ne faccio certo una colpa al gioco).Hades Accesso Anticipato

ne è passato di tempo dalla prima, non senza controversie, introduzione dell’Accesso Anticipato

È interessante, comunque, riflettere su quanto siano cambiate le cose dal 2013, anno in cui Steam introdusse per la prima volta il programma di Accesso Anticipato, ad oggi. Nel passato sono ormai – prevalentemente – le critiche e i sospetti che questo non fosse altro che l’ennesimo modo di estorcere soldi ai videogiocatori scaricando su di loro la responsabilità di fare beta testing, solo in parte attutite del fatto che a utilizzare questo programma fossero sviluppatori indie: oggi l’Accesso Anticipato è una realtà consolidata e usata da centinaia di titoli al mese, al punto che perfino sulla nostra rivista è ormai da tempo che potete trovare la sezioncina dedicata al “Best of Early Access”. E pazienza se ogni tanto qualcuno, per eccesso di golosità, decide di tuffarsi a capofitto in un prodotto ancora incompleto: sarà una lezione per la prossima volta (forse. Nel mio caso non garantisco).

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