semplificando al massimo, se nella tua vita versi 200.000€ in contributi (considerati anche gli interessi sul versato), vai in pensione a 65 anni e la speranza di vita media è 80, in quei 15 anni avrai una rendita di ~13.300€ annui.
se la speranza di vita si alza a 85 anni ci sono tre vie:
- abbassi la rendita annuale a 10.000€;
- mantieni il periodo di godimento della rendita a 15 anni aumentando l'età di maturazione a 70 anni;
- fai pagare a qualcun altro quello che tu non hai versato per mantenere la medesima rendita di prima, impattando sull'erario (e sui lavoratori) per ~66.600€ che ricevi pur non avendoli mai versati.
in italia per i pensionati in procinto hanno utilizzato le vie 2 e 3, per i pensionati futuri pianificano 1 e 2.
personalmente strapperei con le tenaglie le rendite indebite (retributivi maledetti) per attenuare l'impatto di 1 e 2 (l'inps attualmente oltre ad utilizzare criminosamente i contributi dei lavoratori attuali per pagare le pensioni retributive dei lavoratori passati [e quindi polverizzandone la capitalizzazione] riceve in trasferimenti diretti dallo stato 100mld/anno circa. che vanno a contrarre il reddito disponibile dei lavoratori e la loro possibilità di mettere qualcosa da parte).