la corsa agli armamenti, la storia ci insegna, conduce alla guerra :snob:
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la corsa agli armamenti, la storia ci insegna, conduce alla guerra :snob:
La storia insegna anche che se si da fiducia e si crede alla buona fede del prepotente di turno, si fa una brutta fine.
Al netto dei poveretti che hanno deciso di seguire il suddetto prepotente :snob:
We've known that the Ukrainian army is a mindless zombie entirely controlled by NATO (in particular, American and British officers) for three years now. The US had total control over the entire chain of command and the kill chain for practically every weapons system used. No missile strike, no HIMARS use was possible without the US providing everything from intelligence and target acquisition to command and approval. Only the very last step, physically pushing the button, was left to the AFU.
De facto, every single factor that made the Ukrainian army a formidable enemy was American, and the level of American involvement was a lot higher than e.g. Soviet involvement in Vietnam. Barely even a proxy war. As a Russian I disagree with some of the decisions made in Moscow but Americans should kneel and praise Putin daily because if anyone with a less cool head was in charge we'd have been in WW3 for a long time.
It's not just that the Ukrainian army is effectively led, trained and supplied by the US, it's not only that the US military and the CIA have boots on the ground at the front lines, it's also that every single terror strike - the missile strikes against the Christmas market in Belgorod and the beach near Sevastopol, countless attacks against Donetsk - was prepared and approved by the US. Every woman and child who was killed in these targeted terror attacks was murdered by the US.
But none of that is new information. They've only started publicly admitting it now. And only in a way that lets them take credit for every AFU success and put the blame for every AFU failure on Kiev. It's despicable. And it's also despicable that we didn't respond even asymmetrically...
But such is geopolitics.
In any case, when the AFU is finally broken and defeated, every Russian soldier can be extra proud - he bested America on the battlefield.
non restare chiuso qui, barbero!!!
Ottima precisazione! Hai colto in pieno il punto del discorso di Barbero. Ti riassumo meglio i concetti chiave basandomi su quello che hai detto:
1. L'evoluzione della percezione della guerra
- In passato, la guerra era considerata un mezzo comune di risoluzione delle controversie tra stati.
- Il motto sui cannoni di Luigi XIV, "Ultima ratio regum", lo dimostra: la guerra era vista come l’ultima risorsa dei re, ma comunque un'opzione legittima.
- Dopo le due guerre mondiali, però, si è affermata una nuova consapevolezza: la guerra è un male assoluto e va evitata a ogni costo.
2. Il cambiamento dopo la caduta del comunismo
- La fine della Guerra Fredda ha fatto perdere il senso di equilibrio che c’era tra i blocchi.
- Il capitalismo, non avendo più un'alternativa forte da contrastare, ha perso il controllo e ha spinto il mondo a rinunciare all’idea di una pace duratura.
- Così, si è tornati a considerare la guerra un’opzione accettabile, quasi naturale, per risolvere le controversie.
3. Il cambiamento nel modo di combattere
- In passato, pur essendo diffusa, la guerra aveva delle regole: c’era un certo rispetto per i civili.
- Oggi, questo rispetto è scomparso. Lo dimostrano episodi come i bombardamenti su scuole e ospedali a Gaza.
4. Il caso della Russia di Putin
- Barbero riconosce che la Russia di Putin è un regime autocratico, ma sottolinea che ha migliorato le condizioni di vita dei russi rispetto agli anni ‘90.
- Dopo la caduta dell’URSS, la Russia era sprofondata nella miseria. Putin ha ridato stabilità e benessere a molte persone.
- Inoltre, Barbero evidenzia che l’esistenza dell’Unione Sovietica aveva un impatto positivo anche sull’Occidente:
- Era un modello alternativo che obbligava i governi occidentali a tutelare i lavoratori.
- Da quando il comunismo è sparito, il welfare state viene smantellato pezzo dopo pezzo.
Se vuoi approfondire qualche punto, dimmelo pure!
Se solo usassero il 4% della propria potenza...
a me hanno conquistato con questa catena di messaggi https://xcancel.com/RWApodcast/statu...40559723319330
toh facciamola autocontestarsi:
1. L’evoluzione della percezione della guerra
L'affermazione secondo cui la guerra era considerata una pratica comune e accettata in passato è parzialmente vera, ma semplifica la complessità storica. Anche nei secoli precedenti, la guerra non era sempre vista come un’opzione desiderabile, ma spesso come una necessità imposta dalle circostanze. Ad esempio, il diritto internazionale, già con Hugo Grotius nel XVII secolo, cercava di regolamentare i conflitti per limitarne la brutalità.
