Re: Il topic del Governo Conte II
volevo ringraziare il governo più eccezionale dal dopoguerra per questa formidabile trovata
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Trappola del governo alle imprese: il Covid è infortunio sul lavoro
Come previsto dal Cura Italia, l'Inail classifica il contagio da Covid-19 come infortunio. Così la responsabilità grava sui datori di lavoro
Gli esperti hanno già avvisato: il coronavirus sarà difficile da sconfiggere e continuerà a circolare. Dovremo quindi imparare a convivere con il Covid-19 almeno fino a quando non ci sarà un vaccino o una cura.
Il "ritorno alla normalità" preoccupa, ma dopo più di un mese di lockdown il Paese deve ripartire. Lo sanno bene gli imprenditori che, nella maggior parte dei casi, sono stati costretti a bloccare le loro aziende e ora premono per la riapertura. Non si troveranno però ad affrontare "solo" gli effetti economici dell'emergenza sanitaria: su di loro ora ricade anche una seria responsabilità.
L'articolo 42 del decreto Cura Italia, al comma 2, prevede infatti che se un lavoratore viene contagiato dal Covid-19 il caso sarà iscritto nel registro dell'Inail come infortunio sul lavoro. Lo precisa anche la circolare n.13 del 3 aprile dell'Istituto. Quindi, "nel momento in cui l'Inail riconosce un infortunio sul lavoro al lavoratore, quest'ultimo - come in ogni caso di infortunio sul lavoro - può rivalersi nei confronti del datore", spiega a ilgiornale.it Luca Failla, giuslavorista e founder partner di Lablaw. La responsabilità va quindi a gravare sugli imprenditori e il riconoscimento del coronavirus come infortunio sul lavoro "favorirà senza dubbio possibili azioni, procedimenti, richieste di danno in capo ai datori", sottolinea Failla spiegando che comunque "non ci sarà una ricaduta sul premio". "Il riconoscimento di infortunio sul lavoro non costituisce di per sé riconoscimento di responsabilità penale - aggiunge -. Di sicuro apre la possibilità, è un rischio astratto, di responsabilità penale in capo all'azienda. Poi bisognerà vedere se il lavoratore può provare di aver contratto il Covid mentre svolgeva attività lavorativa". E questo è un punto fondamentale.
Ricostruire il momento e il luogo esatto dell'infezione da coronavirus è molto difficile. Sul sito del ministero della Salute si legge che "il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici varia fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni". Inoltre, i sintomi sono molteplici e spesso simili a quelli di un semplice raffreddore, mentre in molti casi possono persino non presentarsi. Per di più, nelle ultime settimane gli esperti hanno spiegato che ora i contagi avvengono soprattutto tra le mura domestiche, in famiglia. Come può quindi un imprenditore assumersi questa responsabilità? "Non è semplice dimostrare che un lavoratore si è ammalato sul posto di lavoro - evidenzia Failla -. Qui si apre il tema della ripartizione dell'onere probatorio: è il lavoratore che deve provare che il datore è venuto meno a norme di tutela della sicurezza o deve essere il datore a dimostrare di non aver mancato nei propri obblighi?". Poi aggiunge: "Nel caso del coronavirus si fa tutto più complicato: se un lavoratore contrae il Covid a oltre due settimane dall'ultima volta che è andato al lavoro, c'è una forte presunzione che il virus sia stato preso fuori dagli ambienti lavorativi; se invece un dipendente ha continuato a svolgere le sue mansioni, è più facile che dica di aver contratto il virus sul luogo di lavoro. E a questo punto sarà il datore che dovrà provare a discolparsi e dimostrare che il Covid non è stato recepito nell'esercizio dell'attività lavorativa. Basterebbe però che anche un altro dipendente abbia contratto il virus per creare una sorta di presunzione di responsabilità del datore". Una serie di casi che non fanno stare tranquilli gli imprenditori. E anche rispettare tutte le misure per proteggere i propri lavoratori potrebbe non bastare.
