Qualche giorno fa, in una ventosa mattinata milanese, sono stato ospite negli studi di 3DClouds, team meneghino dietro ad All-Star Fruit Racing che oggi vuole provare a resuscitare gli indimenticabili racing arcade anni ’90, quelli tutti derapate e turbo. Immaginatevi un Ridge Racer alle porte dell’era WipEout, in un 2030 dove le scuderie automobilistiche decidono di mettere in pista tutto il meglio della loro ingegneria prima del definitivo abbandono della gomma in favore della levitazione antigravitazionale. Supercar il cui design contemporaneo viene portato fino alle estreme conseguenze futuristiche, osando con l’aerodinamica e dando forma a fantasie estetiche ancora irraggiungibili su strada; prototipi capaci di derapare sinuosi e sibilanti (sono pur sempre veicoli a propulsione elettrica) tra le curve delle più importanti città del mondo, anch’esse reinterpretate in modo avveniristico.
L’ETERNO PIACERE DEL DRIFTING
Ho provato Xenon Racer nella migliore delle configurazioni possibili, PC performante, 60 frame al secondo e monitor 4K, una gioia per gli occhi. Perché a livello estetico non è tanto la conta poligonale a stupire, quanto l’utilizzo di una cromia da sala giochi unita a un lavoro di altissimo livello su piste e vetture. Gli sviluppatori hanno così portato dieci anni nel futuro alcune delle skyline più iconiche dei nostri tempi, spingendo la creatività verso nuove forme architettoniche. È un colpo d’occhio che mette subito a proprio agio chi è cresciuto al volante di certi titoli, e che predispone a quello che è un gameplay velocissimo, tecnico ed estremamente divertente. Le auto disegnate da Marcello Raeli, ex-designer Pininfarina ora Car Designer presso Koenigsegg, sono mezzi dalla bellezza folgorante, potentissimi, incollati al terreno ma predisposti al drifting. Sembra un controsenso, e fisicamente lo sarebbe, ma è proprio questo lo spirito dell’arcade.
Le auto disegnate da Marcello Raeli, ex-designer Pininfarina ora Car Designer presso Koenigsegg, sono mezzi dalla bellezza folgorante
UN LUNGO ADDIO ALLE QUATTRO RUOTE
Non posso ancora parlare nello specifico delle modalità di gioco, sarà materiale da recensione, ma posso dire che ci sarà parecchia roba, tra una carriera ben strutturata e una serie di modalità veloci, più quelle online (competitivo e a cronometro) e il sempre apprezzabile split-screen. Insomma, un ipotetico addio alle corse su gomma ricchissimo di eventi, celebrativo. Molto interessante il futuristico garage, animato e splendidamente dettagliato in cui plasmare a nostro gusto l’estrema estetica dei bolidi sbloccati, un vero gioco nel gioco. Dalle livree e relative colorazioni fino ad alettoni, cerchioni e minigonne che andranno a modificare anche le prestazioni delle auto, non acquistabili con una qualsiasi valuta in-game ma sbloccabili come fossero obiettivi della nostra partita, un modo molto intelligente per stimolare il giocatore a correre in lungo e in largo. Quaranta tracciati, venti regolari e venti invertiti, dal track design plasmato attorno alle caratteristiche del sistema di controllo, divertenti e con parecchi guizzi originali. C’è poi tutto un amore per il dettaglio che fa sempre grande piacere notare. Loghi riconducibili a famosi brand reali reinventati con gusto, sponsor, elementi mobili negli scenari, che siano ologrammi, aerei, treni, giochi di luce per ogni ora del giorno da immortalare con una modalità fotografica di tutto rispetto.
Vedere avvicinarsi una curva, allargarsi e poi puntare il muso verso l’interno, modellando l’angolazione con l’analogico è una sensazione evergreen