Un cappello rosso. Un level design impeccabile. Una serie di scelte che puntano a stupire il giocatore. È davvero difficile non riconoscere il momento in cui ti accingi a provare un nuovo capitolo ufficiale della fortunata serie di Nintendo che risponde al nome di Super Mario. Sono sempre stato incuriosito dalla prova che, episodio dopo episodio, gli sviluppatori si trovano a dover superare: offrire qualcosa in grado stupire, ancora una volta, sempre di più. Dopo circa 80 minuti passati in compagnia dell’idraulico italiano, posso affermare con relativa certezza che quei “geniacci” di Nintendo ce l’hanno fatta anche con Super Mario Odyssey, al netto dell’attesa del gioco completo.
CAPPELLO TUTTOFARE
Purtroppo, le limitazioni date dall’embargo riguardanti la trama e alcuni elementi di gameplay mi impediscono di parlarvi in maniera totalmente libera di alcune questioni; posso però dirvi che Cappy, il nuovo amico di Mario, ribalta completamente l’approccio stesso ai singoli mondi di gioco, offrendo un gameplay che rinfresca, nettamente, la struttura classica. Di fatto, il cappello di Mario non è più un mero orpello estetico, ma diventa uno strumento in tutto e per tutto necessario a superare determinate fasi platform, a recuperare mezzelune (le stelle dei vecchi Mario, per intenderci) sparse per i vari mondi, ma soprattutto a sfruttare i poteri di ogni singolo nemico della mascotte di Nintendo; ed è proprio in questo elemento che troviamo il twist di gameplay che non ti aspetti. Lanciare Cappy contro un Koopa, un Goomba o qualsiasi altro personaggio/oggetto, permette infatti all’idraulico di trasformarsi momentaneamente in esso. Ognuno di questi elementi è inoltre dotato di poteri specifici che possono essere sfruttati per superare determinate sezioni di un livello, oppure per scoprire aree segrete con improbabili (ma apprezzati!) easter egg.
Cappy, il nuovo amico di Mario, ribalta completamente l’approccio stesso ai singoli mondi di gioco
Peraltro, la presenza di mosse dedicate a ogni singolo nemico/personaggio e l’utilizzo di concatenazioni tra i diversi poteri sono due feature davvero ben inserite all’interno di ogni singolo contesto, e donano estrema varietà al gameplay, dando vita a situazioni sempre molto originali, mini boss e boss fight comprese. Super Mario Odyssey lascia costantemente addosso la voglia di esplorare, di sperimentare, di cercare in ogni singolo centimetro quadrato della mappa che si sta visitando. Questa, più di ogni altra cosa, è la sua vera forza.
SWITCH ALL’ENNESIMA POTENZA
Non è da sottovalutare, ovviamente, il fatto che Super Mario Odyssey sia il titolo di debutto della serie su Nintendo Switch. Gli sviluppatori hanno cercato di rendere il sistema di controllo estremamente armonioso: in quest’ottica, giocare con i due joy-con liberi e la Switch all’interno della dock station mi ha permesso di toccare con mano l’ottima fattura del motion control; basta un semplice gesto con la mano per lanciare il cappello e un secondo movimento (in una direzione differente) per dargli un effetto. Il sistema appena descritto è super intuitivo ed è in grado di accorciare tantissimo i tempi di reazione, senza che il giocatore rischi di impallarsi. Naturalmente, ogni volta che ci troviamo in una forma diversa da quella di Mario, i motion control posso essere utilizzati con diverse tipologie di gesti. Il sistema di controllo è quindi interessante e parzialmente innovativo, e merita di essere meglio approfondito una volta che saremo in possesso della versione finale.
Super Mario Odyssey si sta rivelando pian piano l’ennesimo “crack” di Nintendo