Ho abbracciato con interesse la possibilità di provare una prima build di Sifu, nuovo titolo dei ragazzi di Sloclap, giacché gli stessi diedero i natali ad Absolver, particolarissimo action online ambiziosissimo e claudicante, ma che di stile da vendere ne aveva a palate. Vediamo dunque come si comporta questo loro nuovo titolo.
Sviluppatore / Publisher: Sloclap / Slocap Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Assente PEGI: ND Multiplayer: Assente Disponibile Su: PC (Epic Games Store), PS4, PS5 Data di Lancio: 8 febbraio 2022
Alla sua prova, Sifu non tradisce il concept basilare con cui si è mostrato nel tempo intercorso dal suo annuncio sino ad oggi. Di una cosa siamo sicuri, i ragazzi di Sloclap sono amanti delle arti marziali, non lo nascondono e questa volta immergono il giocatore in una storia di vendetta dal sapore assai cinematografico, toccando corde artistiche che vanno dalle grazie dell’esecuzione atletica di Bruce Lee, fino alla frenesia hard boiled di John Woo.
COLPISCI QUANDO DEVI COLPIRE
In Sifu seguiremo le vicende di una storia di vendetta delle più classiche, della caccia che daremo all’uomo che ha sterminato la nostra famiglia e del sonno che perderemo per allenarci e addentrarci in squallidi disco bar da quattro soldi ed estorcere informazioni a suon di pugni e calci volanti. Partiamo dalla meccanica che più rende assolutamente affascinante il titolo, ovvero l’invecchiamento. Ogni volta che periremo sotto i colpi nemici, ritornare a combattere ci costerà anni, in particolare il calcolo viene effettuato sul numero di morti presenti sul contatore su schermo, sommato all’età attuale. Se cadiamo a 26 anni, con un contatore morti pari a 3, torneremo in partita all’età di 29, mentre se periremo a 60 anni e con un contatore morti a 17, torneremo in partita a 77 anni.
Questa meccanica è la classica arma a doppio taglio, giacché ogni qual volta supereremo una decade, acquisiremo una maggiorazione dei punti di attacco ma allo stesso tempo perdendo diversi punti vita. L’invecchiamento è conoscenza tecnica, ma affaticamento del corpo. L’arco evolutivo del personaggio è concretamente l’approccio metodico al gioco. Più avanzeremo nelle stanze e più i nemici saranno numerosi e con punti vita maggiori, dunque in qualche modo dunque non sarà necessariamente un male arrivare alle fasi finali con qualche decade sul groppone.
IL LATO OSCURO DI SIFU
Su alcuni aspetti però il titolo mantiene un alone di mistero di tutto rispetto. La natura del gioco sembra – e sottolineo sembra – richiamare una piccola struttura da roguelite: al momento dell’avvio, ci troveremo nel nostro dojo e prima di avviare una missione potremo consultare la bacheca dove, ad ogni completamento di una o più missioni, raccoglieremo indizi e prove per ricostruire gli spostamenti del nostro obiettivo. Porte chiuse con chiavi che troveremo più avanti, scorciatoie o modi per velocizzare l’esecuzione del livello, tutte soluzioni per portarci a giocare e rigiocare più volte, affinare le nostre abilità e diventare quasi perfetti. Poi alla sua conclusione, si ritorna al dojo (saremo ancora giovani?), si consultano gli indizi e via per un’altra missione. Non nego dunque che sulla progressione del nostro eroe ci sia bisogno di una prova approfondita, perché la build non regala margini per intuire come verrà gestito il comparto esperienza e abilità acquisite.

Il nostro avversario di fine livello ci aspetta, pronto a darci una lezione. O saremo noi a dargliela?
Inutile dire che proprio il momento in cui si deve menare le mani è il cuore di questa piccola produzione. Il combattimento prevede fasi di attacco e difesa. Possiamo dunque parare, schivare e attuare una respinta direzionale che ha il sapore di una parry ancora allo stato grezzo. Difenderci a oltranza riempirà una barra di resistenza che se riempita tutta, ci farà perdere l’equilibrio. Molto meglio e incredibilmente vario il comparto offensivo con attacchi leggeri e veloci ad altri più lenti, ma micidiali. Utilizzare l’ambiente a nostro favore sarà di estrema importanza, tra cuscini, coltelli, bottiglie e bastoni, tutti oggetti che possiamo imbracciare o lanciare al volo contro gli avversari. Questi se sbilanciati possono essere eliminati con una presa speciale, ma l’interattività ambientale è sbalorditiva quando avremo occasione di spingere i nemici contro pareti, specchi o qualunque altro muro o superficie. Il danno sarà evidente sul corpo tanto sul mattone e la sensazione di aver sferrato un colpo micidiale è tangibile nei nostri polpastrelli.
Sifu è un gioco difficilissimo e per una volta questa non è una qualità negativa, anzi
Allo stato attuale e con buoni due mesi che ci dividono dal lancio, Sifu sembra un progetto dalle grandissime luci, ottime potenzialità e qualche ombra almeno per quanto concerne la gestione e l’influenza delle abilità e del sistema di progressione. Come per Absolver, anche Sifu sembra un progetto destinato un pubblico relativamente ridotto, interessato a mettersi alla prove tra mazzate sui denti e mascelle rotte e riverse sul bancone di un bar illuminato al neon.