A differenza di quanto si possa pensare, il film è lontano dall’essere un’“agiografia” di McDonald’s, raccontando la fortuita nascita della celeberrima catena di fast food nell’America degli anni ’50 ad opera dell’imprenditore Raymond “Ray” Kroc, dopo aver conosciuto la particolare cucina a catena di montaggio in un piccolo ristorante di proprietà dei fratelli Dick e Mac McDonald. Egli entrerà nella società come parte terza, intuirà il potenziale e creerà l’idea stessa di franchise (snodo narrativo fondamentale per la comprensione del finale), e davanti al perfezionismo bigotto dei due fratelli – che non vogliono la nascita del progetto – li “farà fuori” diventando, a tutti gli effetti, il “fondatore” del titolo del film.
Il concetto di franchise, prima inesistente, è dovuto a Kroc
Molti colleghi l’avranno pensato, ne sono certo, ma nessuno ha avuto il coraggio di scriverlo, ciò nondimeno mi permetto di dirlo, anche se quanto segue potrà apparirvi ingenuo: la storia di The Founder potrebbe rispecchiare in qualche modo le vicende del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Questo perché The Founder è il tipico film americano basato su quel sogno a stelle e strisce ormai svestito di tutto il buonismo, mostrato oggi come una scalata verso la cima a suon di “cadaveri” da calpestare. Trump ha conseguito il successo economico quasi nello stesso modo; quindi Ray Kroc non è né un martire, né un genio, né un assassino. Possiamo odiarlo per essersi comportato in modo scorretto eppure, alla fine, ci rendiamo conto che è difficile criticare qualcuno che, pur senza scrupoli, ha reso McDonald’s ciò che è oggi. Il film, in definitiva, suggerisce questo: benché i fratelli McDonald abbiano “inventato” il metodo, il concetto di franchise, prima inesistente, è dovuto a Kroc.
Esattamente come l’arte, possiamo boicottare o criticare la grande M, ma quando passeggiamo per strada, e alzando gli occhi notiamo l’indicazione stradale che ci informa della presenza di un punto di ristoro McDonald’s, non possiamo negare il fatto che Kroc, nella vita, sia riuscito a costruire qualcosa di unico.
“Ray” Kroc è interpretato senza sbavature da Michael Keaton: ha il viso da buon lavoratore, ma urla vendetta contro il sistema capitalistico americano
In conclusione, un paio di note a margine per giustificare il voto non eccelso. John Lee Hancock, regista dell’opera, non prende una vera e propria posizione sui fatti, e anzi lascia allo spettatore la libera interpretazione; in questo modo, però, la narrazione risulta semplicistica, quasi una sterile cronaca senza emozioni. Inoltre, The Founder vanta qualità e realizzazione paragonabili a un prodotto televisivo. Non che ciò, di base, sia un male; tuttavia, trattandosi di eventi che richiederebbero una certa cura nella riproduzione degli anni 50/60, ho notato una certa approssimazione.
VOTO 6.5
Genere: biografico
Publisher: Videa
Regia: John Lee Hancock
Sceneggiatura: Robert D. Siegel
Colonna Sonora: Carter Burwell
Intepreti: Michael Keaton, Laura Dern, Patrick Wilson, Nick Offerman, John Carroll Lynch
Durata: 115 minuti