Creed III – Recensione

Creed III è un po’ come il gioco dei vasi comunicanti: la grande forza dei bellissimi due precedenti film, Creed e Creed II, era proprio il loro essere estremamente deboli nei contesti, ma fortissimi nell’attingere a qualcosa di preesistente; in tal caso, il franchise di Rocky veniva in soccorso alla storia del giovane Adonis Creed, figlio illegittimo dello storico amico di Rocky, Apollo Creed. Cosa succede però quando a questo contenuto viene tolto il personaggio di Rocky e filtri tutto il resto del contesto?

Dopo l’eccellente prova del primo capitolo e dopo il notevole secondo scontro tra Rocky e la famiglia Draco, adesso è giunta seriamente il momento di chiedersi che cosa resta di Creed senza Stallone. Al terzo (e probabilmente) ultimo atto, con Stallone chiamatosi fuori dal progetto a causa di divergenze con la produzione, proprio quando Creed deve dimostrare di essere in grado di camminare con le proprie gambe, il risultato non è sicuramente dei migliori.

A non funzionare per la maggior parte del tempo è tutto il processo della trasformazione di un franchise “con Rocky” in un altro “senza Rocky”

A non funzionare per la maggior parte del tempo è tutto il processo della trasformazione di un franchise “con Rocky” in un altro “senza Rocky”, pur riproponendo gli stessi eventi e stilemi narrativi che ha passato anche Balboa. Il risultato è un film con alti e bassi, in perfetto equilibrio per le esigenze degli studios ma lontani dalla foga, dall’emozione e dal pathos che ha contraddistinto gli altri due film.

Creed III recensione

Con lo stesso Michael B. Jordan inserito in cabina di regia il compito diventa anche più arduo, la richiesta di mutare e creare una struttura solida su cui poggiare un progetto che si regga in piedi da solo richiede un impiego di risorse maggiori, inoltre lo stesso Jordan attinge da parti del mondo assolutamente inaspettate. Vero, in campagna promozionale si era detto che il film avrebbe adottato un taglio in linea con opere manga/anime e questo si palesa nel terzo atto, lo scontro decisivo, quello più spettacolare ma anche il più posticcio nella realizzazione, mai incalzante, in cui si notano peccati d’inesperienza che dimostrano anche una voglia – o necessità – di continuità tecnica. Apprezzabile a tratti, non nell’insieme.

Il terzo Creed fallisce nella costruzione di uno scheletro adeguato in cui posizionare gli organi vitali

Senza Rocky, l’operazione per plasmare una nuova storia si avviluppa su stilemi da cinema afroamericano, dove dai borghi sporchi e fatiscenti, fra criminalità, disagio e discriminazione c’è anche chi ce la fa e si gode ampiamente il meritato successo, fino a quando non arriva il “fratello” a rievocare le origini. Lo scontro tra due passati diventa uno scontro sociale, di chi è rimasto indietro e di chi guarda gli alti dall’alto verso il basso. Sembra quasi di vedere Warrior (2011) pur mancando tutta la costruzione dei personaggi imprescindibile per fare arrivare un certo tipo di pathos al culmine del film.

Creed III recensione

Creed III si ciba dei corpi piegati sul ring, della grande metafora della vita, dei muscoli tesi e della volontà da prendere a pugni la vita, sono questi gli ingredienti che gli consentono di portare a casa un film coerente con il materiale di partenza, un film dove non c’è Rocky ma solo uno scontro tra due uomini e il loro passato, di un’amicizia che diventa odio. Paradossalmente, questo terzo atto fallisce proprio nella costruzione di uno scheletro adeguato in cui posizionare gli organi vitali. Va ad affondare le mani in risvolti poco interessanti, l’unico sprazzo meritevole d’interesse è il rapporto di Adonis con la figlia.

Creed III si ciba dei corpi piegati sul ring, della grande metafora della vita, dei muscoli tesi e della volontà da prendere a pugni la vita

La parabola dell’amico ritrovato a cui sembra sia stato tolto tutto si avvicina a quella di Bianca, la moglie di Adonis che per problemi di udito si ritira dalla scena canora per diventare produttrice; eppure il tema è ancora lì, il palco, il ring, l’animale che si mostra e prostra davanti un pubblico, di chi ha bramato di vivere quell’ovazione e di chi si è trovato a festeggiare partendo da nulla, da un cognome pesante e una vita da prendere a pugni. Sicuramente non un film brutto, ma un film menomato che difficilmente viene voglia di rivedere.

VOTO 7

Creed III recensioneGenere: drammatico, sportivo
Publisher: Warner Bros
Regia: Michael B. Jordan
Colonna Sonora: Joseph Shirley
Interpreti: Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Jonathan Majors, Phylicia Rashad, Wood Harris
Durata: 116 minuti

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