Due livelli di Wo Long: Fallen Dynasty è lo spazio concessoci da Koei Tecmo per parlare in anteprima del nuovo gioco di Team Ninja, fra eroi dei Tre Regni e creature demoniache assassine. Sfruttiamoli bene!
Svilluppatore / Publisher: Team Ninja / Koei Tecmo Prezzo: 69,99€ Localizzazione: Testi PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 3 marzo
“Che succede se unisco Sekiro e Dynasty Warriors?” è una domanda che probabilmente non si è mai posto nessuno al mondo. “Che succede se prendo Sekiro, lo shakero con un po’ di Nioh e ci metto i personaggi di Dynasty Warriors?” invece se l’è di sicuro chiesto qualcuno dentro gli uffici di Team Ninja, e la risposta sarà sotto gli occhi di tutti fra qualche settimana. Qua in redazione invece ci hanno concesso l’onore di andare a farci smaciullare prima del tempo, quindi potevo forse esimermi dall’attraversare tante schermate del game over e dal vedere quanta verità c’è nel detto “chi recensisce i giochi non li sa giocare” pur di raccontarvi Wo Long: Fallen Dynasty in anteprima? Certo che no.
WO LONG? MA È TIPO L’UOMO SCIMMIA?
No, testoni che non siete altro: quella è un’altra leggenda cinese, che può contare a sua volta su varie apparizioni videoludiche (ricordo il periodo in cui tutti i MOBA facevano a gara per avere la loro interpretazione di Wukong). Wolong, mi dice Wikipedia, significa invece “drago dormiente” ed era il soprannome di Zhuge Liang, un tizio che se avete giocato i Dynasty Warriors dovete per forza sapere chi è e se non ne avete giocato nemmeno uno cosa avete vissuto a fare finora. Non è una coincidenza, oltretutto: il periodo storico in cui è ambientato Wo Long: Fallen Dynasty è lo stesso, cioè quello dei Tre Regni in Cina (che in totale dura circa un secolo, fra il 180 e il 280), e molti dei personaggi che incontreremo sono presi paro paro dalla serie di Omega Force, ma proprio che al di là dei nomi – sono figure storiche, dopotutto – il design è quello e i colori degli abiti pure. Ora, dato che magari qualcuno di voi si sarà anche stufato di sentirmi parlare dei musou in un articolo che in teoria a loro non è dedicato, direi che è il caso di spostare il mio focus sul soggetto di questo articolo.
WO LONG RIPRENDE LA FORMULA ALLA BASE DI SEKIRO, MA METTENDOCI MOLTO DEL SUO

Prima di poter attivare alcune delle bandiere dovremo sconfiggere alcuni nemici più forti dei loro commilitoni. Non un grande ostacolo, comunque.
Rispetto alla prova di novembre, quello a cui abbiamo potuto mettere mano è il tutorial: un livello introduttivo ambientato agli inizi della rivolta dei Turbanti Gialli, nell’anno 184. Qui ci caliamo nei panni di un miliziano, che intervenuto per fermare i ribelli si ritrova a salvare dalle loro grinfie un misterioso giovane bendato. Peccato che poi il protagonista (o la protagonista, a seconda di ciò che sceglierete in fase di creazione) senzanome verrà infilzato da una lancia e cadrà a terra moribondo. Finita lì? Certo che no: salta fuori che il cieco giovinetto nasconde poteri misteriosi, nella forma di un talismano di giada che permette al nostro di tornare in vita (pur se non immediatamente come un certo lupo senza un braccio, ma insomma, buttalo via). Da lì, toccherà trovare la strada per uscire dal villaggio in fiamme, percorrendo un tutorial che ci presenterà rapidamente le varie meccaniche del gioco. Attenzione che “tutorial” non vuol dire che il gioco ci vada leggero: sì, certo, i soldatini sfigati li possiamo menare senza ritegno premendo quadrato come degli ossessi, tanto più che il nostro ipovedente compagno di viaggio se la cava niente male con una spada in mano, ma siamo pur sempre in un gioco di Team Ninja e quindi aspettatevi docce di umiltà mica da ridere, nel mio caso da parte del boss di fine tutorial.
A SPASSO PER I TRE REGNI
Com’è come non è, il nostro coraggioso miliziano si ritrova solo soletto e con una discreta voglia di menare soldati vestiti di giallo. Per fortuna, troverà ben preso prode compagnia in Zhao Yun, cavalleggero armato di lancia e affetto da una grave forma di “vorrei essere il protagonista ma non lo sono”, nostro alleato in questo secondo livello. Così come Nioh, anche Wo Long: Fallen Dynasty non presenta un unico mondo interconnesso ma vari livelli, fra cui potremo viaggiare in libertà ad ogni bandiera-checkpoint che incontreremo. Il secondo livello, oltretutto, va a riprendere alcune parti che avevamo già visto nella precedente prova, anche se è stata modificata la disposizione di alcuni nemici; per esempio, non troveremo più il fratello malvagio di Sonic che tanti terrori avrà causato a poveri giornalisti ignari di cosa stavano per incontrare (chiedete a Marco Ravetto se non avete idea di cosa sto parlando). Sapete chi c’è ancora invece? Ma certo, c’è il cinghialone demoniaco, e per non farsi mancare nulla pure uno scimmione troppo cresciuto che invece farà da boss di metà livello.
IMPARARE IL TIMING DELLE PARATE DIVENTA PARTICOLARMENTE IMPORTANTE CONTRO I BOSS
Insomma, per chiudere direi che non posso fare altro che confermare le opinioni positive già ottenute dal mio collega nella precedente prova. A voler fare i puntigliosi forse si può fare qualche osservazione a una ricchezza di meccaniche che forse sfocia quasi nella bulimia (ma qua si va davvero tanto nel soggettivo: io personalmente preferisco gli action “semplici” nelle meccaniche, tipo i Souls per intenderci) e una ottimizzazione non brillante specie se rapportata a una qualità visiva che, se sicuramente non disdicevole, non è nemmeno a livelli che definirei next gen. Però da qui a inizio marzo c’è ancora qualche settimana per sistemare queste ultime particolarità. Attenderemo volentieri al varco Team Ninja e il loro Wo Long: Fallen Dynasty.