Citazione Originariamente Scritto da Picard Visualizza Messaggio
Oddio, probabilmente ho difficoltà a farmi capire, ci sta per carità.

NON è la morte dei personaggi il problema, né la violenza mostrata (lo è per il mio esempio di Martin, dove la violenza non sposta di una virgola la narrativa ma è gratuita).

Il problema, probabilmente solo mio a sto punto, ci sta, è che io (il giocatore), indipendentemente da qualunque cosa faccia, mi prendo merda in faccia (in TWD season 3 qualunque cosa fai è "sbagliata" e porta conseguenze di merda, in GOT che tu scelga una cosa o l'altra ti fanno fuori/uccidono un parente a caso/ti picchiano a sangue). E non importa se fai scelte diverse, sempre così finisce. Mi direte: "Eh, è realistico" e io vi dico: "Sì, è realistico, ma non è un videogioco."

Nei videogiochi sei l'eroe. O l'antieroe (in GTA è favoloso controllare Trevor). Ma comunque qualcuno che la svanga in qualche modo.
Io gioco pure a Hatred, giusto per sfogare un po' di sana violenza sul vicinato inerme. Scarica la tensione.

Un gioco dove invece te sei il vicino inerme e non puoi fare altro che essere crivellato di proiettili sia che rimani in casa, sia che vai alla fermta del bus, sia che scendi dalla macchina... Sarebbe divertente?

State riducendo un ragionamento sul divertimento a una crociata contro la violenza nei videogiochi, che fa molto anni 90. Non so perché, ripeto probabilmente ho grossi problemi a spiegarmi per iscritto.



TUTTE le parole che uso non sono messe a caso. Dove, in questa frase, trovi una critica alla violenza?
Il punto è che anche quella sequenza di Martin per me non è ne gratuita ne inutile ma serve a delineare meglio un contesto (quello di un mondo piagato dalla guerra in cui i deboli sono davvero carne da macello) e un personaggio (la Montagna).
Credo che qui si stia facendo un po di confusione tra i concetti di divertimento inteso come svago e intrattenimento in senso più ampio.
Per me un opera di intrattenimento per essere valida, che sia un film un vg o un libro, deve suscitarmi delle emozioni che non devono essere necessariamente "positive", quindi includo anche il disagio e la frustrazione di trovarmi in situazioni su cui non ho controllo o che si sviluppano in direzioni che non prevedevo o che magari neanche desideravo.
E i videogiochi sono l'unico medium che ci consente di esplorare in modo attivo certe corde emozionali.
Quindi vivaiddio che esistano anche (non solo sia chiaro) prodotti come TLOU che finalmente affrontano strade diverse rispetto al classico "il mondo reale la fuori è duro ma ecco qui tu sei Eroe e Dio, hai il controllo assoluto e ben poche responsabilità e alla fine tutto andrà come volevi quando hai infilato il disco". Personalmente lo trovo enormemente intrigante e anche liberatorio e poi perdiana, arrivati alla settordicesima generazione di videogiochi vogliamo farlo evolvere un po questo linguaggio?

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