Nato come collaborazione tra Level-5 e Studio Ghibli, il primo Ni No Kuni fece un discreto scalpore per una cooperazione unica tra la software house responsabile di alcune IP come Il Professor Layton, Inazuma Eleven o Yo-kai Watch (nonché sviluppatrice di alcuni Dragon Quest) e lo studio di animazione giapponese più rinomato al mondo. Trainato dalla sua splendida estetica “ghibliana”, Ni No Kuni aveva saputo fare breccia anche nei cuori d’Occidente, nonostante alcuni suoi lati di design fossero molto orientali e, solitamente, di difficile ricezione nel mercato occidentale. I combattimenti risultavano un particolare mix tra l’ATB di Final Fantasy e quello più marcatamente action dei Tales of e si basavano fortemente sull’utilizzo dei Famigli, volgarmente i mostri del bestiario del mondo di gioco. La storia si inseriva in un solco ben rodato ma dai toni affascinanti. In Italia fu vittima di una discutibile traduzione che integrava il romanesco per un personaggio, pratica peraltro che in Italia – basti pensare allo scempio che la scrittrice Dacia Maraini fece di un film come Solaris del regista russo Tarkovskij – ha una certa storia. Al netto di questi piccoli difetti, Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea risultava essere un JRPG più che gradevole.
NON UN MORE OF THE SAME
Ni No Kuni II: il Destino di un Regno parte da qui, ma rinnova radicalmente la sua formula sia aggiungendo alcune modalità molto interessanti (la gestione del regno in primis), sia corpose modifiche al sistema di combattimento. Prendendo spunto dalla trama, quell’Evan giovane re costretto a fuggire dopo un colpo di stato, la storia di Ni No Kuni II ci porterà in viaggio per il mondo alla ricerca di alleati per poterci riprendere ciò che ci spetta di diritto; inoltre, Level-5 ha aggiunto una nuova modalità che ci vedrà poter costruire e gestire un nostro regno. Al contrario dei JRPG classici, le missioni che svolgeremo saranno più parche a fornirci il classico loot fatto di soldi o equipaggiamento vario, ma piuttosto ci permetteranno di sviluppare la nostra casa. Con le responsabilità di gestione del regno è ovvio che non ci si può dimenticare del lato più guerrafondaio, ed ecco che Ni No Kuni II ci presenta un’altra novità, ossia le battaglie tra eserciti. Il nostro protagonista potrà infatti reclutare delle truppe che seguono un modello à la Total War, in cui le unità sono più o meno efficaci una contro l’altra in una sorta di sasso, forbice e carta. Pad alla mano il nostro leader potrà controllare questi reggimenti che combatteranno in spazi aperti, o anche in assedi offensivi o difensivi, con un sistema in tempo reale a metà tra quello di un RTS e un musou. Per quanto il tempo di prova a disposizione non fosse molto, ho potuto toccare con mano un nuovo modo di combattere divertente e che sicuramente aiuterà a spezzare il ritmo dai combattimenti più canonici.
la storia di Ni No Kuni II ci porterà in viaggio per il mondo alla ricerca di alleati per poterci riprendere ciò che ci spetta di diritto
UN MONDO A COLORI
Coadiuvato da una trama che mette il nostro eroe in viaggio nel tentativo di recuperare il trono perso in favore di un clan rivale, l’intreccio si sviluppa muovendo sulla mappa i personaggi ritratti con uno stile chibi. Quando entreremo nei vari luoghi si tornerà invece al character design di Yoshiyuki Momose, ex Ghibli che, nonostante l’importante studio si sia defilato nella realizzazione di questo seguito, garantisce una certa unità estetica rispetto al primo capitolo. I combattimenti stessi, che svolgeremo “teletrasportati” nelle classiche mappe ad arena da JRPG, avranno uno stile più realistico e privilegeranno un certo dinamismo, sicuramente più vicino ai gusti del pubblico occidentale. Il tutto viene poi sublimato dalla colonna sonora di un mostro sacro come Joe Hisaishi, che chiunque può ricordare per aver composto leggendarie musiche al soldo di registi del calibro di Takeshi Kitano e Hayao Miyazaki, e che ancora una volta riesce a donare l’idea di essere dentro a un film Ghibli in movimento. Ho avuto modo di assistere anche alla presentazione di nuove location e personaggi: soprattutto le prime (una splendida città acquatica in stile Venezia e un villaggio costruito all’interno dello scheletro di una nave) mi hanno colpito per la loro qualità. In ogni caso la varietà di ambienti e stili sarà garantita, dato che ogni regno che esploreremo avrà le sue peculiarità estetiche.
l’intreccio si sviluppa muovendo sulla mappa i personaggi ritratti con uno stile chibi