"Stiamo dicendo alle aziende di rispettare tutte le norme previste dal Protocollo del 14 marzo (Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, ndr). Ma è sufficiente? - si chiede Failla - Ad esempio, tamponi e test sierologico non sono previsti in questo Protocollo e qui già si apre una possibile falla. Nel momento in cui un lavoratore, nonostante le mascherine, i guanti, il distanziamento e tutte le altre misure, contrae il virus, la falla si sposta nel campo del datore di lavoro". Per l'imprenditore non sembra quindi esserci scampo. E così in molti cercano di tutelarsi "introducendo nelle aziende i body scanner per misurare la temperatura - conclude Failla - e facendo tamponi e test sierologici". Il tutto, spesso, pagato di tasca propria dai datori di lavoro per proteggere i dipendenti e cercare di ripartire in sicurezza.
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perfettamente in linea con il clima anti impresa di questo paese.
non ne posso più sto pensando di chiudere
Re: Il topic del Governo Conte II
eh, sta follia l'abbiam fatta presente da marzo a tutti i clienti.
Mi pare abbastanza chiaro che a sto governo di far lavorare le persone non frega in cazzo.
Vorrei poi capire perchè Covid è infortunio sul lavoro mentre una polmonite batterica o la tubercolosi no.
Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
MrVermont
eh, sta follia l'abbiam fatta presente da marzo a tutti i clienti.
Mi pare abbastanza chiaro che a sto governo di far lavorare le persone non frega in cazzo.
Vorrei poi capire perchè Covid è infortunio sul lavoro mentre una polmonite batterica o la tubercolosi no.
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quando fai decidere ai sindacalisti italiani ottieni questo ed altro.
Stan puntando all'infortunio sul lavoro anche per le persone a casa che operano in smart working.
Se si alzano e prendono una testata sulla mensola o hanno l'impianto elettrico fatto dal cuggino e prendono la scossa è colpa dell'azienda.
Re: Il topic del Governo Conte II
però han dato altri 3 miliardi ad alitalia. Sai quanti altri posti disponibili per i compagni di classe di Di Maio...
spetta un momento...
cocoon dov'è che sei andato a sKuola?
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
Frappo
quando fai decidere ai sindacalisti italiani ottieni questo ed altro.
Stan puntando all'infortunio sul lavoro anche per le persone a casa che operano in smart working.
Se si alzano e prendono una testata sulla mensola o hanno l'impianto elettrico fatto dal cuggino e prendono la scossa è colpa dell'azienda.
Que Diablo. :pippottemo:
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
Mr Yod
Que Diablo. :pippottemo:
Sullo smart working si sta formando (stranamente) un macello. Per come è normato ora, è applicabile "in tempo di pace" e su piccola scala.
Visto che potrebbe essere impiegato di più nei prossimi tempi, ci si sta già scannando su come regolamentarlo, con le due posizioni agli antipodi che sono tipo:
-Confindustria&friends: rendere l'abitazione privata una succursale dell'azienda;
-Sindacati: creare l'n-centesimo contratto ad hoc e rendere il lavoro a casa il giardino del fa come ti pare;
ovviamente entrambe hanno i propri bei risvolti distopici, oltre ad una dose di implicazioni trasversali
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
sacramen
le buone azioni non restano mai impunite :asd:
- - - Aggiornato - - -
Citazione:
Originariamente Scritto da
Frappo
volevo ringraziare il governo più eccezionale dal dopoguerra per questa formidabile trovata
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Trappola del governo alle imprese: il Covid è infortunio sul lavoro
Come previsto dal Cura Italia, l'Inail classifica il contagio da Covid-19 come infortunio. Così la responsabilità grava sui datori di lavoro
Gli esperti hanno già avvisato: il coronavirus sarà difficile da sconfiggere e continuerà a circolare. Dovremo quindi imparare a convivere con il Covid-19 almeno fino a quando non ci sarà un vaccino o una cura.
