In altri paesi, specie quelli anglosassoni, gli editoriali di TGM sarebbero semplicemente identificati come “articoli di opinione”, liberi dai vincoli che recensioni, anteprime e speciali necessariamente pongono. Ed è così che, per intricare ulteriormente la situazione, ho scelto di nominare il pezzo con due titoli: nei termini del primo, con una definizione forse più ovvia, mi riferisco alla virata della serie di 4A Games verso scenari diversi sia per concezione del game design, sia per quello che sarà lo sfondo narrativo; di conseguenza, col secondo titolo viene messa in evidenza la volontà, assolutamente non facile, di affrancarsi dal geniale incipit di Dmitry Glukhovsky, spingendosi nel mondo postnucleare come farebbe una farfalla dopo aver lasciato la più sicura forma del bruco.
Urge subito una precisazione: lo scrittore di Metro 2033, 2034 e 2035 è ancora a fianco dei ragazzi di 4A Games, impegnato nella supervisione di soggetto e sceneggiatura, ma è altresì vero che gli sviluppatori godranno di una libertà d’ambientazione mai vista finora, solo in piccola parte anticipata da alcune porzioni di Metro Last Light.
Per quanto Glukhovsky sia ancora al fianco di 4A Games, Metro Exodus porta l’ambizione dello studio su un livello mai visto prima
Ciò detto, è chiaro che il treno di Metro Exodus sta lasciando dietro di sé una delle ambientazioni fantascientifiche più affascinanti degli ultimi lustri, addirittura geniale in alcuni passaggi nonostante le altalenanti qualità di scrittura: da una parte, è come se le idee centrali di S.T.A.L.K.E.R. Shadow of Chernobyl fossero state ricondotte a una forma letteraria, con bizzarre creature e anomalie, dal tono spesso metafisico, a puntellare gallerie, piazze e strade della capitale russa; dall’altra, la stessa struttura della metropolitana di Mosca, di fatto il sotterraneo artificiale più vasto al mondo, è stata trasfigurata in un eccellente nonché composito quadro in cui comunità frammentate di stampo medievale si affiancano a tratti da Grecia antica, ad esempio nel contesto della Polis (un governo illuminato da ragione e cultura) e del gruppo guerriero chiamato Spartan, spesso al centro dei viaggi di Artyom, Hunter, Omero e tanti altri personaggi – come l’esploratore mistico Khan – decisamente riusciti.
È chiaro che il treno di Metro Exodus sta lasciando dietro di sé una delle ambientazioni fantascientifiche più affascinanti degli ultimi lustri
Da questo punto in poi, arrivano le speranze personali: innanzitutto, mi piacerebbe che i vari elementi survival e le relative modalità – tra munizioni contate, funzionamento delle armi, tute anti-radiazioni e respiratori assortiti – fossero ampliati sfruttando il libero girovagare per gli scenari principali. In seconda battuta, il personale gradimento per il film Snowpiercer del talentuoso Bong Joon-ho mi sta facendo sognare una vera e propria micro-società all’interno dello stesso, possente treno postapocalittico, per ragioni di puro fascino e anche per non disperdere l’impianto al limite dell’antropologico della saga. Com’è noto, la risposta a queste domande arriverà il prossimo 22 febbraio.Nota a margine: sul prossimo numero di The Games Machine, il 356 (qui contenuti e data d’uscita) troverete una puntata del TGM Classic dedicata a S.T.A.L.K.E.R., sull’onda dell’annuncio del secondo capitolo, a lato di un approfondimento sull’eredità – parziale ma potente – della serie Metro.