Lo ammetto: quando mi sono seduto alla postazione per provare Warsaw in anteprima, la prevenuta convinzione di trovarmi di fronte a un clone di Darkest Dungeon era ben radicata in me. Sarà lo stile grafico e il modo in cui si svolgono i combattimenti, sarà il fatto che entrambi mischiano strategia e gioco di ruolo, fatto sta che ero cascato nel più superficiale dei tranelli dell’inconscio.
Intendiamoci, la sua influenza si sente, ma dopo aver provato con mano Warsaw direi, senza timore di smentita, che non si tratta di un suo semplice o scontato clone; piuttosto, i ragazzi di Pixelated Milk, hanno tratto (grande) ispirazione da quel piccolo gioiellino per accompagnarci furtivamente tra le strade di Varsavia nei sanguinosi anni dell’insurrezione polacca contro l’oppressione nazista. L’obiettivo è quello di vivere in prima persona e prima linea la storia, alla guida di un manipolo di audaci ribelli fino alla tragica fine che li aspetta.
LE SORTI DELLA RIVOLTA DI VARSAVIA NELLE VOSTRE MANI
Il compito sarà tutt’altro che semplice, visto che potremo contare su combattenti popolari e scarsi rifornimenti. Dimenticatevi soldati super addestrati, perché in Warsaw avrete a disposizione persone più o meno comuni, cittadini senza esperienza di guerra da reclutare durante il gioco e risorse limitate per tentare di ribaltare le tristi vicende che coinvolgono la città polacca. Le meccaniche cui potremo affidarci per opporci alle truppe nemiche sono l’essenza del gioco di ruolo strategico a turni, senza andare a stravolgere una formula che funziona, bensì rivisitandola per adattarsi al periodo storico. Iniziando con un manipolo di eroi improvvisati bisognerà completare le missioni per liberare le diverse zone della città ed ottenere al contempo scorte utili alla resistenza, permettendo ai nostri uomini di resistere fino allo scadere del Momentum (una sorta di timer) e raggiungere il triste epilogo della partita. Superando con successo compiti e ostacoli, oltre ad ottenere le risorse necessarie a sopravvivere e rinforzare le fila ribelli, potremo di volta in volta sviluppare alcuni talenti dei nostri personaggi, allo scopo di ottenere ulteriori vantaggi in battaglia. Il gameplay, ad un primo impatto, mi è parso più articolato e profondo di quanto immaginassi, grazie alle numerose combinazioni di abilità, talenti, oggetti e classi. La possibilità di sfruttare un basilare sistema di coperture e posizionamento sul campo di battaglia e la gestione degli eventi casuali, la quale prevede diverse opzioni di scelta per affrontarli, aumentano il senso di avere a che fare con un gameplay stratificato e ampliano il ventaglio delle possibilità. Ogni personaggio ed ogni arma, inoltre, possiedono delle caratteristiche precise e delle abilità specifiche che sarà fondamentale imparare a sfruttare nella maniera più ottimale, assicurando così una vasta varietà di approcci agli scontri e un’esperienza di gioco personalizzabile secondo la propria indole.
Il gameplay, ad un primo impatto, mi è parso più articolato e profondo di quanto immaginassi
LA FEDELTÀ COME DOGMA IMPRESCINDIBILE
Per quanto la direzione artistica risulti intrigante, potendo contare su uno stile grafico 2D gradevole e pulito con personaggi, oggetti e scenari disegnati da abile mano, nonostante un gameplay profondo dalle numerose possibilità ancora da sviscerare e una potenziale rigiocabilità garantita dalle molteplici combinazioni, l’aspetto che più mi ha colpito durante la prova è stato quello legato alla fedeltà storica della produzione. Partendo dai personaggi fino ad arrivare alle armi, passando per le uniformi, le descrizioni delle unità e perfino la mappa di Varsavia, che ricalca il suo disastrato profilo del 1944, nulla di tutto ciò che si trova nel gioco è lasciato al caso. L’attenzione ai particolari in questo senso è notevole, infatti sono sufficienti pochi passi per comprendere che, dietro le quinte di Warsaw, si celano studi e ricerche da parte del team di sviluppo circa l’impatto che l’Uprising polacco ha avuto sulla città e sulla popolazione. L’impressione è che Warsaw sia un ottimo modo per ripassare, osservare da un punto di vista meno esterno e, perché no, magari anche aiutarci a comprendere meglio ciò che accadde a Varsavia durante gli oscuri anni della Seconda Guerra Mondiale.
la morte dei personaggi è permanente, e ciò può ripercuotersi sul morale delle nostre truppe