Il "ritorno alla normalità" preoccupa, ma dopo più di un mese di lockdown il Paese deve ripartire. Lo sanno bene gli imprenditori che, nella maggior parte dei casi, sono stati costretti a bloccare le loro aziende e ora premono per la riapertura. Non si troveranno però ad affrontare "solo" gli effetti economici dell'emergenza sanitaria: su di loro ora ricade anche una seria responsabilità.
L'articolo 42 del decreto Cura Italia, al comma 2, prevede infatti che se un lavoratore viene contagiato dal Covid-19 il caso sarà iscritto nel registro dell'Inail come infortunio sul lavoro. Lo precisa anche la circolare n.13 del 3 aprile dell'Istituto. Quindi, "nel momento in cui l'Inail riconosce un infortunio sul lavoro al lavoratore, quest'ultimo - come in ogni caso di infortunio sul lavoro - può rivalersi nei confronti del datore", spiega a ilgiornale.it Luca Failla, giuslavorista e founder partner di Lablaw. La responsabilità va quindi a gravare sugli imprenditori e il riconoscimento del coronavirus come infortunio sul lavoro "favorirà senza dubbio possibili azioni, procedimenti, richieste di danno in capo ai datori", sottolinea Failla spiegando che comunque "non ci sarà una ricaduta sul premio". "Il riconoscimento di infortunio sul lavoro non costituisce di per sé riconoscimento di responsabilità penale - aggiunge -. Di sicuro apre la possibilità, è un rischio astratto, di responsabilità penale in capo all'azienda. Poi bisognerà vedere se il lavoratore può provare di aver contratto il Covid mentre svolgeva attività lavorativa". E questo è un punto fondamentale.
Ricostruire il momento e il luogo esatto dell'infezione da coronavirus è molto difficile. Sul sito del ministero della Salute si legge che "il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici varia fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni". Inoltre, i sintomi sono molteplici e spesso simili a quelli di un semplice raffreddore, mentre in molti casi possono persino non presentarsi. Per di più, nelle ultime settimane gli esperti hanno spiegato che ora i contagi avvengono soprattutto tra le mura domestiche, in famiglia. Come può quindi un imprenditore assumersi questa responsabilità? "Non è semplice dimostrare che un lavoratore si è ammalato sul posto di lavoro - evidenzia Failla -. Qui si apre il tema della ripartizione dell'onere probatorio: è il lavoratore che deve provare che il datore è venuto meno a norme di tutela della sicurezza o deve essere il datore a dimostrare di non aver mancato nei propri obblighi?". Poi aggiunge: "Nel caso del coronavirus si fa tutto più complicato: se un lavoratore contrae il Covid a oltre due settimane dall'ultima volta che è andato al lavoro, c'è una forte presunzione che il virus sia stato preso fuori dagli ambienti lavorativi; se invece un dipendente ha continuato a svolgere le sue mansioni, è più facile che dica di aver contratto il virus sul luogo di lavoro. E a questo punto sarà il datore che dovrà provare a discolparsi e dimostrare che il Covid non è stato recepito nell'esercizio dell'attività lavorativa. Basterebbe però che anche un altro dipendente abbia contratto il virus per creare una sorta di presunzione di responsabilità del datore". Una serie di casi che non fanno stare tranquilli gli imprenditori. E anche rispettare tutte le misure per proteggere i propri lavoratori potrebbe non bastare.
"Stiamo dicendo alle aziende di rispettare tutte le norme previste dal Protocollo del 14 marzo (Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, ndr). Ma è sufficiente? - si chiede Failla - Ad esempio, tamponi e test sierologico non sono previsti in questo Protocollo e qui già si apre una possibile falla. Nel momento in cui un lavoratore, nonostante le mascherine, i guanti, il distanziamento e tutte le altre misure, contrae il virus, la falla si sposta nel campo del datore di lavoro". Per l'imprenditore non sembra quindi esserci scampo. E così in molti cercano di tutelarsi "introducendo nelle aziende i body scanner per misurare la temperatura - conclude Failla - e facendo tamponi e test sierologici". Il tutto, spesso, pagato di tasca propria dai datori di lavoro per proteggere i dipendenti e cercare di ripartire in sicurezza.
