Last Day of June, il nuovo titolo della software house italiana Ovosonico (quelli di Murasaki Baby), è un gioco che nasce da un incontro andato male. E proprio per questo, è la dimostrazione di quanto siano importanti le seconde opportunità. La sua storia comincia nel 2013, quando Steven Wilson, musicista prog e fondatore dei Porcupine Tree, pubblica il disco solista The Raven That Refused to Sing (And Other Stories), da cui viene tratto il bellissimo singolo Drive Home, accompagnato da uno struggente video di Jess Cope, interamente realizzato in stop motion. Massimo Guarini, direttore creativo di Ovosonico, se ne innamora perdutamente, e non è difficile capire perché.
Last Day of June, il nuovo gioco di Ovosonico, nasce da un incontro andato male
Dopo non si sa quanti tentativi riesce finalmente a incontrarlo di persona, e a parlargli del suo progetto. La risposta dell’artista inglese non è esattamente quella che si aspettava: “I videogiochi mi fanno schifo, sono robe da ragazzini. Non se ne fa niente”. Massimo non demorde, però. Continua a essere convinto della bontà della sua intuizione, quasi ossessionato, al punto da ripresentarsi da Wilson, qualche tempo dopo, con un primissimo prototipo giocabile che mette in scena la sua visione. Wilson ne è stregato. “Non pensavo che i videogiochi potessero essere anche questo”. Il musicista inglese è della partita, e con lui la stessa Jess Cope, coinvolta a livello artistico nello sviluppo.
500 DAYS OF SUMMER
Last Day of June riprende temi e personaggi del video di Drive Home, e inizia il suo racconto con i ricordi di un pomeriggio felice di Carl e June conclusosi – come il titolo fa intuire – in tragedia, con un incidente che provoca la morte di June e lascia Carl su una sedia a rotelle. Il prologo interattivo e lineare parte dalla banchina sul lago dove i due si fermano a godersi la splendida giornata di sole prima dell’arrivo di un temporale improvviso, accompagnato dal filo rosso che avvolge il misterioso regalo di June per Carl, e si infrange implacabilmente contro un albero, come il parabrezza della macchina su cui i due viaggiano.
Massimo Guarini descrive Last Day of June come un “emotional puzzle game”, maè una definizione che gli va stretta
Massimo non ci ha voluto raccontare nulla di più di quel che accade dopo il prologo, limitandosi a dire che lo sviluppo di Last Day of June sarà molto meno lineare di quanto visto nelle prime battute. “Una partita a scacchi col destino“, dice sorridendo, “una sorta di Giorno della marmotta” nel quale, possiamo immaginare, Carl cercherà in ogni modo di provare a cambiare il corso degli eventi. Con risultati che scopriremo solo alla fine. Prevedibilmente, con gli occhi bagnati dalle lacrime.
QUADRI IN MOVIMENTO
Dal punto di vista artistico, Last Day of June è semplicemente straordinario. Abbiamo potuto vedere poco, pochissimo, ma ce ne siamo già follemente innamorati. Lo stile visivo è originale, e traccia paesaggi che sembrano usciti da un quadro impressionista, con colori molto saturi, quasi estremi, come le emozioni che trasmettono.
Esteticamente, Last Day of June è semplicemente straordinario
Pubblicato da 505 Games, lo stesso publisher (anch’esso italiano) che non più tardi di qualche mese fa ci ha regalato lo splendido Abzû, Last Day of June uscirà quest’anno per PC e PlayStation 4. Non il trenta giugno, purtroppo.
Dopo averne parlato tanto, qui sotto trovate il video originale di Drive Home di Steven Wilson. Più sotto, l’affascinante Making Of distribuito su Vimeo.