TGM 415 – Settembre-Ottobre 2025

The Games Machine

TGM 415 – Settembre-Ottobre 2025

Ecco TGM 415, disponibile nelle edicole di buona volontà, per gli abbonati e in digitale: questo mese è stata dura trovare il bilanciamento ottimale dei contenuti, anche più de solito: le scelte passionali devono sempre avere un peso, certo, ma in un numero che contiene uno speciale di 18 pagine sui titoli del futuro accanto, come sempre, a una dettagliatissima fotografia del periodo appena trascorso, l’impresa appariva quasi disperata anche senza contare gli approfondimenti che The Games Machine offre copiosamente in zona retrogaming. Come se questo non bastasse, ho consapevolmente deciso di complicarmi la vita con un esperimento, quello della cover story su Ghost of Yōtei, che spero potremo ripetere in futuro: sempre in termini di istantanea del presente, ci sono giochi che arriveranno senz’altro su PC senza che il publisher possa immediatamente confermarlo, e che nel caso di ottimo e interessante materiale da spendere, come è per GoY, rappresentano un ponte per unire il videoludo pur non perdendo, a mio parere, l’atavica specializzazione di TGM.
In attesa dei vostri commenti, e prima che vi addentriate tra i titoli che ci aspettano entro un anno o più, l’area delle recensioni è esattamente lo specchio di quanto detto in apertura, un difficile lavoro di cesello con lo scopo di mostrare l’offerta e la variegata natura del panorama videoludico attuale, nonostante la fame di pagine dello speciale gamescom. Tra le review più corpose ci sono scelte usuali, come quelle di Borderlands 4 e Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, ma già con Mafia: Terra Madre e Cronos: The New Dawn osserviamo un ritorno alla linearità che non è solo una normale opzione di design, e anzi costituisce per produzioni medio-grandi (più nel primo caso, ovviamente) la rappresentazione plastica di un modello, quello dei giochi open world a tutti i livelli produttivi, che non può e non deve diventare una sorta di traguardo anelato da tutti, alla stregua di uno status che, spesso, svuota letteralmente le idee dei creativi. Quasi superfluo, poi, sottolineare come lo spazio dato alla prova di Hollow Knight: Silksong sia anche un riconoscimento all’affermazione della scena indipendente, di cui il gioco di Team Cherry è un atteso principe per come va a delineare il nuovo punto di riferimento di uno dei generi più battuti dal panorama indie, i metroivania, e secondariamente per la maniera spregiudicata – ma nemmeno tanto, a guardar bene i risultati – con cui si è relazionato alla critica videoludica, senza fornire i soliti codici review di accesso anticipato alla build. Dopo di che, Hell is Us e Metal Eden forniscono un’ulteriore sfumatura del quadro generale, determinata dall’accessibilità compositiva delle nuove piattaforme di sviluppo come l’Unreal Engine 5 che, dal canto suo, paradossalmente pare avere un impatto più fluido e, talvolta, convincente nel caso di titoli produttivamente modesti che non ne usano le componenti davvero “spaccamascella”, al contrario centrali per AAA come Bordelands 4 che ne subiscono tutto il peso computazionale. E, ancora, abbiamo l’affermato revival degli action platfomer 2D con gli ottimi Ninja Gadein: Ragebound e Shinobi: Art of Vengeance: il primo è un gustosissimo antipasto al vero ritorno della serie, il secondo è il prelibato alfiere di una sorta di “Konami fest” che caratterizza questo numero insieme a MGSΔ:SE, Gradius (o Nemesis, in occidente), la retrospettiva del primissimo Shinobi nel TGM Classic e quella della compagnia nella prima parte di una Time Machine a lei dedicata, con la sua lunga e multiforme storia. Anche la remaster ai leggendari Heretic ef Hexen rappresenta una porzione importante del nostro approccio al retrogaming, accanto alle rubriche appena citate, che tuttavia si completa con le nuove proposte per antiche piattaforme nell’inserto RetroTGM, contenuto che solo noi possiamo vantare a parte, naturalmente, la nuova incarnazione italiana di Zzap! (che citiamo sempre volentieri), a testimonianza di una scena ancora incredibilmente vitale. Potrei dire che è quasi banale chiudere con l’intervista su Battlefield 6, succoso antipasto a uno dei blockbuster più attesi, ma il fatto di trovarsi in un “mondo in guerra” mentre il mondo è davvero in guerra non viene certo trascurato nella chiacchierata con DICE. Buona lettura 🙂

Mario “Second Variety” Baccigalupi

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