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perfettamente in linea con il clima anti impresa di questo paese.
non ne posso più sto pensando di chiudere
sinceramente io lo davo per scontato :uhm:
- - - Aggiornato - - -
Citazione:
Originariamente Scritto da
MrVermont
eh, sta follia l'abbiam fatta presente da marzo a tutti i clienti.
Mi pare abbastanza chiaro che a sto governo di far lavorare le persone non frega in cazzo.
Vorrei poi capire perchè Covid è infortunio sul lavoro mentre una polmonite batterica o la tubercolosi no.
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no, qualunque cosa lo è, però bisogna dimostrare che c'è nesso di causa tra il luogo o la prestazione di lavoro e la malattia
e su questo ... auguri :asd:
- - - Aggiornato - - -
Citazione:
Originariamente Scritto da
Rage
Sullo smart working si sta formando (stranamente) un macello. Per come è normato ora, è applicabile "in tempo di pace" e su piccola scala.
Visto che potrebbe essere impiegato di più nei prossimi tempi, ci si sta già scannando su come regolamentarlo, con le due posizioni agli antipodi che sono tipo:
-Confindustria&friends: rendere l'abitazione privata una succursale dell'azienda;
-Sindacati: creare l'n-centesimo contratto ad hoc e rendere il lavoro a casa il giardino del fa come ti pare;
ovviamente entrambe hanno i propri bei risvolti distopici, oltre ad una dose di implicazioni trasversali
abbiamo qualche link delle due scuole di pensiero? voglio farmi due risate :asd:
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
Zhuge
le buone azioni non restano mai impunite :asd:
- - - Aggiornato - - -
sinceramente io lo davo per scontato :uhm:
- - - Aggiornato - - -
no, qualunque cosa lo è, però bisogna dimostrare che c'è nesso di causa tra il luogo o la prestazione di lavoro e la malattia
e su questo ... auguri :asd:
il covid come infortunio sul lavoro va bene in ospedale, laboratori e strutture sanitarie.
Non certo da un panettiere. Altrimenti pure l'influenza classica lo è.
Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk
Re: Il topic del Governo Conte II
ripeto, se ti ammali a causa della prestazione è infortunio sul lavoro (o malattia professionale, se si cronicizza), il problema è dimostrare il nesso di causa
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
eh, sta follia l'abbiam fatta presente da marzo a tutti i clienti.
Mi pare abbastanza chiaro che a sto governo di far lavorare le persone non frega in cazzo.
Vorrei poi capire perchè Covid è infortunio sul lavoro mentre una polmonite batterica o la tubercolosi no.
Un attimo però.
La circolare INAIL diceva semplicemente che
Citazione:
Tutti i casi accertati di infezione sul lavoro da Covid-19 faranno scattare la piena tutela dell’Inail
non che considererà tutti i casi di COVID che colpiscono un lavoratore come malattia lavorativa.
Il decreto cura Italia si è limitato a ribadire il concetto
Citazione:
Nei casi accertati di infezione da coronavirus (SARS-CoV-2) in occasione di lavoro, il medico certificatore redige il consueto
certificato di infortunio e lo invia telematicamente all'INAIL che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell'infortunato.
Tutto dipende dai criteri che i vari uffici INAIL useranno per accertare la natura lavorativa della malattia, ma in linea di massima non è che siano soliti regalare soldi (ovviamente parlo al netto di truffe e corruzione). Se l'INAIL può sostenere che non si tratti di malattia lavorativa e tenersi i soldi in tasca di solito lo fa.
In ogni caso, nè la circolare nè il decreto spostano di una virgola la questione responsabilità del datore di lavoro, che resta spinosissima, ma trova la sua giustificazione nelle norme e nei principi che ormai sono più che affermati.
Citazione:
Come può quindi un imprenditore assumersi questa responsabilità? "Non è semplice dimostrare che un lavoratore si è ammalato sul posto di lavoro - evidenzia Failla -. Qui si apre il tema della ripartizione dell'onere probatorio: è il lavoratore che deve provare che il datore è venuto meno a norme di tutela della sicurezza o deve essere il datore a dimostrare di non aver mancato nei propri obblighi?"
Che il lavoratore sia tenuto a provare il nesso di causalità tra la malattia/infortunio e la prestazione lavorativa è abbastanza pacifico, quindi sarebbe il lavoratore a dover provare di essersi contagiato sul luogo di lavoro. D'altra parte è una prova che si può raggiungere solo per presunzioni...
Poi sono tutti piani che si sovrappongono: se il datore di lavoro non ha fornito uno straccio di mascherina e una intera squadra di operai si è ammalata di covid, per il lavoratore sarà molto più facile sostenere di essersi infettato sul luogo di lavoro piuttosto che al supermercato e, viceversa, se il datore è in grado di dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni può tranquillamente sostenere che il lavoratore si sia infettato altrove...
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
MrVermont
il covid come infortunio sul lavoro va bene in ospedale, laboratori e strutture sanitarie.
Non certo da un panettiere. Altrimenti pure l'influenza classica lo è.
Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk
Te datore di lavoro devi garantire per legge le condizioni di sicurezza.
Se io rientro in ufficio, e non ci sono mascherine, non ci sono separatori, non ci sono gel e mi ritrovo in stanza in 5 persone esattamente come prima della crisi... e mi prendo il covid da un collega seduto accanto, beh col cacchio che il datore non c'entra nulla.
Anche se lavoro in ufficio.
Re: Il topic del Governo Conte II
Bravo Ale. Aggiungasi solo che, per chiarire anche quanto dice Failla nell'articolo, la rivalsa INAIL è fattibile, solitamente, solo in caso di condanna penale del datore di lavoro, cioè di accertamento del reato.
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
Zhuge
abbiamo qualche link delle due scuole di pensiero? voglio farmi due risate :asd:
https://www.cittanuove-corleone.net/...i-e-buoni.html
Qui trovi un discreto riassunto (è copiato da Repubblica per aggirare il paywall), inclusa la spettacolare citazione "se lavoro da casa e batto la testa nella mensola è infortunio", made in Barbagallo :asd: per il resto devi scavare un po' tra interviste a articoli, ad ora la guerra santa non è ancora iniziata, ma for the lulz ti dico che ho un amico che lavora in [grosso sindacato in grossa provincia del Nord] che ultimamente se n'è uscito con qualcosa tipo "compagni per uscire dalla crisi ci servirà mercato interno, stiamo attenti a non far tagliare i salari" (rivolto ai suoi companeros de revolucion eh :asd: ).
In mezzo ci passano tutti i macelli prevedibili, ad oggi lo smart working è normato per essere retribuito almeno quanto la sua controparte "normale", ed è pochissimo diffuso in Italia. E' una di quelle cose più d'immagine che altro. Quindi ora si solleva il problema della sicurezza, del controllo degli orari di lavoro, dei buoni pasti, degli straordinari.
Barbagallo stesso si contraddice nell'arco di una frase, prima precisa la differenza tra telelavoro e smart working, che è proprio sull'ambiente di lavoro, poi specifica che in smart working qualunque infortunio in casa è responsabilità del datore di lavoro :asd:
Non so quale sia la finalità dei sindacati, forse di far saltare qualunque prospettiva per normare lo smart working con queste uscite a muso duro, visto che nell'ottica del sindacato non è propriamente una dinamica favorevole - il lavoro da casa rende inutile la rappresentanza sindacale, e favorisce la delocalizzazione per le attività che non possono essere fatte in remoto.
Sul lato aziendale, ci sono già le prove empiriche di queste settimane :asd: ad ora è prassi che le aziende facciano firmare moduli in cui declinano responsabilità sulla sicurezza dell'abitazione, piuttosto che monitorare i dipendenti strettamente in N modi che non sarebbero propriamente permessi da un qualunque contratto :asd: il rischio che si spinga verso una disponibilità 7/7, senza maggiorazioni, e con la scusa del "eh ma è in smart working, poteva non farlo", c'è ed è concreto.
Tanto si sta andando verso la disoccupazione galoppante, quindi il potere contrattuale sarà tutto da questo lato della barricata.
Re: Il topic del Governo Conte II
Barbacoso non può averlo detto davvero così, dai :asd:
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
ale#12
Un attimo però.
La circolare INAIL diceva semplicemente che
non che considererà tutti i casi di COVID che colpiscono un lavoratore come malattia lavorativa.
Il decreto cura Italia si è limitato a ribadire il concetto
Tutto dipende dai criteri che i vari uffici INAIL useranno per accertare la natura lavorativa della malattia, ma in linea di massima non è che siano soliti regalare soldi (ovviamente parlo al netto di truffe e corruzione). Se l'INAIL può sostenere che non si tratti di malattia lavorativa e tenersi i soldi in tasca di solito lo fa.
In ogni caso, nè la circolare nè il decreto spostano di una virgola la questione responsabilità del datore di lavoro, che resta spinosissima, ma trova la sua giustificazione nelle norme e nei principi che ormai sono più che affermati.
Che il lavoratore sia tenuto a provare il nesso di causalità tra la malattia/infortunio e la prestazione lavorativa è abbastanza pacifico, quindi sarebbe il lavoratore a dover provare di essersi contagiato sul luogo di lavoro. D'altra parte è una prova che si può raggiungere solo per presunzioni...
Poi sono tutti piani che si sovrappongono: se il datore di lavoro non ha fornito uno straccio di mascherina e una intera squadra di operai si è ammalata di covid, per il lavoratore sarà molto più facile sostenere di essersi infettato sul luogo di lavoro piuttosto che al supermercato e, viceversa, se il datore è in grado di dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni può tranquillamente sostenere che il lavoratore si sia infettato altrove...
tutto giusto sulla carta, ma avete idea vero (probabilmente più di me) di cosa significherà l'ennesima possibilità di fare causa al datore di lavoro?
Alla luce poi dei protocolli già di per sè piuttosto ambigui ed in continuo mutamento.
E' una follia
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
Frappo
tutto giusto sulla carta, ma avete idea vero (probabilmente più di me) di cosa significherà l'ennesima possibilità di fare causa al datore di lavoro?
Alla luce poi dei protocolli già di per sè piuttosto ambigui ed in continuo mutamento.
E' una follia
Assolutamente si (è la mia materia...) ma il rischio esisteva ed esiste a prescindere dalla circolare inail e dal decreto.
Re: Il topic del Governo Conte II
L'avranno fatto per risparmiarsi i grattacapi di nuova burocrazia e controlli. Fai l'infortunio e mandi tutti nei consueti canali dell'Inail
Re: Il topic del Governo Conte II
C'è modo di verificare le voci per cui stiano arrivando proposte (principalmente dalla Cina) per rilevare locali italiani in varie zone turistiche, chiaramente a prezzi stracciati?
Non vorrei mai che si scoprisse che le tesi dei sovranisti erano fondate :asd:
Re: Il topic del Governo Conte II
Citazione:
Originariamente Scritto da
ale#12
Assolutamente si (è la mia materia...) ma il rischio esisteva ed esiste a prescindere dalla circolare inail e dal decreto.
quindi dici che il rischio era uguale anche prima?
No perchè io leggo di moltissimi professionisti allarmati (avvocati, commercialisti), non solo aziende.
E, leggo, siamo già a 37000 denunce di infortunio e 129 per infortunio mortale, tutte per via del covid. E si va sul penale, come è noto.
Ribadisco che per me è una follia.
Re: Il topic del Governo Conte II
Se vuoi, Frappo, ora che una norma dice apertamente quello che prima si poteva solo intuire interpretando le altre millemila norme del settore è più facile allarmarsi, però il problema c'era prima come adesso.