Ghostbusters: Legacy - Recensione

C’era un solo modo per proseguire dopo tantissimi anni il franchise di Ghostbusters (e no, per quanto comprensibile nell’operazione, il remake al femminile del 2016 sbaglia praticamente tutto): far bene emergere dal progetto la necessità di salutare e omaggiare Harold Ramis, scomparso nel 2014, interprete nei primi capitoli del laconico dottor Egon Spengler.

Per una volta, l’adattamento in italiano del sottotitolo di un film risulta più incisivo di quello originale. Oltreoceano è Ghostbusters: Afterlife , ma quel nostro Ghostbusters: Legacy meglio racchiude il senso dell’operazione. Per la scomparsa di uno degli storici acchiappafantasmi assieme all’età non più giovane degli altri tre, il testimone doveva passare a una nuova generazione, inserendo però la storia nello stesso universo, senza dover ripartire da zero.

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Saltando una generazione, stavolta gli zaini protonici vanno in mano ai diretti nipoti proprio di Spengler, ritiratosi a una vita di reclusione in una cittadina sperduta per continuare gli studi su Ivo Shandor e il culto degli adoratori di Gozer. Mentre gli avvenimenti del primo film sono impressi nel tempo grazie a YouTube come una piccola parentesi di soprannaturale chiusa definitivamente, l’incontro col paranormale da parte dei due giovani sarà accompagnata dalla scoperta del passato del nonno, che ha lasciato la famiglia e sua figlia in tenerissima età. Un mostro insensibile per loro, dunque, ma un eroe geniale per la piccola Phoebe Spengler, bambina che dal nonno ha preso una somiglianza tanto estetica quanto intellettuale per tutto ciò che è tecnologia e scienza. Suo fratello Trevor, invece, è un adolescente di pancia, vive di istinto e sarà proprio lui a riparare la vecchia Ecto-1.

sentire di nuovo la sirena della Ecto-1 è una gioia per gli occhi, le orecchie e il cuore

Proprio l’auto dei Ghostbusters risveglia i migliori ricordi legati al primo leggendario film (perché, insomma, il secondo non è poi così bello, diciamolo senza vergogna e lo stesso Legacy sembra quasi annullarlo). Se la domanda era “funzionano gli acchiappafantasmi senza la città di New York?”, beh, allora la risposta arriva direttamente al cuore, appena il motore si accende e la storica sirena falcia interi campi di grano derapando a destra e sinistra con un seggiolino esterno per sparare…

L’operazione nostalgia è palese e i continui ammiccamenti al film primigenio sorreggono la tesi, ma niente è mai forzato, anzi alcuni potrebbero tranquillamente definirsi veri e propri easter egg, inseriti lì, di sfuggita, ma sempre capaci di strappare un sorriso quando li riconosci

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Ma ciò su cui il film è incredibilmente forte è l’omaggio, tanto nella scrittura quanto nella realizzazione complessiva: Jason Reitman – figlio di Ivan, regista del primo film – non ha paura di portare la scelta alle più profonde conseguenze; non c’è modo di far tornare Ramis, quindi Spengler in questo film non c’è, ma si manifesta nelle forme e nel senso di scoperta dei suoi nipoti (un po’ la stessa cosa successa con A Quiet Place – Parte 2 con i figli che ereditano il coraggio e le decisioni del padre). Tutto il film è dedicato con il giusto tono a Ramis, che magari qui dalle nostre parti è conosciuto solo per il ruolo in Ghostbusters, ma in carriera è stato anche un brillante regista e sceneggiatore.

Attorno alla giovane Phoebe viene costruito gran parte dell’interesse, proprio grazie alla sua predisposizione alla scoperta e curiosità. Uno strumento a supporto della missione di chiaro revival del franchise: scordatevi di rinvenire sostanziali novità, ma al tempo stesso allontanate il pericolo di un possibile emulo di Stranger Things. Per quanto la formula di inserire adolescenti in precostrutti narrativi sia negli ultimi anni decisamente abusata, qui tutto è funzionale a un obiettivo superiore.

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Impossibile non uscire dalla sala emozionati e con una lacrima che solca il viso, perché pur non riuscendo a recuperare la verve dell’originale, Ghostbusters: Legacy è un prodotto che non emula per vincere, bensì consolida le fondamenta per poi andare avanti con la storia, salutare chi ci ha lasciato e scaldare il cuore.

VOTO 8

ghostbusters legacy recensioneGenere: avventura, fantastico
Publisher: Sony Italia
Regia: Jason Reitman
Colonna sonora: Rob Simonsen
Interpreti: Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon, Paul Rudd, Logan Kim
Durata: 124 minuti

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