Il signore dei cheat

konami-cheat-code

Non ricordo, in tutta disonestà, quale sia stato il primo gioco che mi ha “obbligato” a ricorrere a un cheat, ma credo di poter risalire a Quake di id Software: le sue mappe spigolose, pullulanti di ferocissimi avversari, mi hanno costretto a dotarmi anzitempo di un lanciarazzi, per far così piazza pulita delle orde di nemici con agevolezza.

Gli sparatutto, in genere, mi pare che esagerino da questo punto di vista. Il primo Far Cry, ad esempio, nella parte iniziale, ci illude con verdeggianti isolotti che strizzano l’occhio a un approccio free per quanto riguarda soluzioni d’attacco e scelta del punto d’ingresso, per poi mutare in uno shooter vecchia scuola zeppo di corridoi, con tanto di livelli finali – quello del vulcano, in particolare – che in termini di “sangue” e “dolore” nulla hanno da invidiare alle sfide proposte da Serious Sam. L’opera prima di Crytek, nondimeno, raggiunge il picco nelle ultime stanze, dove il giocatore – solo come un cane – è costretto ad affrontare una quindicina di soldati corazzati resistenti alle granate e capeggiati da un leader dotato di lanciarazzi che usa con nonchalance a distanza zero, alla faccia del tanto decantato realismo vantato dal titolo in questione. Davanti alla oggettiva frustrazione, è con un sorriso sulle labbra che ho scoperto che gli sviluppatori avevano disattivato la possibilità di praticare qualsiasi tipo di cheat in-game, perché il loro Far Cry andava giocato “as is”. Una ricerca su internet ha portato alla luce alcune stringhe da inserire nel file di configurazione per aggirare il blocco, consentendomi di terminare il primo capitolo di una serie ormai giunta alla quinta installazione (e, francamente, non capisco come abbia potuto sopravvivere ai primi due titoli!).

Vale la pena ricordare, in questa sede, anche la missione Demolition Man, del coloratissimo Vice City. In quel particolare frangente, il gioiellino di Rockstar North ci chiedeva di pilotare il modellino di un elicottero per i vari piani di un grattacielo in costruzione, al fine di piazzare delle bombe in alcuni punti prestabiliti; il tutto, ovviamente, dovendo fare i conti con operai armati di martello, agenti della sicurezza dotati di pistola d’ordinanza, un timer piuttosto stringente e, non ultimo, un sistema di controllo che definire infame è un eufemismo. La missione, essendo a tutti gli effetti un game stopper (non si può concludere la campagna principale senza averla superata), mi ha richiesto l’attivazione del cheat per rallentare il tempo, utilissimo per ottimizzare i movimenti del piccolo chopper.

demolition man vice city cheat

Devo divertirmi, non superare una sfida che i programmatori – secondo il loro metro, spesso fallace – ritengono adeguata o divertente

Nella mia carriera “criminale” ammetto un’assidua consultazione di walkthrough per superare gli enigmi di tostissime avventure (e i loro maledetti labirinti!), di aver cercato – pur senza trovarlo – un modo per conservare le scimitarre di Drizzt nel secondo Baldur’s Gate, e di aver attivato ripetutamente il cheat per assegnare un po’ d’oro extra al giocatore indebitato nei vari simulatori di città. Io confesso, dunque. Tuttavia, alla luce delle premesse non ritengo che usare i cheat significhi “alzare bandiera bianca” o “rubare”, quando la linea di demarcazione tra difficoltà e frustrazione sta solo nell’occhio di chi gioca. God Mode, Infinite Ammo e All Weapons, per citarne solo alcuni, sono indispensabili compagni d’avventura; non mi pento di averli usati, e dovesse ripresentarsi l’occasione lo rifarei, perché io debbo poter fruire il gioco al meglio (in questo caso, al peggio) delle mie capacità; devo divertirmi, non superare una sfida che i programmatori – secondo il loro metro, spesso fallace – ritengono adeguata o divertente.

Le ultime parole vorrei spenderle per il permadeath, quella “simpatica” feature che oggi va tanto di moda e che provvede a cancellare i salvataggi di gioco in caso di morte dell’avatar o del party. In primo luogo, mi dà fastidio perché credo sia soprattutto figlia dei giochi a gettone che ci “ammazzavano” senza tante cerimonie, per poi risbatterci alla schermata iniziale per ingollare un altro gettone acquistato con i soldini della nostra paghetta duramente sudata. Inoltre, sono il primo che, in caso di epico fail o di party non ottimizzato a dovere, decide di ricominciare daccapo, ma non deve essere il gioco a operare questa scelta, dato che nei roguelike, per esempio, basta un tiro di dado virtuale o uno sfortunato evento per vanificare anche la migliore delle strategie. Per ovviare all’inconveniente, copio dunque il file di salvataggio, rinvenibile nella cartella dedicata, e lo metto “in cassaforte” in altre directory, oppure lo archivio su varie chiavette… con tanti saluti allo spirito originale del gioco.

Articolo precedente
comandate shepard

L'ultimo saluto al Comandante Shepard

Articolo successivo
voglio andare a vivere in nuova zelanda

Voglio andare a vivere in Nuova Zelanda

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata