La Justice League che non abbiamo mai visto - Speciale

justice league mortalArchiviato Thor: Ragnarok, in questi giorni gli occhi del grande pubblico sono tutti puntati su Justice League, arrivato nelle sale lo scorso giovedì 16 novembre. Ma come si è giunti a questo punto? Non parlo dei precedenti film dell’universo cinematografico della DC che hanno segnato una tappa narrativa quali L’uomo d’Acciaio, Batman V Superman, Suicide Squad o Wonder Woman, no. Forse non tutti sanno che i progetti L’Uomo d’Acciaio e Batman V Superman hanno origini lontanissime, attorno al 1998: ricordate il famoso film di Superman che doveva dirigere Tim Burton con Nicolas Cage protagonista e che non ha mai visto luce? Perdendovi in ricerche notturne ambigue su Wikipedia, siete per forza di cose arrivati faccia a faccia con le foto del backstage con un giovane Nicolas Cage capellone nel pieno di alcuni test costume. Il titolo era Superman Lives che, ironia della sorte, è morto nel peggiore dei modi, ma in qualche modo ha dato i natali al Superman cinematografico di Henry Cavill che conosciamo oggi.

SUPERMAN LIVES

Siamo verso la fine degli anni ’90, al cinema è da poco arrivato Batman & Robin e Warner Bros. si sta prendendo i peggio insulti per la scandalosa deriva qualitativa a cui aveva portato il personaggio di Batman (no, ancora non si perdona il costume con i capezzoli). L’unico modo per correre ai ripari è chiudere temporaneamente il progetto Batman e focalizzarsi su altro, nello specifico Superman, per mano di Tim Burton, felicissimo dell’idea di occuparsi di un progetto del genere. A interpretare Clark Kent un improbabile Nicolas Cage, anch’egli dichiaratosi uno dei più grandi fan di Superman – e gli abbiamo creduto tutti quando nel 2005 ha chiamato suo figlio Kal – El Cage. Partendo dal presupposto che il film, nonostante migliaia di concept, sceneggiature scritte e costumi già realizzati, non vide mail primo ciak, la domanda fondamentale è: cosa è successo di così grave che ne ha impedito la realizzazione? Tanti, troppi fattori.

justice league mortalPrima di tutto, Burton non riusciva ad entrare in empatia con le diverse sceneggiature che venivano scritte. Batman, per quanto kitsch, era pur sempre la storia di un multimiliardario che combatteva il crimine con gadget all’ultimo grido; tutto folle ma coerente e terreno, e forse più nelle corde dark del regista statunitense. Superman era altro: era un alieno, i suoi nemici venivano dallo spazio o erano robot diabolici, e tutto questo, stranamente, turbò Burton. La sceneggiatura, da un primo script di Kevin Smith (il regista di Clerks) passò di mano a Wesley Strick e infine a Dan Gilroy (regista del recente Lo Sciacallo, con Jake Gyllenhaal). Tutte e tre vennero sempre bocciate da regista e produttori, con motivazioni di varia natura. Ciò che sappiamo è che, sommariamente, Superman avrebbe incontrato lo stesso destino che abbiamo visto alla fine di Batman V Superman, con una sorta di scena finale di Batman che sarebbe apparso sugli schermi giganti di Times Square per fare un discorso alla nazione, promettendo di proteggere tutti, nell’attesa del ritorno del kriptoniano. Oltre a un caos narrativo che non vedeva fine, di mezzo si misero anche i produttori con richieste strampalate, supportate dagli artisti ingaggiati che crearono bozzetti di ogni idea anche solo sentita per sbaglio: parliamo di un Brainiac non più alieno umanoide ma idealizzato come ragno robot, oppure di Lex Luthor e Brainiac fusi come due teste in un unico corpo. Brrr!

Tutto ciò è stato frutto di circa due anni di preparazione e di circa 50 milioni di dollari spesi, senza tuttavia aver realizzato nulla. Anche in virtù del lato economico – alcune voci vogliono che invece la cifra si attesti attorno i 130 milioni di dollari in test, costumi, bozzetti e ingaggi di attori pagati totalmente prima di girare il film – Warner si vide svuotare le tasche senza nessuna entrata; percepito il caos su cui stava virando il film, cominciò a pensare di staccare la spina al progetto.

