9 Kings – Anteprima Accesso Anticipato

9 Kings

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9 Kings – Anteprima Accesso Anticipato

Le declinazioni del genere roguelike ormai non si contano più, proprio come le pixellate unità dell’imponente esercito che si appresta ad assaltare il tuo regno: sei pronto a dimostrare che sei tu il Re dei Re nel promettente 9 Kings?

Sviluppatore / Publisher: Sad Socket / Hooded Horse Prezzo: € 14.99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data di uscita: Già disponibile in accesso anticipato

Immagina di svegliarti al comando di un piccolo regno, inizialmente confinato in una griglia 3×3. Nove caselle, nove possibilità. Ogni spazio è una scelta, una scommessa sul futuro, una manciata di pixel che può trasformarsi in torre difensiva, cimitero o battaglione di maghi. A te l’onore e l’onere di decidere.

E mentre pianti strutture o potenzi imp una carta alla volta, orde di funghi senzienti e costrutti rifletti-danni bussano alle tue porte in nome dell’auto battler. Benvenuto in 9 Kings, deckbuilder roguelike travestito da city builder dove la gestione del territorio si mescola alle battaglie in tempo reale e alla sottile arte del compromesso.

UNA SCACCHIERA DI SANGUE E POTERE

A una prima occhiata, 9 Kings potrebbe sembrare uno di quei progettini minimalisti che popolano itch.io. Incontrandolo su Steam si fa presto a sottovalutarlo a causa di quella pixel art sobria, delle schermate essenziali, della manciata di suoni buffi. E invece no. Basta completare il primo anno di gioco per scoprire che, sotto quella veste ridotta all’osso, si nasconde un gameplay malandrino e profondo, composto da sinergie, carte da collezionare e regni nemici che sembrano creati apposta per farti impazzire.

9 Kings

È ora di dare una lezione al Re del Vuoto e al suo Campione, quel colosso.

Ogni Re avversario ha le sue tattiche e il proprio mazzo personalizzato di partenza, sconfiggerlo significa strappargli edifici e unità che andranno ad arricchire il tuo arsenale. Il cuore del gioco ruota tutto attorno a una gestione oculata del territorio. Nove caselle, zero sprechi, sebbene in determinati momenti, a cadenza regolare, ci sia una fase di espansione che consente di annettere ulteriori terreni al regno, a patto di avere i fondi.

Il cuore del gioco ruota tutto attorno a una gestione oculata del territorio, 3×3 o esteso che sia

Costruire un Fabbro che ogni anno dona +2 attacco ai terreni adiacenti (e quindi solo a ciò che si trova in quelle caselle) significa rinunciare ad assoldare una truppa, una torre magica che cura il tuo esercito occupa il posto di uno squadrone di Paladini, ogni spazio lasciato vuoto è un’occasione persa che può tradursi in sconfitta. In più, le carte pescate a ogni stagione offrono edifici e unità diversi, costringendoti a scelte continue: meglio puntare su un incantesimo, sul potenziamento di una struttura o su un’unità? Calcolando che durante ogni turno – o Anno che dir si voglia – si può giocare una sola carta, salvo alcune occasioni particolari, mica è facile scegliere il da farsi.

IL FASCINO SOTTILE DI 9 KINGS

Ogni edificio, incantesimo o unità è rappresentato da una carta che può essere pescata, potenziata o scambiata. Il deck iniziale è ridotto all’osso, ma sconfiggere gli altri otto re consente di aggiungere nuove carte al proprio pool e, di conseguenza, sbloccare strategie e combinazioni sempre più elaborate. Si passa da scaramucce a mini battaglie campali nel giro di pochi anni, i turni. Per quanto riguarda il combattimento, si tratta di auto battler con una spruzzata di real time. Le unità attaccano automaticamente, ma il giocatore può intervenire manualmente indicando alla Cittadella, il fulcro del suo impero, dove colpire con le sue armi difensive – o lasciare che sia automatico pure questo. L’idea vincente è che non si tratta di semplici baruffe tra pixel: ogni sanguinoso scontro è una guerra in miniatura in cui ha la meglio lo stratega migliore. E il bello è che ogni vittoria porta con sé nuove carte e nuovi avversari, sempre più pericolosi, in un’escalation di stimoli e ricompense da cui è atroce separarsi.

