Ho (36M) conosciuto 4 mesi fa questa ragazza (27F) ad un corso. L'ho trovata carina, mi sono fatto avanti, c'è stata e abbiamo iniziato a frequentarci.
All'inizio tutto bene, la passione in comune fa da legante e siamo in sintonia sia con le coccole che a letto.

MA

E' stata dall'inizio un po' egocentrica nei discorsi, pensavo perché ci stavamo ancora conoscendo e cercava di mascherare la sua insicurezza. Però la cosa non è mai diminuita nel tempo e ultimamente mi sta sfiancando.
Ha sempre questo modo di fare che se dici una cosa lei ti racconta un episodio della sua vita in cui quella cosa è una svolta esistenziale, oppure ti spiega che lei è appassionatissima di quella cosa ed è tutta la sua vita, e così via. Quello che per una persona normale è una preferenza per lei è uno scopo esistenziale, è tutta un'iperbole continua. Si autodefinisce continuamente... Io adoro, per me quella cosa, ... O nei casi più banali gira il discorso raccontando la sua esperienza analoga. Tipo che le dici che un cliente ti ha detto una cosa e la risposta è "Anche a me una volta...".

Il picco negativo l'abbiamo toccato questo weekend quando ho ricevuto una diagnosi non piacevole che mi ha fatto iniziare un percorso di cura. Ho condiviso preoccupazioni e dispiaceri con lei che, prima ci ha tenuto ad impressionarmi con la sua conoscenza dei farmaci per il mio problema, e poi mi ha raccontato di sua mamma e di sua zia che dipendendono da questi farmaci come malate croniche e di tutti i limiti che la malattia ha causato loro nella vita.

A parte che mi ha messo l'ansia addosso... Ma mi sono davvero caduti gli attributi. Possibile che non riesca a capire che non è al centro del mondo e che invece di cercare di impressionarmi con la sua conoscenza ed esperienza bastava ascoltare e dare un abbraccio?

Ha anche ammesso di essere in terapia perché ha aspettative altissime sulla considerazione che gli altri dovrebbero avere di lei e spesso ha episodi depressivi per i più banali rifiuti o piccole mancanze di considerazione delle amiche. Sembra derivanti da una gioventù in cui, complice la sua non perfetta forma fisica, era un po' ai margini della società.

Un po' mi dispiace non essere in grado di aiutarla a capirsi perché mi infastidisco. E capisco che non lo faccia con cattiveria, ma non so ancora come parlargliene. Un po' mi girano perché mi sembrano regole basilari di un rapporto.

Aiuti da casa?