Daniele Scalea
Fa specie che negli Usa esistano ancora i monumenti dei confederati, ma non è facile giustificare questo senso di urgenza nel demolirli, a centocinquant'anni dalla guerra civile e quando i vincitori dell'epoca decisero di risparmiarli.
Intendiamoci: la Guerra di Secessione e le rievocazioni storiche interessano a pochi. Intorno alla statua di Lee si muovono attori a cui del personaggio storico non importa nulla. Se da un lato c'è chi la difende in quanto simbolo della supremazia razziale dei bianchi, dall'altro c'è chi l'ha messa nel mirino proprio come simbolo (secondo loro) del bianco prototipico: una visione specularmente razzista ma spacciata per anti-razzismo.
Nessuno di noi verserebbe una lacrima sulla statua deposta di qualche schiavista americano dell'Ottocento. Ma non è quello il bersaglio vero. Infatti dopo Lee si è già passati a Cristoforo Colombo in quanto "genocida" e Jefferson o Washington in quanto "schiavisti". Personaggi immacolati? Ovviamente no, ma pochi uscirebbero assolti ai nostri occhi se giudicati non in relazione al tempo e luogo in cui sono vissuti, bensì ai nostri parametri. Ripudiare Washington come padre della patria perché aveva degli schiavi nell'America del Settecento non è molto più arguto del derubricare Maometto da profeta dell'Islam a "pedofilo" perché sposò Aisha quando aveva nove anni nell'Arabia del VII secolo. Chi compie la seconda operazione è giustamente accusato d'anacronismo e ignoranza, mentre chi si esercita nella prima, pur similissima, si dà le arie da grande intellettuale.
Colombo, Jefferson e Washington non pagano infatti le loro colpe, ma la loro origine. Nel silenzio generale, alcune università si sono già affrettate a rimuovere i busti di scienziati (né schiavisti né genocidi, ma colpevoli di essere occidentali) dai corridoi e lo studio di filosofi (né schiavisti né genocidi, ma colpevoli di essere occidentali) dai curriculum.
Il problema è tutto qui: certe frange estremiste, ma ormai influentissime, vedono nell'Occidente un'entità maligna che ha inoculato nella storia patriarcato, razzismo e imperialismo (la trinità maligna dei postmoderni). Estirpato il "Male" occidentale, si avrà una società finalmente giusta. Come ha dichiarato recentemente Michael Moore: "Quando i bianchi saranno minoranza in America, il paese sarà migliore".
Non si chiama razzismo, si chiama "anti-razzismo": ma sospetto la particella "anti" sia muta.