Burton non riusciva ad entrare in empatia con le diverse sceneggiature che venivano scritte

Un altro fattore, sempre di stampo economico, era il periodo non proficuo che stava affrontando la major, con molti film portati al cinema che flopparono al box office, non generando entrate a sufficienza per coprire i costi di produzione. L’ultimo sceneggiatore, Dan Gilrory, raccontò degli ultimi meeting con Warner come una sorta di strada verso il patibolo: in ogni riunione c’era un dirigente differente, a testimonianza che molte teste, in quel periodo, stavano cadendo a causa di investimenti sbagliati. Ci fu poi una richiesta conclusiva, prima di mettere la parola fine e staccare completamente la spina al progetto, ovvero tagliare tutte le scene d’azione e rendere il film di Superman una specie di thriller a sfondo psicologico e intimo sull’identità dell’eroe. Avrebbe avuto tuttavia senso un film con Superman che si interroga sulla sua identità per 90 minuti senza neanche una piccola scazzottata? No. Ergo, spina staccata e addio Superman Lives.

JUSTICE LEAGUE: MORTAL

Megan Gale è stata Wonder Woman. No, non è un multiverso fumettistico ma la pura realtà. Nel 2005 con la ripartenza del brand di Batman con Batman Begins firmato Christopher Nolan, negli uffici Warner si presentò George Miller. Proprio lui, il regista della quadrilogia di Mad Max, con un’idea riguardo un film sulla Justice League, dal titolo provvisorio Justice League: Mortal.

Batman, grazie a Nolan, era tornato a vigilare su Gotham City con grande successo sia di critica che di pubblico, quindi con l’attenzione mediatica riaccesa, Warner e soci diedero il via al progetto. Su Justice League: Mortal c’è relativamente poco da dire: tuttavia, come nel caso di Superman Lives, ha influenzato molto le idee della produzione di Warner e DC, partendo già dall’inquadramento del film. Christian Bale non sarebbe tornato come Batman, perché le avventure di questa pellicola, seguendo una metodologia presente nei fumetti, si sarebbero svolte in uno dei tanti universi paralleli, motivo per cui serviva un nuovo volto e attore che vestisse i panni dell’Uomo Pipistrello, più un casting inedito per tutti gli altri eroi. I nomi che giravano nei corridoi di Warner erano davvero dei più improbabili: Megan Gale come Wonder Woman, Adam Brody (il Seth Coen di The O.C.) come Flash, Armie Hammer come Batman, DJ Cotrona come Superman e Hugh Keays-Byrne (Immortan Joe di Mad Max: Fury Road) come Martian Manhunter. È proprio qui che Miller e Warner Bros hanno avuto i primi scontri: il cast, agli occhi del publisher, era inadatto. Per quanto Megan Gale si trovasse in un momento proficuo, tanto nella moda quanto come testimonial di numerosi marchi nel mondo (e noi italiani ne sappiamo qualcosa), non è mai stata una vera e propria attrice a tempo pieno, ma lei e Hugh Keays-Byrne erano scelte insostituibili per Miller, quasi fossero dei suoi portafortuna, e non per nulla entrambi sono presenti in Mad Max: Fury Road.

Al di là di questi iniziali capricci, Miller volle girare tutto in Australia, e qui nacque un problema di cui è stato vittima anche l’ultimo Mad Max. Senza entrare in odiosi dettagli, i finanziamenti cinematografici per girare in Australia sono pesantemente tassati, motivo per cui si sarebbe andati incontro una spesa folle. La major non era disposta a spendere un budget titanico, ma la divergenza si appianò quando lo stesso Miller promise di coprire una parte dei costi, inserendosi lui stesso come produttore.