Oltre al mazzo di partenza, si possono acquistare le carte degli altri Re a cui si dichiara guerra. Bell’idea!

Visivamente, 9 Kings adotta una pixel art funzionale più che appariscente, con una palette ristretta ma leggibile. Gli sprite sono semplici, tuttavia ognuno risulta ben distinguibile anche nelle fasi più concitate. I menu sono puliti, l’interfaccia priva di fronzoli e il sonoro discreto accompagna senza disturbare. La direzione artistica essenziale ha tutta l’impressione di essere una scelta assai precisa, che punta tutto sulla sostanza spogliando l’esperienza di qualsivoglia orpello inutile: niente distrazioni, per un Re possono essere fatali.

Si avverte una piacevole dipendenza dal gameplay loop, l’aumento di potenza del proprio regno si percepisce sulla pelle

A sorprendere è il netto contrasto fra estetica spartana e profondità di gioco. Ogni anno trascorso nel regno introduce nuovi eventi, con bonus permanenti tra cui scegliere che possono modificare radicalmente il comportamento di edifici/unità, Re a cui dichiarare guerra se hanno delle carte su cui vogliamo mettere le mani o a cui offrire la pace, in caso non avessero mazzi di nostro gradimento. Si avverte una piacevole dipendenza dal gameplay loop, e più si avanza nella singola run più si percepisce l’aumento di potenza del proprio regno. Ciò crea un circolo virtuoso da cui è problematico liberarsi, un bel risultato se si tiene conto che mancano diverso tempo alla pubblicazione.

UN POTENZIALE DA NON SPERPERARE

9 Kings riesce nella rara impresa di mescolare magistralmente il ritmo incalzante di un roguelike con il ragionamento richiesto da uno strategico a turni. Le partite durano il giusto, le scelte si fanno sempre più sofferte col passare degli anni e il deckbuilding regala soddisfazioni continue grazie alle numerose combinazioni da sperimentare. Costruire un mazzo sinergico, ad esempio basato sui danni da veleno o su unità rapide ma fragili, è non solo possibile, ma spesso necessario per fronteggiare certi re particolarmente ostici. Giocando, si avverte nettamente la sensazione che il gioco stia mostrando soltanto una piccola parte del suo potenziale.

Le immagini non rendono giustizia alla violenta dipendenza che crea 9 Kings.

Chiaramente ci sono alcuni aspetti da sistemare. Mi riferisco ai diversi bug, ai problemi di bilanciamento e alla limitata quantità di contenuti, per non parlare degli elementi migliorabili (UI o tooltip). Tutto normale, considerando che il progetto è appena approdato su Steam in accesso anticipato e ci rimarrà, salvo ripensamenti, per dodici mesi. Il team di sviluppo ha già annunciato una roadmap di aggiornamenti con nuove carte, re aggiuntivi e modalità extra come la endless mode o la classificata. Magari arriveranno anche dei contenuti multiplayer asincroni, con la possibilità di sfidare i regni degli altri giocatori in infuocati match online, chissà (sognare non costa nulla!). Ah, dimenticavo: per ora il gioco è solo in inglese, ma una localizzazione italiana non mi sembra utopia.

9 Kings ha tutte le carte in regola per diventare uno di quei cult game tanto amati dalla community

Per quanto possa apparire un prodotto di nicchia a un primo sguardo, 9 Kings ha tutte le carte in regola per diventare uno di quei cult game tanto amati dalla community strategica. Il suo approccio minimalista, abbinato a una struttura roguelike intelligente e a un deckbuilding sempre più vario, ne fanno un titolo che merita senza dubbio alcuno d’essere tenuto d’occhio molto attentamente.

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