Un nuovo, inquietante personaggio si è trasferito nel quartiere, ostenta baffoni lunghi e arricciati, ascolta a tutto volume una trasmissione spagnola che ciancia a proposito di politica e indossa sempre dei guanti neri in lattice. È un tipo strambo, il vicino: se ne sta sulle sue e ammucchia roba apparentemente senza senso fuori dal villino. E poi c’è qualcosa che non torna: di notte, quando non ci sono altre luci accese, si intravede un bagliore rosso e pulsante provenire dalla casa. Una stanza, se ci si spinge a sbirciare da una delle finestre sul retro, è completamente capovolta: sedie, tavoli e perfino un set di tazzine da tè sono disposti sul soffitto. È dunque nostro dovere di buon vicino cercare di scoprire cosa diavolo stia tramando questo signore dallo sguardo vitreo e il viso – apparentemente – bonario.
HERCULE POIROT
L’idea, divertentissima, di Hello Neighbor è un tipico cliché narrativo: il nuovo arrivato un po’ strambo che con la sua presenza sconvolge le regole di un vicinato un po’ xenofobo e sospettoso. L’intuizione degli sviluppatori di Dynamic Pixels è stata trasformare questo piccolo motore narrativo in un horror d’atmosfera che si traduce in uno scontro d’astuzia; quasi una partita a nascondino.
Hello Neighbor è un horror d’atmosfera che si traduce in uno scontro d’astuzia
Ho avuto modo di provare una versione pre-alpha di Hello Neighbor su invito, una piccolissima dimostrazione di quello che sarà il lavoro finale. Nei primi momenti il gioco presenta un obiettivo: c’è una porta, in quella casa, proprio dove il figuro misterioso è solito passare i pomeriggi e le serate attaccato alla televisione. Quell’uscio nasconde un segreto. Il problema è che, oltre alla vigilanza costante del baffone, la porta è sprangata e protetta da un lucchetto e da una password numerica. Da bravo vicino impiccione è d’obbligo riuscire a scoprire cosa si nasconda dietro tale ostacolo. A questo punto scatta una battaglia tra il giocatore e l’IA che muove il vicino. Gli obiettivi del giocatore saranno introdursi nella dimora, trovare qualcosa per far saltare la barricata, quindi scovare la chiave del lucchetto e, infine, azzeccare la password numerica; il tutto senza farsi acciuffare dal proprietario di casa. Il titolo diventa ben presto uno strano episodio di Wile E. Coyote, in cui il giocatore pianifica una strategia per evitare la sorveglianza e far muovere, di volta in volta, il sospettoso vicino per distrarlo.
L’ASTUZIA DEL ROAD RUNNER
Le cose, però, si fanno ben presto difficili: man mano che il giocatore viene acciuffato (e i game over si sprecano) il vicino cercherà di “leggere” la sua tattica, giocando d’anticipo e disseminando la casa di trappole. Telecamere di sicurezza, tagliole e mobili a sbarrare le entrate diventeranno quindi i veri ostacoli e la partita si farà sempre più difficile, in maniera paradossale: la casa stessa, infatti, comincerà a mutare.
Il livello di difficoltà del titolo, già di per sé bello alto, va quindi incontro a un’impennata con l’accumularsi dei fallimenti, il che mi ha portato a una considerazione naturale: perché non resettare e riprovare con una partita “pulita”? Devo ammettere che, nonostante la bravata, non sono comunque riuscito a fregare in astuzia il vicino baffuto che mi ha sempre amabilmente messo le mani addosso.
l’IA cerca di “leggere” la tattica del giocatore, anticipandolo
Già in questa piccola pre-alpha c’è dunque tantissimo da scoprire: oggetti che possono essere utilizzati in diversi modi e porte che devono essere sbloccate; c’è perfino una stanza che sembra uscita da Alice nel Paese delle Meraviglie e a cui si può accedere seguendo una strada alternativa. Imparando la geografia della casa le possibilità aumentano a dismisura, a patto di adattarsi a uno schema controlli non proprio intuitivo.
La grande libertà d’approccio e il lavoro incredibile sull’atmosfera rendono Hello Neighbor davvero interessante in prospettiva futura, soprattutto se la leggibilità dell’interfaccia verrà perfezionata e la tolleranza all’errore sarà resa un tantino meno spigolosa.