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I nomi che giravano nei corridoi di Warner, a proposito del cast di Justice League: Mortal, erano davvero dei più improbabili

Insomma, il cast era pronto (anche se non apprezzato dai più) e i soldi più o meno c’erano; mancava tuttavia la sceneggiatura, che Miller consegnò alla major attorno al 2007. I dirigenti di Warner volevano solo sistemare qualche piccolo passaggio, ma chiunque sia appassionato di serie TV ricorderà il 2008 come un anno disastroso, colpito da uno sciopero generale di circa tre mesi di tutti gli sceneggiatori della Writers Guild of America. A pagarne le conseguenze, oltre al cinema, furono tutti i serial in corso, che si presentarono al via dimezzati nel numero di episodi: qualunque show televisivo di rete generalista che proponeva le classiche 22 puntate, ora aveva in mano un prodotto di sole 14 puntate. Le perdite economiche dell’industria dell’intrattenimento, tra inserzionisti e pubblicità, furono altissime: si parla di circa 1,5 miliardi di dollari bruciati, mica bruscolini! Complice lo sciopero, nessuno degli sceneggiatori volle lavorare per sistemare lo script di Justice League: Mortal: a circa due settimane dall’inizio delle riprese Warner cancellò tutto, dopo un anno di preparazione, con tanto di prova costume per alcuni e un altro anno di stop, quando tutto sembrò tornare alla normalità, con tutto il cast pronto ad attendere il primo ciak. Era successo di nuovo, come per Superman Lives: 24 mesi spesi a pagare e sborsare milioni e milioni di dollari, e non aver realizzato nulla.

C’è un aneddoto interessane con cui chiudere la vicenda. Andare alla ricerca di queste storie dietro film cancellati mi ha sempre appassionato, dato che emergono storie e verità taciute sempre stimolanti per capire il modo di lavorare a Hollywood. Subito dopo la cancellazione, Warner dichiarò di voler tenere segreta la sceneggiatura del film e che quindi questa dovesse essere custodita in una cassaforte: nessuno avrebbe potuto leggerla. Perché? Forse era orrenda, ma che senso aveva il tenerla nascosta? Alcune malelingue arrivarono addirittura a sostenere che in realtà la sceneggiatura non fosse mai esistita. Insomma, era il 2009 e Justice League: Mortal venne cancellato senza troppi problemi, e d’altronde c’era Il Cavaliere Oscuro di Nolan che stava facendo incetta di recensioni positive e grosse entrate al box office.

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Subito dopo la cancellazione, Warner dichiarò di voler tenere segreta la sceneggiatura del film

Il mistero venne risolto poco dopo l’uscita al cinema de L’Uomo d’Acciaio con la sceneggiatura che venne resa finalmente disponibile e, a dirla tutta, non era neanche male come storia. L’unica teoria attorno a questo strano comportamento è che forse, dato che dall’altra parte della barricata Marvel stava uscendo con i suoi primi film, Warner non voleva che gli sceneggiatori della concorrenza potessero “rubare” non tanto le idee, ma l’impostazione nel presentare quello che poi sarebbe stato nel 2012 The Avengers. In quest’ottica il comportamento è comprensibile, giacché in quel di Hollywood lo spionaggio industriale è la regola del giorno.

Dopo questa lunga cavalcata di eventi e notizie è abbastanza chiara l’influenza che il nuovo corso dell’universo cinematografico di DC ha avuto da queste due pellicole, che sono quasi entrate nell’Olimpo delle rarità cinematografiche: progetti falliti di cui non si hanno che pochi frame e foto di scena, ma che celano un’eredità e un interesse che sembra non sopirsi mai. Gli sceneggiatori hanno sempre pescato da quel materiale che era stato già scritto ma mai realizzato.

Per quanto riguarda Superman Lives, consiglio la visione di The Death of “Superman Lives”: What Happened?, un documentario del 2015 di Jon Schnepp che ripercorre, grazie a interviste dirette, tutte le vicende che portarono alla nascita e alla morte del progetto. Su Justice League: Mortal esiste un documentario omonimo della stessa natura, ma purtroppo Warner non ha mai dato il via alla distribuzione. Molto probabilmente vista l’uscita del nuovo film sulla Justice League, la major americana non vuole che materiale del genere venga alla luce. Un atteggiamento comprensibile, ma il pubblico è affamato e, in qualche modo, riusciremo a vederlo prima o poi.

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