Inoltre, se è vero che dopo le due guerre mondiali si è affermata l’idea che la guerra sia un male da evitare, non si può dire che essa sia stata effettivamente abolita dalla coscienza collettiva. Conflitti come la Guerra di Corea, il Vietnam, le guerre in Medio Oriente e l’invasione dell’Ucraina dimostrano che, sebbene la percezione della guerra sia cambiata, la sua pratica non è affatto scomparsa.
2. Il cambiamento dopo la caduta del comunismo
L'idea che la fine della Guerra Fredda abbia “fatto perdere il controllo” al capitalismo è una visione parziale. Durante la Guerra Fredda, esistevano numerosi conflitti, spesso indiretti (proxy wars) tra Stati Uniti e Unione Sovietica, che non garantivano affatto una pace stabile. Le guerre in Vietnam, Afghanistan (anni ‘80), Corea, e vari colpi di stato sostenuti dalle superpotenze dimostrano che l’idea di equilibrio tra i blocchi era più teorica che reale.
Dopo il 1991, non si è verificato un ritorno automatico alla guerra come soluzione accettabile; piuttosto, i conflitti hanno assunto una nuova forma. Le guerre sono diventate più asimmetriche (terrorismo, guerre civili, guerre economiche) e le istituzioni internazionali come l’ONU e la NATO hanno avuto un ruolo importante nella gestione delle crisi. Inoltre, l’affermazione che il capitalismo abbia “perso il controllo” non è supportata da una chiara evidenza: la globalizzazione ha portato a nuove forme di cooperazione economica e, almeno fino alla crisi finanziaria del 2008, il mondo ha vissuto un periodo di relativa stabilità economica.
3. Il cambiamento nel modo di combattere
L’idea che nel passato la guerra rispettasse i civili più di oggi è storicamente discutibile. Se si pensa alla Seconda Guerra Mondiale, si vedono bombardamenti di massa su città come Dresda, Hiroshima, Nagasaki e Londra, senza alcun riguardo per i civili. Anche durante il Medioevo e il Rinascimento, i saccheggi di città conquistate e i massacri erano all’ordine del giorno.
Ciò che è cambiato oggi è la percezione degli attacchi ai civili, amplificata dalla copertura mediatica istantanea. La guerra moderna utilizza nuove tecnologie (droni, missili guidati), ma il concetto di “danni collaterali” esiste da sempre. Citare Gaza come esempio di una nuova brutalità senza considerare i conflitti precedenti è una visione parziale e decontestualizzata.
4. Il caso della Russia di Putin
L’affermazione che Putin abbia migliorato le condizioni di vita dei russi è parzialmente vera, ma omette diversi aspetti chiave. Se negli anni 2000 c’è stata una ripresa economica, ciò è stato dovuto in gran parte all’aumento del prezzo del petrolio, non solo a politiche interne virtuose. Inoltre, la Russia di Putin ha visto un deterioramento della libertà di stampa, delle istituzioni democratiche e dei diritti umani, con incarcerazioni e repressioni di oppositori.
Riguardo all’effetto dell’Unione Sovietica sull’Occidente, sebbene sia vero che la competizione ideologica abbia contribuito allo sviluppo del welfare state, la sua erosione dipende da fattori economici globali (crescita del debito pubblico, crisi finanziarie) e non solo dalla scomparsa dell’URSS. Paesi come la Svezia o la Germania mantengono tuttora modelli di welfare solidi, nonostante la fine del comunismo.
Conclusione
L’analisi proposta semplifica eccessivamente l’evoluzione storica della guerra e delle dinamiche politiche globali. La realtà è più complessa e sfaccettata: la guerra non è mai stata universalmente accettata né universalmente rifiutata, il capitalismo non è l’unico fattore che determina i conflitti, e l’Unione Sovietica non è stata l’unico baluardo del welfare.
Avete già riportato le testimonianze del lunedì alcolico di Dmitry Cinquelitri, a cui dev'essere arrivata la fornitura nuova di Chianti? :bua:
https://www.ansa.it/sito/notizie/mon...a49e83950.html
:fag:
Ciuf ciuf, è ora di un nuovo giro di coscrizione.
Parlando della quale, l’amico coreano dopo il primo giro di truppe non ha mandato più nessuno?
ma il kursk non era liberato con gli ucraini accerchiati e pronti a un bagno di sangue?
La strategia di Trump funziona alla grande con gli alleati (noi), ma zero con la russia...
Nel mentre un Macron a caso avrà consigliato a Zelensky di fare quello disposto ad indire le elezioni.
Meno 11 giorni...